Non mancava mai la chiamata fraterna per lo scambio degli Auguri di Natale.
Feliciano Orazi, allenatore carismatico di un’Olbia MITICA per Noi anziani BIancolbiesi, quest’anno mancherà al nostro appuntamento.
Ad 88 anni affronta l’ultima sgambata nel rettangolo di gioco dell’eternità.
Con noi una stagione, quella storica del 1974-75 delle “casalinghe” giocate al Signora Chiara di “Caragnani”, che dopo la travagliata retrocessione della sgangherata staffetta Colomban-Milan in panchina, fece ritrovare il sorriso con una promozione meritatissima ad una città intera.
La certezza arrivò al fischio finale dello 0-0, nella penultima gara, un Olbia-Latina al Nespoli tre giorni dopo la festa di San Simplicio, l’APOTEOSI si concretizzò a Frascati dove andammo a vincere la 14ª gara stagionale, suggellando un 2-1 finale grazie ad un’autorete di Carnaroli difensore laziale che deviò un pallone calciato da Bagatti e l’8° gol stagionale di Franco Marongiu capocannoniere bianco di quella promozione.
Eravamo in tanti a Frascati, con le magliette bianche del Club Bellarosa nonché “scrivani” del BollBellBall, il primo giornalino domenicale che accompagnava le gesta della nostra Amata.
Insomma gli OlèOlbiaOLè, nacquero allora.
Orazi era l’anfitrione di quella Felicità, aveva un’umanità ed una capacità alla “Nereo Rocco” di condurre le partite con il record di minori reti subite (20 di cui 2 a tavolino, in 34 gare, ben 19 terminate con le reti immacolate (clean sheet) del tandem di portieri Aliboni-Planetta), retroguardia “condita” da una discreta puntualità al gol (29 reti per 14 vittorie e 13 pareggi complessivi) più delle metà segnate dal duetto tutto terranoese Bagatti-Marongiu.
Che tempi!!!
Che struggente nostalgia, la tua partenza.
Ne ho riparlato con Lui qualche volta, ma giusto oggi,
mi va di ricordare le punzecchiature di mio padre Mario che, ogni volta che lo intervistava gli chiedeva conto dell’arrivo di un attaccante, Antonio Cipro che lui aveva chiamato alla sua corte in maglia bianca dal Teramo, dove in 13 gare aveva segnato 5 reti, ma che ad Olbia non ne azzeccò una che una. “D’accordo non segna- gli rispondeva il mister- ma è sempre lì e fa un lavoro “sporco” ma molto utile”.
Lavoro “sporco” dell’attaccante?
Ne parlava solo Lui in quegli anni, proprio lui che, da centravanti a Chieti aveva messo dentro 23 palloni in 67 presenze, e che da allenatore (promozioni con Pro Vasto, Chieti, Olbia e Lanciano) era in grado anche allora di “apprezzare” un calciatore aldilà della sua vena realizzativa.
Feliciano lascia in tutti Noi, soprattutto nei ragazzi di allora che alla sua umanità e caparbietà tecnica e che con lui vissero una stagione indimenticabile condita da successi e tanta giovinezza, un marchio indelebile di umanità.
Ciao Feliciano, questo Natale non sentirò la tua voce, ma sarà ancora più forte e struggente il pensiero di Te e dei Nostri ricordi.
Un abbraccio grande a Te fin lassù ed a tua Moglie Fedora, ai tuoi amati figli Alfredo, Paola ed a tutti i tuoi familiari,
TVB Amico Mio,
Tore