In questi giorni di inizio anno, un altro tassello dell’infinito puzzle dell’Olbiacalcio ha completato il suo viaggio terreno: Marino Spano, ci ha lasciato dopo una lunga e feroce malattia. classe 1931.

Uomo sobrio e gioviale, olbiese di valore, da ragazzo fu attaccante di vaglia a cavallo degli anni “cinquanta”. Giocava all’ala, nella fascia destra ed era davvero bravo, uno importante di quel gruppo “storico” di quei tanti talenti che “presero” per mano la Rinascita della Olbiacalcio, dopo il “fermo biologico” del biennio 1949/1951, riposizionandola ai fasti di sua competenza nell’agone calcistico isolano.
Quel gruppo Ciccu Cossu, Mario“Gunga” e Paolino Farina, Salvatore Manghina, Egidio Podda Bruno e Salvatore “Buttiglione” Piras, Sergio Marras, “Jonh  Stangalunga” (Tonino Varrucciu), Gustavo Giagnoni e Marino Spano, ripartirono dalla prima divisione sarda e si comportarono benissimo.
Marino, in quella stagione, fu il goleador principe della squadra, 16 gol in 28 gare disputate, 1 in più del fortissimo  centravanti maddalenino Piero Paoli. Ma l’esordio dell’ala destra Marino Spano, in prima squadra, era avvenuto precedente (1948-49), ultimo campionato prima dello stop che aveva fatto temere la fine prematura della nostra storia sportiva.
In quel campionato, ad appena 15 anni, Marino giocò per la prima volta, assieme a suo cugino “il Maestro” Piero Spano (entrambi di genia Saccheddu), firmando 19 presenze e realizzando 6 reti. Quella prima esplosione giovanile, condusse Marino verso l’Ozierese, per continuare a giocare con assiduità, prima di rientrare all’Olbia.

Con l’Olbia ha giocato in tutto 57 volte segnando in tutto 24 gol, quasi un gol ogni due gare. Il suo cammino nell’Olbia finì alla 6ª giornata del campionato ’53-’54, in cui dopo aver disputato appena 3 gare prima di un infortunio che lo bloccò per alcuni mesi. Marino continuò a giocare, nelle serie dilettantistiche di mezza Sardegna, sempre apprezzato e rispettato.
Nella vita civile, assieme al fratello Manlio (anch’egli ex gloria Bianca), fu commerciante nel settore dell’utensileria idraulica, nel negozio storico di Piazza Regina Margherita.
Il 17 aprile del 2016, la società dell’Olbia lo chiamò ancora una volta, a calpestare il terreno di gioco del suo “Comunale” (negli anni diventato “Nespoli”) per ricevere una targa in memoria dei suoi magici trascorsi in maglia Bianca.
A Francesco Columbano, suo amico ed antico compagno di squadra ne “Sa Cavonera” (squadra giovanile degli anni 50, nei tempi di quel biennio di “fermo”) ebbe modo di confidare che quel gesto e quella targa fossero “su pius pretziosu donu, della sa vida mia”.
Ed ai suoi cari ha chiesto espressamente che, quel “dono prezioso” e meritatissimo, diventasse suo “compagno di viaggio” verso la vita eterna . Il mite e sobrio Marino ha chiesto ed ottenuto che, nel suo feretro, venisse racchiusa accanto a lui, quel cimelio della SUA OLBIA. Qualche settimana fa, anche un altro Grande della nostra Storia (Giuliano Bettella) “partì per il suo viaggio eterno” in “compagnia” della sua Maglia Bianca, quella regalatagli da tutti noi, alla festa dei Kentannos.
Ciao per sempre, caro amico Marino.
Lassù, tra gli angeli e le stanze del Paradiso, Olbiabella potrà festeggiare in buona compagnia l’arrivo di una nuova Stella.
A noi, il dolore per un’altra “partita”… persa.

Con affetto, Tore Zappadu.