OLBIALATTE DOLCE 2-4
Olbia:
F. Ruggiu, Malesa (70’ Pintus), Melino, Peana, Varrucciu, Molino, Di Gennaro, Doddo, Gallon, Pozzebon, Aloia. A disp.: Depperu, Budroni, Farina, Abachisti, Simeoni, Asole, Pala, Musella. Allenatore: Giorico.

Latte Dolce: Garau, Gambella (60’ Ravot), Nieddu, Del Rio, Cocco, Masala, Derudas, Congiu, Falchi (60’ Mura), Usai, Onali (96’ Chessa). A disposizione: Canalis, Satta, L. Ruggiu, Dore, Delizos, Marongiu. Allenatore: Scotto.
Arbitro: Meleleo di Casarano.
Reti: nel primo tempo 16′ Aloia, 19′ e 37′ Usai, 39′ Gallon; nella ripresa 22′ Mura, 34′ Congiu.
Note: ammoniti Derudas, Gambella, Gallon, Onali.

Il sogno è finito? Beh, a dire il vero, neanche io mi sento troppo bene. Quel che abbiamo visto in campo, molto probabilmente, è solo la logica conseguenza di un nervosismo da “presunzione da onnipotenza” che evidentemente non sta ancora nelle nostre corde. Ad un certo punto è persino comparso uno strano striscione sugli spalti della “curva”. Raccontava di chi parla troppo e non fa onore alla città. Almeno così mi sembra di aver capito, visto che non era scritto proprio in modo del tutto comprensibile. Pensate un po’, c’è chi si lamenta di chi usa qualche vocabolo in più per dire la sua e non fa neppure un misero accenno a quei farabutti che buttano ben più di qualche pietra verso pullman, autista ed avversari del tutto innocenti, e che di “onore” alla città, evidentemente, ne hanno regalato proprio… tanto.

Ma torniamo alla partita, vinta con merito e perizia dalla “solita” squadra di Scotto. Personalmente il Lattedolce non la vorrei incontrare mai, tanto più quando siamo in condizioni di così smaccata debolezza. Loro sono forti, bravi a giocare la palla, squadra in tutti i sensi. E giocano con la leggerezza di chi si diverte. E  questo, va detto, è stato fino all’altro ieri anche un nostro pregio. Dobbiamo riacquistarlo nel più breve tempo possibile senza fare altri danni. Va detto che 4 titolari fuori per squalifica,  4 prime scelte fuori per infortunio, nonché un manipolo di giovani al palo (in panchina solo per far numero ma bloccati sempre per fastidi muscolari), non si possono regalare a nessuno. Tanto meno ad Usai e compagni.

Eppure nelle ultime tre gare, dove abbiamo perso 8 dei 9 punti a disposizione, stavamo sempre vincendo. A Budoni, senza il rigore inventato (lo diciamo per l’ultima volta, perché davvero siamo i primi a non voler parlare più di queste cose che ormai fanno parte solo della futura storia) probabilmente i 3 punti erano già bell’e che in saccoccia. Anche con la forte, ma fattibilissima, Lupa Roma se Diamoutene fosse stato espulso, come davvero meritava nel fallo su Molino, staremo recitando un’altra… poesia. L’arbitro e le sue decisioni sono stati del tutto ininfluenti con Lattedolce. Loro ci hanno battuto per due ragioni: una la loro forza, l’altra le nostre debolezze ed i nostri errori.
In nessuna delle quattro pappine siamo esenti da colpe, dal centrocampo alla difesa. Ma, nel calcio, la prima regola è che si vince e si perde tutti insieme. Ed oggi assieme a Ruggiu, ha perso anche Saraò, assieme a Doddo ha perso anche Loddo e così via. Un’altra cosa, Fino a qualche domenica fa la rosa sembrava non solo competitiva, ma più che sufficiente. Lo tsunami che ci è venuto addosso ha fatto capire che più di qual cosina manca ancora per giocarcela al meglio, in un campionato dove non si intravvedono compagini ammazza campionato e dove tutto è ancora da decidere. Per noi adesso deve cominciare sul serio un’altra fase. Grazie anche alla bella direzione di Meleleo di Casarano, dopo 11 gare, abbiamo concluso una gara senza rigori, senza espulsioni e con soli quattro ammoniti, 1 per noi e 3 per gli avversari. Se siamo stati in grado di resettare bene sulla “disciplina”, ancor di più possiamo farlo sulla questione “tecnica”. Ne abbiamo la forza e le qualità.
E lo dobbiamo fare come sempre, senza piagnistei e senza vittimismi, com’è capace di farlo questa società e questa squadra. Co stile, E, giusto per non dimenticare niente, di stile e civiltà ne è colma anche questa città che non tira sassi a nessuno, soprattutto agli ospiti e a chi viene da fuori.
Simprie