I ricordi e i numeri
di
quando la Serie  C
“faeddaida su saldu Olbiesu”

Le Nove stagioni della C con la dirigenza PINTUS, cominciata nel 1968, non furono consecutive, in quanto nella stagione 1973-74 con la guida tecnica di Colomban-Milan l’Olbia retrocedette in serie D, per ricomparire dopo 12 mesi, grazie alla indimenticabile promozione con la riconquista della agognata terza serie, sotto l’egida sagace dell’indimenticabile di Feliciano Orazi.
Il raffronto fra quelle 9 stagioni  e le 8 consecutive dell’era Marino, ci racconta due storie diverse anche se, entrambe foriere di buoni, talvolta eccellenti e comunque sempre onorevoli risultati.
Nelle 9 annate del primo scaglione, tutti gli allenatori (11 in totale, il primo zio Palleddu Degortes, l’ultimo Angelo Domenghini) “assegnarono” la maglia Bianca a 96 giocatori (il più gettonato Bruno Selleri, 180 presenze sempre titolare in 8 delle 9 stagioni, 1 solo gol), mentre negli ultimi 8 del nuovo millennio abbiamo avuto 168 biancolbiesi tra i quali solo uno, è rimasto fisso in rosa per tutti gli 8 campionati: parliamo di Maarten Van der Want che, dopo averci regalato prestazioni da urlo nella cavalcata vittoriosa della promozione in C soprattutto nelle ultime gare e nei playoff, in serie C ha avuto soltanto spezzoni sporadici di presenze, dovendo fare molto spesso da spettatore a non pochi portieri sicuramente non alla sua altezza, mettendo in maglia bianca finora 61 gettoni e 77 reti subite.
Daniele Ragatzu con 288 presenze contrassegnati da 88 gol e Roberto Biancu (214 presenze, 15 gol) sono invece gli unici che hanno timbrato 7 stagioni delle ultime 8.
C’è da ricordare che negli anni ’70 del secolo scorso, nelle partite era possibile fare una sostituzione o al massimo 2, con l’infortunio del portiere, mentre le due potenziali sostituzioni “presero il via” dal 1988 e le Tre attualmente in vigore solo dal 1995.
Anche per questo motivo si spiega l’allargamento delle rose tra i due scaglioni di campionati prese in esame, basti segnalare che nella prima stagione dell’epoca Pintus (stagione 1968-69) i giocatori schierati nelle 38 partite furono appena 18; tra i quali alcuni (Frenati, Zaniolo e Pasqua provenienti dalla Juventus, come lo erano stati anche Merlo e Della Pietra).
Proprio Benedetto Pasqua (classe 1947) con un qualche rimpianto ha ricordato alcuni mesi fa quel suo unico anno ad Olbia (23 presenze e 3 gol): «In Sardegna mi trovai benissimo. Ma avevo 19-20 anni ed ero lontano da casa. Con il senno di poi mi sarei fermato lì per tanti anni e magari anche fino a fine carriera. Giocavamo su un campo in terra battuta e affrontarci era difficile per tutti. In quel campionato incontrammo tante squadre blasonate come l’Arezzo, la Pistoiese, il Forlì e l’Ascoli allenato da Carlo Mazzone ma riuscimmo a centrare l’obiettivo della salvezza».
Già, quel fortino storico del Nespoli di allora, diventato facile terreno di conquista negli ultimi mesi di questa stagione.
Appena 18 protagonisti 56 anni fa, tutti sportivamente indimenticabili, 33 in quest’ultima disastrosa stagione molti dei quali, per via dei troppi “carneadi” ingaggiati, quasi nessuno ricorderà i loro nomi.
Visto che siamo in tema, rimaniamo sui numeri di questa penosissima annata, dove abbiamo toccato il fondo con:
– la minima quantità di punti (25) mai conquistata nella terza serie, il minor numero di vittorie (6) ex-aequo sia con il ‘77-78 e con il 2019-20 la stagione del Covid (quando giocammo però solo 29 gare);
non basta, perché 24 sconfitte in una sola stagione non sono solo il record dei campionati di serie C, ma si tratta del tetto, o meglio il baratro più profondo mai subito dall’Olbia nelle sue 81 partecipazioni ai campionati di calcio ad ogni livello.
Così come le 67 reti incassate, hanno pareggiato l’ultima stagione targata Pintus, in panca Uzzecchini e Domenghini che anche in quell’ultima infausta stagione ci portò alla retrocessione da ultimi classificati, ma con 26 punti equivalenti ai 32 di oggi, visto che allora le vittorie venivano premiato con 2 punti e non con tre.
Curiosamente anche i gol segnati in questa stagione sono stati 25, esattamente come allora quando andarono in rete 8 calciatori, con il grandissimo Domenghini (allenatore-giocatore) unico in doppia cifra (10 reti in 21 presenze).
Questa stagione assieme al solito IMMENSO Ragatzu (9 gol al suo attivo) sono stati appena 1 in più, vale a dire 9 calciatori a timbrare il registro delle marcature.
A proposito di gol nell’era Pintus in 9 stagioni giocammo 342 partite segnando 247 gol, con Franco “Pelè” Marongiu principe del gol con 34 reti in 226 gare in 7 stagioni, seguito da Sergio Bagatti (3 stagioni) 88 gare e 21 gol.
Sono stati complessivamente 48 i marcatori di tutte le reti di quelle stagioni, a cui occorre aggiungere un manipolo di 6 autogol a nostro favore.
Tra questi 48 realizzatori ci sono la bellezza di 13 a denominazione di origine controllata in quanto TUTTI made in Terranoa, oltre a Marongiu e Bagatti ricordiamo Michele Moro e Pinuccio Petta, Caocci Angelo e Renato, Guspini, Varrucciu, Piero Giagnoni, Martino Piras, Mauro Spano, Renato  “Ciuddina” Derosas e Domenico Ogno.
Sempre per rimanere in tema di “fierezza campanilistica” ricordando che complessivamente le rose di quelle stagioni impegnarono 201 calciatori (una media di 22 utilizzati ogni stagione) anche se ovviamente molti di loro disputarono più stagioni, per cui presi singolarmente i calciatori nominativamente impegnati in maglia bianca in quelle 9 stagioni furono complessivamente 96, dei quali 43 tutti Olbiesi Doc, tra i quali oltre i marcatori già citati, l’esordiente giovane con più presenze (79) è proprio il mito eterno di Angelo Caocci (79 presenze 7 gol) seguito da Nicolino “Trascheddu” Spano con 61 presenze nei campionati di C, gli altri 64 sono in maggioranza continentali.
Ma nel gruppo delle diverse rose anche altri 17 sardi doc, tra questi, per comprensivi motivi di esperienza panchinara Bianca, vogliamo ricordare Mauro Giorico (foto) 63 partite complessive, di cui 10 proprio in serie C nell’ultima stagione di quel novennio.
Questo ed altro accadde in quelle stagioni indelebili nella memoria collettiva dei tifosi bianchi.
Altro approccio, altra “mission” societaria quella dell’era Marino che, tra i tanti meriti e gli indiscutibili obiettivi anche di prestigio (basti pensare al primato tra i marcatori di Danielinho la scorsa stagione, e dare uno sguardo attento alla classifica dei marcotri storici della nostra C), certamente non si può allocare, lo stile e il coraggio di un mister come Lino De Petrillo (foto) che, quando arrivò a sostituire Zio Palleddu, avendo ereditato una rosa con appena sei titolari e nel corso del suo triennio straordinario, fece esordire 17 ragazzi di Olbia; per non parlare della cura del vivaio che i vari Piero Spano il Maestro”, Silverio Balzano, “Peinca” e Pippo Serreri mettevano nel costruire con passione e grande capacità, una cantera di giovani talenti che tutta la Sardegna ci invidiava e continuò a farlo fino ad un decennio fa….
Ma di questo parleremo nella prossima puntata.
Tore Zappadu
2-La Nostra C… continua