NON C’E’ CHE DIRE:

UNA  BELLA SVEGLIA!

Olbia-Prato 1-2
Olbia: Carboni; Pisano (89’ Russu), Miceli, Quaranta, Cotali; Geroni, Murgia (53’ Kouko), Piredda; Cossu, Ragatzu, Capello (72’ Senesi); a disp.: Montaperto, Deiana, Pinna, Dametto, Auriemma, Muroni, Delgado ; all. Mignani;
Prato: Iuliano, Catacchini, Ghidotti, Martinelli, Tomi; Carcuro, Checchin, Malotti (93’ Sowe), Romano (65’ Ogunseye), Di Molfetta; Moncini (86’ De Micheli), a disp.: Melgrati, , Antonini, Tavano, Danese, Benucci; all. Monaco
Arbitro: Lorenzini di Castelfranco Veneto
Reti: 5’ e 56’ Romano, 74’ Kouko (rg)
Note: corner 5-2 per Olbia; amm. Geroni, Miceli, Romano, Iuliano, Quaranta e Piredda Espulso al 72’ Benucci per proteste. Spettatori 1000 circa. Recupero: 1’ e 7’.

Meglio scrivere a mente e cuore fermo. Ieri, probabilmente avrei parlato col fegato e critto con le unghie roventi. Nonkouko1 ha caso qualcuno ha detto che il Presente non sia altro che quella parte dell’eternità che separa il regno della delusione da quello della speranza. Si grande, grandissima delusione. Immensa e crudele domenica di cacca. Troppo saccenti, troppo presuntuosi. Severamente mazziati. Di sicuro molti peccati di gioventù, quasi certamente aiutati da nostri errori di valutazione. Intanto le assenze. Una su tutte, quella del mio chiodo fisso Muroni Mattia d’Aristanis. Da sempre ho pensato che lui fosse il perno e l’equilibrio faticosamente cercato di un centrocampo dove, quando siamo al completo con lui, Geronik, Kocis e il Principe Andrea, non ce n’è per nessuno. Il bravissimo e promettentissimo Alessio “el diez” Murgia che tanto ha contribuito a “scardinare” la resistenza della corazzata Viterbese, domenica scorsa, sostituendo a meraviglia, il nostro capitano, non è in grado di sopportare e supportare il lavoro di M&M. Fanno un diverso mestiere. Quasi una catarsi vederlo osservare, marcandolo da dietro, quel folletto ventenne Antonio Romano, scuola Napoli, che da solo in area ricacciava in rete quel pallone miracolosamente deviato dal giovane Werther su incornata assassina di Di Molfetta, nel consueto e tragicomico piazzato (il primo corner dei toscani) che ci ha mandato in bambola e su cui scontiamo tantissimi peccati di gioventù.
Ma è andata come è andata… il tempo non è finito, lo spazio è relativo e tutto è soggettivo. Insomma, andrà meglio la prossima volta. Vivaddio il tempo, lo spazio e l’età per riprenderci e sognare ancora ce l’abbiamo. Ma è meglio augurarsi di non sottovalutare mai più, in maniera così impertinente i nostri avversari. Saranno stati anche gli ultimi della classe, ma loro lì in mezzo al campo con quei 5 faticatori asfissianti 5, ci hanno messo sempre in difficoltà. Anche quando giravamo la palla, quasi sempre finalizzata ad un altro rigiro palla che con stratosferica difficoltà provavamo a portare dentro la loro area. Nel primo tempo, a parte una girata moscia ma comunque intrigante di Quaranta, Iuliano non ha penato più di tanto per guadagnarsi la pagnotta. Loro ci hanno battuto sonoramente, da un punto di vista tattico e di gestione del campo. Avrebbero potuto chiudere in almeno altre due occasioni la sfida e a noi sarebbero rimaste solo lacrime e latte versato. Siamo entrati in foia agonistica solo dopo il rigore assegnato dal guardalinee che, fortunatamente, ha visto almeno lui. Avremmo potuto persino pareggiare e sarebbe stata tanta grazia di san simplicio. Accontentiamoci di avere salvato la pellaccia e di avere, come è nelle nostre corde, tempo e spazio per fare meglio. Ma dobbiamo davvero trarre grande saggezza da questa tranvata. Uno dei tanti consigli dei nostri antichi è quello che dice: più a lungo indugiamo sulle nostre sventure, più grande è il loro potere di farci del male.
Okkei allora, chiudiamola qui. Dicendo che davvero non c’è molto da salvare di questa brutta domenica. Nessun indugio neppure ad individuare il meno peggio della compagnia. Voi ragazzi ci avete viziato, abbiamo capito che vincete e perdete tutti assieme, quindi resettiamo questo “assieme” e riprendiamoci i nostri sogni. Perché, come raccontava prima il poeta canterino: È andata com’è andata: È stato quel che è stato, e non ritornerà, ho fatto del mio meglio e…. Comunque sono qua.
Ad Majora ragazzi, domenica si ricomincia, ora e sempre olèOlbiaolè
Simprie.