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Contrariamente al solito, la Nostra Scheda per conoscere le caratteristiche tecnico-tattiche della nostra avversaria, comincia riportando una parte del bellissimo e toccante editoriale che il collega Fabrizio Vincenti, ha postato nello storico sito “Gazzetta Lucchese” che da anni accompagna le vicende della squadra Toscana.
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Di seguito riportiamo alcuni stralci sulla “drammatica” situazione societarie di una della squadre più blasonate inserite nel nostro girone, ripresi dall’articolo di Fabrizio:

Romanzo Rossonero:
…La trama, più o meno è questa: un ideale spacciato viene quasi ucciso ma poi, senza apparente motivo, viene riportato flebilmente in vita affidando a un manipolo di uomini, fra cui un direttore sportivo e un allenatore, la missione di farlo sopravvivere col minimo sostentamento. Queste persone trovano una ventina di ragazzi disposti a svolgere il compito, ragazzi che pensano solo di svolgere la loro professione e in principio non sanno che del loro lavoro non resterà quasi più niente, perché a un certo punto c’è chi deciderà che ciò che aveva deciso di mantenere in vita, invece, deve morire. E’ così che il manipolo di uomini e i ragazzi si accorgono che la vittima non è solo una maglia a strisce con uno stemma, ma un simbolo fautore di passione per qualche migliaio di persone che, per quanto irrazionale possa sembrare, soffrono e gioiscono in suo nome. Con questa consapevolezza si scatena una sommossa contro gli “aguzzini”, adesso moltiplicati, la partecipazione smette di essere un lavoro e manipolo di uomini, ragazzi e tifosi si uniscono in vista di un unico fine: lottare per far vivere la Lucchese. Volevamo riportare il calcio alla sua dimensione pionieristico romantica con le parole, invece Obbedio, Favarin, i dipendenti della Lucchese e i giocatori ce lo hanno riportato coi fatti:
-nessun compenso,
-trasferte pagate dai tifosi,
-prato del campo tagliato dai giocatori,
-collette per le bottigliette dell’acqua,
-doccia fredda allo stadio e chi più ne ha più ne metta.
Ci siamo impegnati a cercare di spiegare la differenza che passa fra il calcio-industria dello spettacolo senza campanili e senza realtà di piccole dimensioni e il calcio fenomeno di costume facente parte della tradizione. Se non ci siamo riusciti eccola qua: a Lucca in futuro chi ha l’età potrà ricordare le grandi e vincenti Libertas della serie A, o la spettacolare Lucchese di Orrico che contribuì a rivoluzionare il calcio in Italia definendo la transizione fra sistema di gioco antico e moderno, poi ricorderà questo gruppo per lo più di giovanissimi ultimo in classifica e probabilmente destinato altrove quando alla fine l’utopia dovrà infrangersi nella realtà del disegno orchestrato dai grandi aguzzini. Forse mai prima di quest’anno si era mai creato un legame così viscerale fra i tifosi (i pochi rimasti) e la squadra: ogni partita è una festa in cui tutti i protagonisti in campo e fuori rivendicano il loro orgoglio e alla fine, qualsiasi sia il risultato, si celebra un connubio che resterà indelebile per chiunque lo abbia vissuto anche quando le strade si divideranno.
Se ancora oggi la Lucchese Libertas 1905 ha una minima speranza di non essere spazzata via e rigettata nella spazzatura del calcio dilettantistico, lo dobbiamo solo e soltanto a un gruppo che sta continuando a scendere in campo malgrado la società non esista più.”