OLBIA-AREZZO 1-0
Olbia (4-3-2-1): Rinaldi; Arboleda, Bellodi, Motolese, Montebugnoli (81’ Mordini); Dessena (91’ Incerti), La Rosa, Schiavone; Biancu (81’ Gennari), Ragatzu; Bianchimano (72’ Nanni); a disp.: Van der Want, Zallu, Contini, Zanchetta, Palomba, Scaringi, Scapin. All.: Marco Gaburro
Arezzo (4-2-3-1): Trombini; Donati, Risaliti, Chiosa (73’ Lazzarini), Montini; Bianchi (46’ Foglia), Shaka Mawuli; Guccione (46’ Gaddini), Catanese(65’ Iori) Settembrini (65’ Castiglia); Gucci. A disp.: Borra, Ermini, Polvani, Damiani, Masetti. All.: Paolo Indiani
Arbitro: Luigi Catanoso di Reggio Calabria.
Rete: 40’ Daniele DESSENA
Note: angoli 0-3; amm.: Montebugnoli (va in diffida), Ragatzu (va in diffida), Bianchimano, Rinaldi, Gucci e Risaliti; rec: +1’+7’.

Dopo 819’ (comprensivi dei recuperi), vale a dire 9 partite più 9 minuti, finalmente ritroviamo il sorriso del gol.
Dopo 9 partite di fila con una caterva di gol subiti (19) chiudiamo la serranda di Rinaldi ed usciamo con il sedere intonso.
Lasciamo, dopo 42 ore lo scomodissimo ultimo posto alla solitudine “consorella” Fermana e ricominciamo a … sperare.
Ma se da diversi punti statistici, questa partita resterà negli annali, vista da un punto di vista tecnico, non è stata proprio una gara indimenticabile. Male, molto male e, oggettivamente, peggio di noi l’Arezzo che, anche nello scontro dell’andata avrebbe meritato di perderla, ma assolutamente positiva la risposta dei nostri Ragatzi, al lifting rassodante e vitaminico del cambio di panchina e della rimpolpata di una rosa comunque sempre troppo corta, qualitativamente e nei suoi numeri, vista la “greffa” sempre numerosa in infermeria.
I dati oggettivi dicono che la difesa ha tenuto botta anche perché, un centrocampo di marpioni di mezza età (Rosa, Schiano e Desse) hanno giganteggiato e concesso pressoché niente ai pur bravi avversari.
Rinaldi ha lavorato a mezzo servizio, anche se è stato bravissimo al 69′ su Gucci e dieci minuti dopo su Mawuli chiudere lo spazio disponibile per due palloni malefici che rischiavano di complicarci la domenica.
In avanti discreta la “presenza” di Bianchimano, importantissima proprio in occasione del gol, visto che proprio su ulna sua botta ravvicinata e la respinta corta di Trombini è nato l’assist per Dessena che ci ha restituito la dignità di squadra, purtroppo accantonata dalle chiacchere di un incensante “Vento di Grecale” che rischiava di soffocare qualsiasi anelito di riscossa.
Insuperabili in difesa, finalmente “presenti” dentro l’area avversaria grazie anche alla posizione più avanzata dei Biancu e Ragatzu.
Complessivamente, quella vincente su un deludente Arezzo è stata una squadra vera, perché tutti hanno giocato per la squadra e non per il proprio “compitino personale”.
Tutti, nessuno escluso, hanno combattuto senza respiro per portare a casa i 3 di speranza che, per ora, rattoppano qualche ferita, ma sono ancora troppo pochi per pensare che il dado…sia tratto.
Per conquistare la salvezza, dobbiamo ancora arrivare alle rive del Rubicone e, per esempio, domenica ci attende la Carrarese di Davide Cappello che ha letteralmente sotterrato le “certezze” della Torres di Dametto e Mastinu.
Tra le eredità “perverse” lasciate dalla gestione Greco, c’è anche quello del nervosismo e delle troppe ammonizioni per cui, alla prossima gara abbiamo il roster gravato di 6 titolari in diffida (Bellodi, Dessena Ragatzu, Biancu e Nanni) ed un rincalzo Corti che, anche oggi si è visto con la stupida ammonizione presa da Ragatzu (nervoso per un fuorigioco fischiatogli, ha calciato nervosamente la palla lontano).
Quel nervosismo e tutte le paure, comprensibili per il periodo più “buio” e infelice dell’Olbia di Marino, dobbiamo lasciarlo alla spalle e credere nei nostri mezzi che, non saranno immensi, ma neppure così lontani dalle qualità degli avversari.
Nel segno di Bruno Nespoli (nella foto il bellissimo afflato tra i presidenti prima della partita, per il nostro eroe con i guantoni) dobbiamo essere fieri dei nostri colori.
Nel segno di GIGGIRRIVA (struggente lo striscione degli ultras, comprensibile la rabbia dei loro “stendardi” rovesciati per protesta, commovente l’applauso nei due 11esimi minuti giocati questo pomeriggio) è comunque bello sapere che proprio nella giornata calcistica a lui dedicata dalla Sardegna tutta, l’unica squadra professionista targata 4mori ad onorarla con la vittoria, è stata proprio LOLBIA.
Curagju Terranoa, se ci crediamo ce la FAREMO,
OlèOLBIAolè,
Tore ZAPPADU

P.S.: Volutamente non ho parlato di Gaburro, il nuovo condottiero, perché per esprimere giudizi è sempre meglio rispettare il tempo di una conoscenza ancora insufficiente. Certo è che, se il buon giorno si vede dal mattino, questo è stato davvero un giorno più che piacevole e, a dirla tutta, non sento più neppure… il fastidioso “Vento di Grecale”.