Continua l’agonia delle controprestazioni

Pisa-Olbia 2-0
Pisa (4-3-3): Petkovic; Birindelli (86′ Zammarini), Ingrosso, Carillo, Filippini; Izzillo (61′ De Vitis), Gucher, Di Quinzio (86’′ Langella); Mannini (71′ Lisuzzo), Eusepi, Negro (61′ Cuppone). A disp.: Reinholds, Voltolini, Sabotic,Peralta, Cernigoi, Giannone, Favale. All. Pazienza
Olbia (4-3-1-2): Aresti; Pisano, Iotti, Leverbe, Cotali; Pennington (88′ Arras), Muroni, Feola (79′ Murgia); Biancu (62′ Piredda); Ragatzu, Ogunseye. A disp.: Idrissi, Van der Want, Pinna, Manca, Dametto, Oliveira, Vispo, Senesi. All. Mereu
Arbitro: Luigi Carella di Bari.
Reti: 48” Negro (P), 26′ Eusepi (P)
Note: Spettatori: 6.079. Ammonito: Muroni (O). Angoli 3-3. Recupero: 1′ e 4′.
Speriamo almeno che serva di lezione. Noi, un girone di ritorno con questo organico stringato, non siamo assolutamente in grado di affrontarlo.
Troppi i segnali preoccupanti, quantomeno nelle dichiarazioni dei responsabili. Cosa intende Mereu quando dice che “Ragatzu sarà il nostro acquisto più importante a gennaio?” oppure Carta quando confida “vedremo queste due partite (Pisa e Gavorrano) e poi decideremo se muoverci nel mercato”.
Di fronte ad un Pisa appena appena sufficiente, abbiamo fatto il massimo sforzo possibile per perdere una partita… scema.
Intanto facendo “entrare in campo” Leverbe un minuto dopo il fischio dell’arbitro. Perché era di sicuro ancora negli spogliatoi quando ha ciccato, da aspirante pollo, il cross moscio di Birindelli che ha consentito a Negro di mettere in rete un pallone che, parola mia, avrebbe segnato anche… la foca monaca.
E, visto che eravamo stati bravi la prima volta, ci siamo ripetuti (sempre e solo nella stramaledetta fascia sinistra della nostra difesa) a ringalluzzire il vecchietto Mannini per un’altra palombella senza pretese ma che, anche stavolta, trovava tutti i difensori fuori posizione, ad acchiappar farfalle, nonché starnazzanti ognuno a conto suo, come le oche del campidoglio, per garantire l’impunità assoluta a Eusepi che, come il compagno in precedenza, segna anche lui con la semplicità di chi non disdegna la… grazia ricevuta.
La partita è tutta qui, perché fortunatamente Aresti, in almeno due occasioni ci mette una pezza, e poi perché le nostre incursioni, poche e malaccorte, sembravano più uno sciamar d’api senza pungiglione che un vero assalto al fortino nerazzurro. Insomma, anche quando tenevamo il pallino del gioco, sembravamo giostranti di “palla prigioniera”, piuttosto che calciatori affamati di punti, successo e di gol. Ormai, soprattutto le grandi o, meglio ancora, persino le presunte grandi, ci hanno preso le misure. E sanno bene come “azzantararci” .
Lo hanno fatto, senza alcun alibi o resistenza da parte nostra, Carrarese, Arzachena e Alessandria, oppure ci infilzano quando possono (o quando glielo regaliamo) lasciandoci poi giocare la palla a rimpiattino, in una competizione ”a chi la molla prima” o a chi fa il passaggio più corto e più facile tra quelli potenziali. Passaggio che, per giunta, sbagliamo comunque, come è accaduto oggi per uno snervante e immenso numero di volte.

E, per non farci mancare niente, tutto questo Tikitaka lo facciamo ad una velocità prossima allo… zero assoluto. Insomma la solfa è la stessa, uguale identica, allo scorso anno. Con l’aggravante del ridimensionamento di Daniele, il nostro fiore all’occhiello, l’uomo in più che ormai le difese avversarie costringono (con una marcatura asfissiante e plurima) a svernare almeno 40/50 metri dalla loro porta, girovagando per trovar spazio e idee, rendendo sempre più problematica ed asfittica la sua pericolosità offensiva.
Questo è il timore, la paura elevata alla Terabyte che, non solo sulla tastiera del mio pc, ma anche e soprattutto sul rettangolo di gioco riuscite a istigare in chi non smetterà mai di seguirvi e di amarvi.
Ed allora ripeto: Speriamo che Pisa, serva di Lezione.
Perché il Pisa ha detto, assieme alle tante cose già chiare, in quanto viste e riviste troppe volte che, noi, come potenziale oggettivo e complessivo (mi riferisco sia alla società e che al nugolo ristretto di ragazzi che abbiamo in rosa) dobbiamo invidiare loro solo e semplicemente i seimilasettantanove spettatori che, alla vigilia di Natale decidono di andare a vedere quel che resta dei loro antichi epigoni, sgambettare in maniera né suadente né convincente in campionati non proprio edificanti.
E nonostante questa oggettiva evanescenza, di entrambe, noi troviamo sempre più spesso il modo di perdere gli incontri. Da due mesi a questa parte è successo una marea di volte.
Abbiamo bisogno di Rinforzi e chiunque, Mastro Bernardo in primis, dica il contrario, è connivente di una “solfa” che, innanzi tutto, mortifica questi stessi ragazzi che, spesso e volentieri, danno la sensazione di combattere contro i mulini a vento in quanto carenti di esperienza, di punti certi di riferimento in campo, e di capacità finalizzatrice delle nostre azioni.
La cosa più bella vista oggi ce l’ha offerta Biancu, il millennial che finalmente, con coraggio e senza alcun timore reverenziale al 18’ calcia la stilettata che Pektovic a fatica manda in angolo. Nella ripresa stesso coraggio di Pennington al 58’. Di sicuro è ancora poco, ma non tocca né a loro né ai loro coetanei risolvere i problemi dei… grandi. Il Pisa oggi, contro di noi, aveva in campo un ‘99, un ’96 ed un ’95, noi (tra ’95 e 2000) ne abbiamo inserito 7. Giovani è sempre bello, ma se li vogliamo anche vincenti, occorre ben altro… equilibrio.
Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé,
Simprie.