STUPENDA RETE DELL’ATTACCANTE VENETO

Olbia-Ostia Mare 1-0
Olbia: Saraò; Ravot, De Cicco (75’ Mamadou), Steri, Peana, Miceli, Doddo, Franzese (53’ Marco Moro), Mastinu, Molino (83’ Masia), Khalifa; a disp.: Deiana, Malesa, Ortega, Taras, Florian, Falasca. All.: Biagioni
Ostia Mare: Travaglini; Martinelli, Angeletti (70’ Danese), Biagiotti (80’ Ferri), Costantini, Piroli, Piro, D’Astolfo, Fraschetti (75’ Trippa), Macciocca, Maestrelli; a disp.: Saccucci, Rossi, Matarazzo, palazzini. All.: Chiappara.
Arbitro: Degli Esposti di Bologna
Reti: 82’ Moro
Note: corner 5-4 per l’Olbia; Espulsi: Macciocca al 50’ per doppia ammonizione; 95’ Masia rosso diretto per  gioco scorretto; amm.: Franzese, Miceli, Ravot; Maestrelli.
Dallo scantinato della panchina dov’è stato troppo spesso relegato, riemerge il Moro che tutti abbiamo fortemente voluto in maglia bianca e che ha finora giocato col contagocce. Meglio tardi che mai e lui, da eccelso professionista qual è, ripaga con un gesto di classe sopraffina che ci regala una gioia sportiva da…orgasmo. A dirla ancora meglio: il piacere della vittoria l’assapori di più se hai conosciuto anche tanta astinenza. E vincere oggi, con merito indiscusso al di là di ogni commento, è stato davvero bello e gratificante, insomma lo ripeto (e mi scuso se qualcuno pensi sia licenzioso il parallellismo) esattamente come quando il sesso diventa Amore.
Dopo il match-winner parliamo anche dell’extra-terrestre Alessandro Steri, per il quale dobbiamo reinventare il nostro vocabolario per esaltarne il valore ed il mega supporto alla causa comune: Bravo, Bravo, Bravo… grazie da parte di tutti i tifosi.
Veniamo al dunque: Cominciano a duellare, due squadre che si temono e che lavorano da subito per non prenderle, dando vita ad un incontro non bello e senza troppi sussulti. A dire il vero inizialmente, quantomeno nei primi 45 minuti, appare più squadra l’Ostia che però, nonostante un chiaro predominio territoriale, riesce a fare solo il solletico a Saraò che, comunque in un’occasione all’11 si merita la pagnotta su una inzuccata ravvicinata di Costantini sventando bene la minaccia. L’Olbia gioca solo di contenimento, non riuscendo mai, nel primo tempo, a combinare una che una azione collettiva degna di nota. Solo al 40’ un dialogo Molino-Khalì porta il moretto di Rufisque al tiro, moscio e facile presa di Travaglini. Questo spunto del duo di avanti (quasi sempre delizia dei supporters bianchi) è stato, nei fatti, l’unico della loro non esaltante partita.
Diverso il discorso su Mastinu che, a larghi tratti, ha retto da solo il confronto con i forti difensori avversari.
Altra cuba, e di molto, quanto avviene nella seconda parte.
Inizia Macciocca a dare i “numeri”, facendosi ammonire per due cadute in area (simulata di sicuro la seconda) e soprattutto le troppe proteste verso l’arbitro. Degli Esposti (comunque non oculate le sue scelte, soprattutto nel finale) non è tipo da farsi scrupoli e dopo due gialli in sequenza lo spedisce alle docce. In 10 l’Ostia cambia registro e comincia una specie di melina (almeno 4 lunghissime pause per cascate “melodrammatiche”) con il chiaro intento di arrivare al fischio finale senza troppi danni. Stavolta però la panchina bianca si muove in tempo ed azzecca la mossa vincente, togliendo l’inconsistente Franzese, ed inserendo il sempre troppo dimenticato quinto Moro bianco che, come detto, cambia il volto della squadra soprattutto nella fascia avanzata dello schieramento, prima di arrivare ad un gollissimo da cineteca che porta lui a quota 8 nella graduatoria del cannonieri e l’Olbia a un di presso dei playoff. A dire il vero questo è stato lo spunto ed il gesto tecnico più bello  dell’incontro, ed oltre questo molto poco altro, da una parte e dall’altra.
A parte la sventagliata di Doddo respinta da Travaglini con personalità e la traversa colpita al 96’ mamadouda Costantini nell’ultimo angolo della gara, arrivato dopo una serie di sviste clamorose di un arbitro non certo in giornata: probabilmente giusta l’espulsione di Masia, abbastanza sospetta la clemenza nei confronti di Maestrelli dopo un poker di falli tutti da giallo sicuro e poi due belle ripartenze (una di Mastinu l’altra di Mamadou) bloccate senza ritegno dai difensori e graziate da un direttore di gara in giornata storta.

Negli ospiti, va segnalata, la bella prestazione di un sempre pericoloso Daniele Piro che, facilmente, è andato a nozze con De Cicco, pur non risultando oggettivamente mai decisivo sotto porta.
Per l’Olbia a quota 36 e dopo 6 turni senza intoppi, il respiro si è fatto sereno e riposante, ma soprattutto potenzialmente interessante per nuovi traguardi. Buone anche alcune novità tecniche: Ravot è tornato a pieno regime nel ruolo che, non da ora, avrebbe dovuto essere suo e Mamadou con alcune giocate ad alto tasso di personalità ha mostrato di essere pronto per il futuro… dell’Olbia che sarà.
Due ’96 a pieno titolo…Bravi!!!

Ma ragazzi, Bravi tutti e ad Majora!
Ed ora e sempre Olè Olbia Olè.
Simprie.