NIENTE PIU’ DI QUESTO,
NIENTE PIU’ 
Mah… sempre meglio che niente

Olbia-Lucchese 1-1
Olbia: Aresti; Pisano, Dametto, Leverbe, Cotali; Feola (30’ Arras), Muroni, Pennington (80’ Murgia), Piredda; Ragatzu, Ogunseye. A disp.: Idrissi, Van der Want, Manca, Pinna, Iotti, Vasco Oliveira, Marongiu, Senesi. All.: Mereu
Lucchese: Albertoni, Maini, Espeche, Magli; Tavanti, Merlonghi, Arrigoni, Cardore (72’ Capuano), Cecchini; Fanucchi; De Vena. A disp.: Di Masi, Razzanelli, Bragadin, Russo, Pagnini, Aufiero. All.: Lopez
Arbitro: Colombo di Como.
Reti: 6’ De Vena, 61’ Ogunseye (O)
Note: corner 7-6; amm.: Pennington (O), Arrigoni, Albertoni, Cecchini, Merlonghi; Spettatori: 770. Rec.: 2’, 2’.

Una pecetta, un pannicello caldo su una condizione pericolosamente precaria.
Continua, senza soluzione di continuità, il periodo di convalescenza di un’Olbia che non riesce più a trovare non solo la via della vittoria, ma anche quella per un gioco quantomeno accettabile. Anche oggi, opposti ad una Lucchese appena appena sufficiente, abbiamo continuato a macinare quell’insulso traccheggio da “imbaddinu”e inconcludente che aumenterà pure le percentuali di possesso palla, ma che non conduce da nessuna parte. Alla fine di queste prove tecniche di tiki-taka artigianale, abbiamo contato più di una dozzina di lunghi lanci a vuoto in area avversaria, nella terra di nessuno visto che quando attacchiamo, nella loro area di fatto non entra poprio nessuno.
Ogun fa quel che può.
Oggi è stato persino bravo a non sbagliare il pandorino natalizio che gli ha offerto quel fenomeno di Ragatzu, che con uno stop tanto leggendario quanto difficilissimo, sulla rimessa aerea di Aresti, ha meravigliosamente scartavetrato tutta la difesa avversaria, regalandoci la fine di… incubo.
Meno bravo, il nostro colored, ad un minuto dalla fine, quando sul settimo corner a nostra disposizione, manda alle ortiche una deviazione di testa abbastanza facile, di sicuro molto più semplice di quella messa in mostra nel maledetto autogol di Prato.
Ma tant’è, l’Olbia attuale è tutta qui, lenta, statica, molto più confusa che persuasa di se stessa.
Probabilmente soffriamo, oltre ogni limite, l’assenza di quel Geroni, spesso criticato, ma che quando gira, è il più serio pretendente alla regia di una squadra dove, un po’ tutti, li al centro, sembrano rifuggire le responsabilità.

Ogni volta che la palla arriva da quelle parti sembra che scotti e ogni diretto interessato non vede l’ora di disfarsene, passandola sempre al giocatore più vicino, meglio se appostato dietro ed in condizione di maggior libertà di movimento. Non è quindi un caso se, quasi tutte le rare impostazioni di gioco, passino per i piedi di Dametto o Leverbe e, oggi con molta approssimazione, anche dalle sortite di Pisano e Cotali nelle fasce.
Ragatzu che gira come una trottola, vagando per tutto il campo, pur di non dare alcun punto di riferimento agli avversari e, purtroppo spesso, anche ai suoi compagni è sempre più lontano dalla zona gol.
Anche Arras, oggi, dopo qualche promettente spunto agli inizi del suo ingresso, è sparito dal proscenio e non ha dato quasi niente di quel che le sue indubbie doti, finora hanno semplicemente abbozzato.
Ogunsolo, come ho detto più volte, non basta e così… non ci avanza niente.
Il resto è solo degli avversari. Insomma, siamo bravissimi a metter in evidenza tutte le debolezze del nostro organico e del nostro schema di gioco.

E, a dirla giusta, oggi ci è persino andata bene. Visto che appena un minuto prima del nostro spettacolare ( ancora: merçi Danieliño) pareggio, Magli tutto solo, stampava sulla traversa il piattone natalizio offertogli in un piatto d’argento dall’ennesimo nostro “sbandatamento” sul solito immancabile strafottuto corner. Stavolta la sorte è stata meno cattiva con noi, ma a guardar bene fosse entrata quella palla, sarebbe stato un 2-0 con soli due tiri nello specchio della nostra porta, e senza alcuna responsabilità del nostro SimONE, number ONE.
Anche a noi, per dirla tutta e sempre su corner, oltre che con l’erroraccio di Robertone, sarebbe potuta andare un pochino meglio, quantomeno nelle due occasioni di Pisano e in una debole conclusione ravvicinatissima ad Albertoni di Maxime Leverbe.
In conclusione “One goal is meglio che rien”, quantomeno abbiamo interrotto il rovinoso digiuno novembrino.
Rimangono due gare per chiudere il conto con questo girone di andata; ci mancano ancora 3 punti per finire alla pari con quel che avvenne nel campionato scorso. Sarebbe davvero una cosa bella se tra la trasferta di Viterbo e la gara casalinga con Monza, riuscissimo a portarli in saccoccia. Così, giusto per passare un sereno Natale, al quale, comunque finisca l’andata, chiederemmo però la grazia di non regalarci la stessa solfa del girone di ritorno di 12 mesi fa.
Questo sì che sarebbe insopportabile e, stramaledettamente nefasto.
Nel contempo, qualche regalino proviamo a farcelo anche da soli, per esempio frequentando al meglio e con qualche piccolo sforzo un po’ si shopping al mercato invernale. Perché, sarebbe davvero sconcertante, se alla Befana, fossimo in grado di “frugare” tra le calze per scoprire solo dell’inutilizzabile e poco gratificante… carbone nero.
A buon intenditor…
A voi Ragazzi, con affetto indissolubile, giunga il nostro: Ad Majora, nunc et semper OléOlbiaOlè!
Simprie.