Olbia-Prato 1-1
Olbia (4-3-1-2) Aresti; Pinna, Dametto, Iotti, Cotali; Pennington (80’ Vispo), Muroni, Murgia; Biancu; Ragatzu, Silenzi (71’ Mossa). A disp.: Van der Want, Pisano, Oliveira, Choe, Manca, Delvecchio, Feola. All. Mereu.
Prato (3-4-2-1) Alastra; Cistana, Casale, Martinelli (33′ Coccolo); Ceccarelli (62’ Orlando), Guglielmelli (62’ Bonetto), Gargiulo Piscitella; Bertoli (85’ Ghidotti), Fantacci; Akammadu (85’ Liurni). A disp.: Sarr, Colli, Rozzi, Bertoli, Zucchetti, Giannini, Kouassi. All. Catalano.
Arbitro: Moriconi di Roma
Reti: 46′ pt Ceccarelli su rigore, 56’ Iotti.

Note: corner 6-6; ammoniti Akammadu, Cistana e Coccolo. Rec. 1’ e 4’.

Un tempo per uno, un punto ciascuno che, alla fin della fiera, potrebbe cambiar poco a vantaggio, sia degli uni che degli altri. Sperando, ovviamente che non sia così.

Quantomeno per noi.

Falcidiati da infortuni e squalifiche, abbiamo messo in piedi un undici di fortuna che, va detto anche questo, per la prima volta ha incontrato (quanto meno con i primi 11 scesi in campo) una squadra persino più giovane di lei, seppur appena di 2 anni nel totale dei “titolari”. Insomma i nostri virgulti se la sono vista (e brutta, quantomeno nei primi 45 minuti) con dei pari età. E, come detto, non è andata proprio bene.
Nei primi venti minuti abbiamo visto i sorci verdi, anche se nell’area piccola pur soffrendo non abbiamo concesso granché. A dire il vero la grandissima occasione l’ha avuta Silenzi che al 35’ raccoglie un corner dell’esteta di Quartu e con un piattone blando rischia di far venire gli incubi ai ragazzi di Catalano. Grandissimo Casale (ad onor del vero il migliore in campo in assoluto) che con una rovesciata impediva il tapin la preziosissima meta del nostro centravanti. Succede (come troppe altre volte) che proprio gli ultimi secondi del primo tempo, ridiventino il “nostro” incubo.

Cotali tocca di braccio il cross di Bertoli e l’arbitro assegna un rigore che il figlio (Tommaso) del nostro indimenticabile Giancarlo Ceccarelli, realizza mazziando l’intuito di Aresti e ci spedisce al riposo, per una ristoratrice seduta psicoanalitica.
Rientriamo in campo con gli stessi 11, loro invece cambiano molto, e per tener botta mettono così tanta esperienza che, nel computo totale la loro media età sale vertiginosamente. Passano da un 22,63 di età media ad un più “rassicurante” 24,87. Noi, andiamo contromano, e con il bell’esordio di Antonio Mossa e la riproposizione di Vispo, scendiamo da 22,81 del primo tempo ad un complessivo di 22,31.
Non solo. Perché il cazziatone, di mastro Bernardo, deve essere stato, davvero convincente se, nella seconda parte è entrata in campo un’altra Olbia.
Vogliosa e “cazzuta” quanto basta per cercare, palla su palla, di imprimere ritmo e gioco, così com’era successo con Livorno.
Biancu si rimette in sesto, Ragatzu comincia a dettare gli assist come dio comanda e, stavolta, è il Prato a non capirci nulla e, provare sino alla fine, a tirare… a campare. Segniamo con Iotti una pallaccia su corner del solito Esteta che, Alastra, non trattiene. Risegniamo, sempre su servizio munifico, di Ragatzu anche con Dametto, ma l’arborense era in fuorigioco. Poi tocca a Silenzi colpire il legno dopo una inforcata di testa che, sulla ribattuta, si infrange in un’altra traversa; sarebbe stato un gol da cineteca che purtroppo si infrange su tutti i se ed i ma di un match, in qualche maniera, stregato.

Ancora Iotti, oggi decisamente in doppia faccia (sciuè, sciuè in difesa ed in impostazione di gioco; bravissimo sotto porta avversaria), che con un tacco di vera classe, nel solito assist di Danieleddu provoca il torcicollo ad Alastra che, però sventa l’insidia. Infine, Ragatzu fa tutto da solo, all’81’, quando centra la nuova traversa, confermando che quando non va, non va. Alla fine arriva un punto e, per gli agognati playoff, c’è ancora da soffrire. Ma se smettessero di auto-infliggersi periodi di amnesia, i nostri virgulti possono battere chiunque.
E coronare il loro ed il nostro sogno.
Fortunatamente con Lucchese, Viterbese e Monza dovremmo essere in minori ambasce di organico, visto che sul sempre affidabile e necessario Feola, sul Vallocchia di questi tempi e sul ristrutturato Geroni, non dovremmo rinunciare a priori.
Siamo in ballo, manca poco al rush finale.
Nessun sogno è vano e, quindi, finché resta una possibilità: 
Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé,
Simprie