Le cattive abitudini (Perdere)
peggio della Sfiga

Olbia-Lupa Roma 0-1
Olbia: Van der Want, Pinna, Dametto, Pisano, Cotali, Muroni, Geroni (76′ Benedicic), Tetteh (60′ Feola), Capello, Ragatzu (84′ Senesi), Ogunseye. A disposizione Ricci, Deiana, Iotti, Murgia, Puddu, Quaranta. All.: Mignani.
Lupa Roma: Bremec, Mazzarani, Gigli, Rosato, Sfanò, Rosato, Sfanò, Baldassin (92′ Celli), La Camera, Garufi, Aloi (76′ Cavagna), Mastropietro (75′ Valotti), Iadaresta. A disposizione Brunelli, Scicchitano, Svidercoschi. All.: Di Michele.
Arbitro: Cudini di Fermo. Assistenti: Alessandro Pacifico (Taranto) e Cinzia Carovigno (Potenza).
Rete: 88′ Iadaresta
Note: corner 6-1; amm. Mazzarani, Tetteh, Muroni; Recupero 1′ pt + 4′ st. Spettatori: 810

Incazzato come tutti (ovviamente esclusi i lupacchiotti), provo a cercare conforto in una massima di un grande come Flaiano che una volta scrisse: “La sfiga è un’amante fedele e non ti abbandona neanche quando sei nella merda”.
E, a dire il vero, l’Olbia sfigata lo è stata. Non tanto per il gol subito all’88’, ché nel calcio vale come uno segnato in qualsiasi altro minuto, quanto per quella pippa di guardalinee che, pur avendone azzeccate pochissime, nell’occasione della punizione riesce a convincere l’arbitro ad assegnare il piazzato che lui (dimostratosi scarso in decine e decine di altre situazioni) almeno stavolta non aveva concesso, convertendosi immediatamente alla tesi della signorina Cinzia di Carovigno che, giusto appunto all’88’, prende fischi per fiaschi e inverte il fallo a nostro sfavore.
E sfiga ha anche voluto, che su quell’ultimo cross Iadaresta (altro ex torresino che se la gode ai nostri danni) vola solo senza che Dametto (che era riuscito a renderlo innocuo nel primo tempo, in un frangente simile) o Pisano (20 cm più corto del casertano) o uno sfarfallante VdW (arrugginito dalla pioggia o dalla troppa panchina?) possano impedirci di passare un’altra domenica del piffero.
Fin qui la sfiga.
Poi abbiamo persino qualche alibi, viste le assenze non del tutto insignificanti. Perché regalare a questa Lupa, comunque rinforzata e ringalluzzita dagli acquisti di Gennaio, gente come Piredda, Cossu, Kouko o Miceli non è cosa per niente secondaria.
Già, Miceli. Alla sua assenza dobbiamo farci il callo. Perché, al di là, delle “ragioni” (?) ufficiali per la sua irragionevole partenza, Mirko (l’ultima bandiera dell’Olbia che c’era) ha pagato l’amarezza (trasformata in rabbia) per essere stato snobbato a Piacenza non solo a vantaggio di Pisano, ma anche come suo sostituto, visto che gli venne preferito Quaranta. Non conosco il livello di “confronto”, per questo sgarbo, tra il nostro ormai ex centrale e la società, sta di fatto che se lui ha sbagliato, probabilmente qualche sano esercizio di Ujjayi (respirazione yoga) avrebbe permesso alla dirigenza di non commettere questo madornale errore.
Sta di fatto che, nonostante i proclami, allo stato dell’arte, non è per niente vero che nel mercato invernale ci siamo rinforzati. Tutti gli arrivi, visti o intravvisti nel rettangolo di gioco, hanno mostrato con chiarezza che sono sicuramente in grado di fare la differenza… ma solo quella intesa come sottrazione. Purtroppo il girone di ritorno ci sta riservando brutte sorprese, per cui meglio correggere eccessivi proclami ed evitare irrealistici miraggi.
Oggi abbiamo perso, e meritatamente, una gara nella quale non abbiamo fatto un solo tiro in porta. Una partita dove abbiamo chiesto a Capello di fare le veci di Cossu, lasciando Murgia in panchina e Muroni (anche oggi il migliore dei nostri) a svernare quasi da sperduto sulla fascia. Abbiamo pervicacemente e senza alcun costrutto privilegiato i cross alti nella speranza che Ogunseye ripetesse il miracolo realizzato col Pontedera. Non ne ha azzeccata una con la testa e, purtroppo, per quanto riguarda i piedi le cose sembrano andare per un verso,,, persino peggiore.
Dulcis in fundo, quando Ragatzu decide finalmente di provarci con la palla a terra, con giocate di prima e velocità di esecuzione grazie anche alla buona lena di Feola e Cotali sulla fascia sinistra, non facciamo in tempo ad abituarci a questo cambio di ritmo intravvedendo il gioco giusto per scardinare le certezze dei granatieri difensivi di Di Michele, che Mignani richiama (?) in panchina proprio Ragatzu e l’Olbia, se possibile, ridiventa più brutta di prima.

Si era all’84’ e la Lupa che avevamo messo alle corde, riprende vigore e sicurezza.
E se poi con Ragatzu fuori (sfiga e segnalinee a parte) succede che 4’ dopo i capitolini saltino all’impazzata per l’inzuccata vincente di Iadaresta, qualche responsabilità la panchina se la dovrà pur prendere.
Insomma, pensatela come volete, ma per me Flaiano, quando scrisse, quella macabra “sentenza” deve aver, per forza di cose, sognato e descritto questa maledetta partita.
Ad Majora ragazzi, ora e sempre OléOlbiaOlè,
Simprie.