IL 18 LUGLIO PROSSIMO RICORRONO 4 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA
A DICEMBRE DI QUEST’ANNO L’OLBIA COMPIE 110 ANNI
RISTAMPO IL MIO RICORDO NEL GIORNO DELLA SCOMPARSA
DEL NOSTRO GIGANTE SENZA UGUALI
PER RIPROPORRE LA MIA IDEA DI ALLORA:
DEDICHIAMO IL CAMPO DI CALCIO DELLA BASA A BENVENUTO MISANI
CI SI ALLENA L’OLBIA, CI GIOCANO I RAGAZZI,
IL MISANI DIVENTEREBBE COME IL NESPOLI, COME IL CAOCCI
IL SIMBOLO DI UN’OLBIA CITTA’ E SOCIETA’ CHE HA IL DIRITTO DI VIVERE PER SEMPRE.

CIAO UGO!
Quando arrivò Lui, il Nespoli non era ancora un sostantivo del nostro campo di calcio. Misani, ebbe la L'Alfiere Benvenuto Misaniventura di vederlo in carne ed ossa quel ragazzo di 22 anni nato a San Sepolcro, figlio di un impresario edile, che appena due settimane dopo vide morire in un campo di calcio. Ugo Misani all’anagrafe Benvenuto, è stato il nostro gigante, uno su tutti, quello Per sempre. Come Mazzola al Torino, come Meazza all’Inter o Boniperti alla Juve, Noi abbiamo avuto il nostro indomito condottiero, il gigante di tante epiche battaglie sportive. Esordì il 10 gennaio del 1960 contro il Pontedera e dopo soli 14 minuti segnò il suo primo dei 74 gol complessivi (record assoluto) regalati alla nostra storia sportiva. Quattordici giorni dopo, si giocava contro la Carrarese, quando alle 15,35 finì tragicamente sul campo la storia umana e calcistica di un portiere di 22 anni che, da allora, diventò per Tutti noi il Bruno Nespoli, simbolo tragico ed al contempo epico di un mondo che non c’è più.
Ed oggi a far da cornice a quella epopea unica ed irripetibile, ci lascia anche Lui, Benvenuto “Ugo” Misani, il nostro capitano, il timone, la barra, l’ancora, il bastimento della nostra più vera e mitica storia calcistica. 334 partite in maglia bianca (record assoluto fino al 2013), 74 gol fatti: nessuno come lui finora e, probabilmente, mai più in futuro. Il giorno della festa dei Kentannos lo abbiamo atteso con trepidazione, perché sarebbe stato il principe assoluto del gruppo di “storiche glorie” che hanno popolato quelle irripetibili giornate. Stava male, già da tempo, provvedendo a svernare le ultime stille di un’esistenza non sempre facile nella sua terra parmigiana. Ma ci aveva detto con tutto il cuore di cui era capace che lo avrebbe desiderato più di ogni altra cosa, perché Olbia era la sua terra di adozione, la sua isola felice dove aveva vissuto la parte più intensa della sua vita.
Ciao Ugo, quella Olbia, questa Olbia non ti dimenticherà.
Magari dedicandoTi per sempre il nuovo campo de La Basa.
Vero  signor Sindaco?