Olbia-Pro Vercelli 1-1
Olbia : Crosta, Mastino, Gozzi (33’ Dalla Bernardina), La Rosa, Pisano, Biancu, Muroni, Lella, Vallocchia, Ogunseye, Doratiotto (52’ Parigi). A disp.: Barone, Van der Want, Zugaro, Manca, Miceli, Pennington, Verde, Demarcus. All.: Michele Filippi.
Pro Vercelli: Moschin, Foglia, Masi, Benedetti, Quagliata, Mal, Schiavon, Erradi (59’ Bani), Azzi (59’ Russo), Comi (76’ Cecconi), Rosso (59’ Varas). A disp.: Saro, Auriletto, Della Morte, Volpe, Iezzi, Franchino, Carosso. All.: Alberto Gilardino.
Arbitro: Bitonti di Bologna. Assistenti: di Parma e Regattieri di Finale Emilia.
Reti: 44’ La Rosa (aut.), 51’ Ogunseye.
Note: amm. Lella, Ognuseye, Vallocchia; espulso Filippi per proteste; rec.:0/+ 5’ spettatori: 350 circa.

NON VINCIAMO MAI!

Con il sole, con la pioggia o con il vento,
la “pareggite” è acuta…e sempre Male mi sento!

Pericoloso, estremamente pericoloso, continuare a crogiolarsi “ammirando” il bicchiere mezzo pieno. Oggi, come, in Tutti (e risottolineo Tutti) gli altri 4 pareggi potevamo e dovevamo VINCERE.

Non dimentichiamo i nomi delle nostre “naturali” contendenti alla salvezza, con cui abbiamo perso l’occasione di vincere (Como, Gozzano, Albinoleffe, Pianese e Pro Vercelli) tutte squadre più che abbordabili e comunque alla nostra portata.
Ma, com’é ovvio, NON ci siamo riusciti.
Giratela come volete, ma sono 10 punti spariti nel nulla.
Se non si capisce il perché, se non si trova la chiave delle nostre ripetute defaillances non ne usciamo… Salvi.

Inutile girarci intorno: Siamo e restiamo saldamente ancorati nelle zona buia della retrocessione.
Cominciamo con la prima serie considerazione che, tutti conosciamo, e che solo con le “chiacchiere” non si risolve, nella rosa a disposizione,  siamo: “pocos, locos y malunidos”.

Prendiamo, per esempio, l’autogol di La Rosa. Il nostro alfiere “terranoese” ha fatto una partita “eroica”, se l’è cavata contro due marcantoni come Comi e Cecconi, anche nei colpi di testa; ha liberato l’area con sicurezza in tutte le situazioni critiche e, inutile negarlo, di “criticità” ne abbiamo avute troppe. 
Ma Luca, come gli altri centrali difensivi, non può cambiare la sua natura. L’autogol è figlio dei suoi “geni”, perché è vero che, tra i tre pilastri difensivi di centro, è quello che calcia meglio di sinistro, ma anche lui è un destro naturale. Con quel piede ha sempre fatto i suoi gol, e con quel piede,purtroppo,  “ha segnato” anche ieri. E lo ha fatto, appunto col piede sbagliato, per difendersi da un’incursione di tre avversari (due alla sua destra ed uno alla sua sinistra) che a parere dell’arbitro, erano “osservatori neutrali”, cioè non erano lì per “contendergli il pallone, o tentare chiaramente di giocarlo, in quanto il pallone gli era vicino… facendo un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di poter giocare  il pallone” per cui ha ritenuto (?) sostanzialmente la loro posizione di offside “ininfluente”.
Insomma, ci si è messo anche l’arbitro ad “interpretare” a nostro danno un gol che, probabilmente, doveva essere annullato.

Comunque, è del tutto chiaro che La Rosa ha impattato la palla con il piede sbagliato.
Ma noi di centrali mancini, non ne abbiamo più da inizio campionato (ovviamente il Teramo calcio, ringrazia per la nostra “munificenza”).
Prendiamo Ogunseye…ad ogni partita ha due centrali che, con la scusa di marcarlo, lo “massacrano” di botte e, quel che è peggio, non appena prova ad usare il suo fisico per non soccombere, viene bloccato per fallo o ammonito. 
Lo scorso anno con Ceter era una musica diversa…
Parigi, che oggi ha disputato il suo più bel spezzone di gara, è un altro giocatore e comunque (probabilmente) non adeguato alle nostre esigenze.

A centrocampo, rispetto allo scorso anno abbiamo in meno: Ragatzu, Senesi, Calamai, Peralta, Gemmi, per non parlare della “inattesa” defezione di Piredda. In loro sostituzione sono arrivati Lella (lunga vita al lungagnone “murgiano” autore anche dell’unica vera grande occasione che abbiamo avuto per passare in vantaggio nel primo tempo) e Doratiotto, forse troppo proditoriamente chiamato a far “dimenticare” (?) il “divin esteta” di Quartu.

Se non partiamo da queste considerazioni, se anche Filippi non smette di “raccontarci” che il gruppo è solido e sufficiente, se ci accingiamo ad iniziare il girone di ritorno con lo stesso roster con cui abbiamo affrontato questa sequela di risultati agonici, non andiamo da nessuna parte, o meglio andremo sicuramente a sbattere nella più amara delle retrocessioni.

Se c’è una cosa che dispiace a chi, per professione, è chiamato a fare il critico per commentare le prestazioni sportive di questi ragazzi, è quella di non sentire la predisposizione d’animo di esaltare prestazioni, anche non mediocri, ma che di fatto non portano a niente.
Ma, comunque, provo a fare un’eccezione anche in questa ennesima deprimente occasione, per raccontare di un Mastino che probabilmente meriterebbe maggior fiducia ed i gradi di titolare in quella fascia.
Ieri aveva a che fare con due marpioni come Rosso e Quagliata (un millenial di cui sentiremo parlare) eppure ha difeso alla grande la sua fascia, proponendosi persino con molta sagacia nelle proiezione offensive.

Adesso ce la dobbiamo vedere con Arezzo, un’illustre delusa (probabilmente più di noi) rispetto al miracolo della scorsa stagione (4 nella classifica finale, ed arrivata ai quarti dei play persi di misura, 2-3, contro il “promosso” Pisa).
Insomma, allo stato dell’arte, una squadra abbordabile … un’altra occasione per smentire il pessimismo cronico che sta ammorbando le giornate degli innamorati della Olbiabella di Bianco vestita.
Ad Majora ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé

Simprie.