Olbia-Budoni 3-3
Olbia: Sannino; Ravot, Del Rio Iv., Pinna, De Cicco; Steri; Masia (83’ Peana), Kaliffa (88’ Budroni); Oggiano, Molino, Mastinu; all. Scotto; a disp.: Saraò, Varrucciu, Barone, Taras, Capuano, Del Rio Al., La Cava.

Budoni: Manis, Ibba (60’ De Rosa), Moretto, Corsini., Nyamekeh; Caggiu, Giunta (60’ Meloni), Di Prisco, Villa, Fontanella, Salvini (71’ Zela); all. Cerbone; a disp.: Cossu; Nnamani, Raimo, Corda, Mascaro.
Arbitro: Vidali di Pordenone
Reti: 4’ Mastinu; 7’ Salvini; 36’ Fontanella (rg) 38’ e 51’Oggiano, 94’ Fontanella.
Note: amm.Del Rio Iv., Oggiano, Molino, Khaliffa, Budroni per Olbia; Ibba e De Rosa per Budoni; 3-9 per Budoni; rec: 1’; 6’.

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R
abbia, Rabbia, Rabbia: nuova deludente incompiuta dell’Olbia. Pareggiare una gara così, dopo averla avuta in pugno per gran parte dei 97’ di gioco e con 5 palle gol mangiate da gente che quelle reti normalmente le farebbe ad occhi chiusi, non lascia solo l’amaro in bocca, fa semplicemente incazzare come non mai. Alla fine il Budoni può anche non aver rubato nulla, ma di sicuro il regalo grande glielo ha fatto l’Olbia per almeno 4 nefaste ragioni: la prima è stata quella di non chiudere un incontro che, per quanto complicato nel primo tempo, nella ripresa non aveva suonato che un solo spartito ed una sola musica quella dei magnifici cantori bianchi, soprattutto nei tre tenori (OM²) avanzati, sempre pronti per il “mosso con brio” e pungenti come nessun altro in questo girone. La seconda ragione è stata la indecisione della panchina sui cambi; a 35 gradi all’ombra in una giornata con una cappa che ti lascia senza respiro, nel momento decisivo (dal 60’ in poi) abbiamo continuato a giocare con diversi atleti esausti  ed in carenza evidente di ossigeno (Masia, che per fortuna ha chiesto ed ottenuto il cambio, Mastinu, Khaliffa, gli stessi Molinu e Steri che avevano corso come dannati) e mentre il Budoni immetteva gente fresca e tappava le stratosferiche falle della destra (Ibba)  inserendo Meloni e Zela, noi continuavamo ad annaspare mentre loro insistevano in un continuo, snervante e poco produttivo (prima del nostro regalo) forcing. La terza ragione sta nel fatto che, nonostante le pretese di squadra di livello, non sappiamo gestire il risultato, tentenniamo nel far circolare la palla e buttiamo via la stessa anche in circostanze deleterie.
Infine ultima, ma non ultima la pollaggine che, a ragazzi giovani, ma ormai scafati ed esperti difensori di categoria come i nostri, non si può consentir errori banali come il rinvio centrale a vantaggio di gente marpione e di classe sopraffina come Fontanella. A dirla tutta neppure Sannino ci è parso immune da colpe sul collo-piede perfetto ed angolato dal mezzo-destro partenopeo, altra perla extralarge per questa categoria (assieme a Villa, Oggiano, Molino, Mastinu e qualche altro) che, tra il terzo e quarto minuto di recupero ha trafitto Sannino ed il cuore di tutti noi. Non si possono fare presenti così grandi ad una squadra che, in tutta la ripresa non aveva fatto un solo tiro in porta (quello di De Rosa al 70’ seppur pericoloso era finito fuori). Il primo tempo era invece volato via in maniera più combattiva; a tratti, troppi per la verità, il trio di centrocampo Giunta, Di Prisco e Salvini (migliore in campo nei primi 45’) aveva il predominio del rettangolo, non sempre del gioco; perché gli sprazzi dei match-killer bianchi (oggi con quella cupa maglia nera) erano fantasia e gioia per i cultori del bel gioco. In una di queste il piccolo Khalì lanciava in paradiso Mastinu ed il pubblico terranovese, con una azione ed un gol da manuale.
Tutto sembrava facile, ma poi arrivava la fase della suonata, anzi le stonate del quarto d’ora centrale in cui i biancazzurri gorgheggiavano le arie festose della lirica e noi ragliavamo. Assurdo: 9 calci d’angolo di fila battuti dagli ospiti, in ognuno dei quali tremavano peggio delle foglie di eucaliptus battute dal maestrale. Ed in uno di questi, con il solito, apparentemente infantile modulo di due uomini vicini all’angolo pronti a vicenda per il cross, finiva in gol l’assist di Giunta per Salvini, secondo gol  subìto in due domeniche su corner! Qualche problema da risolvere, lo abbiamo sul serio. Poi ci pensava Molino che, in un momento di piccola amnesia, si dimenticava dell’arbitro che guardava e della maglia di Villa troppo tempo nella sua mano, di quelVilla che non aspettava altro che buttarsi a capofitto dentro l’area piccola, come colto da attacco epilettico acuto. Rigore sacrosanto e bella chiusura di Fontanella sull’angolo alla destra estrema di Sannino che intuiva, ma non abbastanza per fermare il pallone e la festa degli ospiti. In fondo, anche se solo su piazzati, fino a quel punto il Budoni non era in fuga immeritatamente, ma poi…

….Arriva lui. Il nostro immenso Fabio Ciabi Oggiano, che al 38’ mette in gol, dopo la solita serpentina (e stavolta il colored Nyamikeh ha visto le auree bianche alle pupille per tutti i 97’) in mezza giravolta inventa, su assist di Molino, un gol da cineteca che rimette le cose a posto; peccato solo che dopo pochi minuti su un invitante pallone di Steri non riesca a bloccare bene la sfera con lo stop a seguire fatto a mezz’aria e la tripletta gli sfugge di un soffio. Al 40’ una delle diverse e belle sortite di De Cicco mette Molino di fronte a Manis, ed il divino di Ovilò pasticcia di destraccio su un gol facile facile; prova a rifarsi al 44’ quando la palombella cucchiaio alla Totti supera Manis ma va fuori di pochissimo. Pazienza, perché la musica continua nella ripresa e come detto sono solo note e spartiti olbiesi. Con Ciabi Oggiano al 51’ crediamo di aver chiuso la gara. In pressing, il furetto di Li Punti frega il pallone ad un Nyamakeh in stato confusionale effettivo e permanente, e si immerge nell’acqua limpida della gloria con un sinistro da incubo per il bravo ed incolpevole Manis. C’è ancora tempo perché Molino, Mastinu e Khalì si mangino l’immangiabile.
Al 54’ succede il peggio delle sviste di un arbitro apparso troppo molle (2 soli ammoniti) sui continui, numerosi e snervanti falli tattici degli uomini di Cerbone. Molino si invola, in vantaggio sul pallone e nei confronti di Moretto che lo strattona e cerca di fermarlo, ci riesce e lo butta a terra poco prima che entri in area. Il fischio che dovrebbe sancire la punizione ed il rosso, o quantomeno il giallo per il difensore, finisce con l’ammonizione di Molino. Altra chicca arbitrale: all’88’ esce un applaudito e letteralmente esausto Babacar Mbaye Khaliffa da Rufisque, Meloni che evidentemente ha qualcosa da dirgli lo strattona e gli dice appunto quel qualcosa, il colored si volta verso di lui e lo invita a lasciarlo perdere senza sfiorarlo: arriva l’arbitro ed “ovviamente” ammonisce Khalì. Niente di scandaloso, gli errori ci stanno, ma forse qualche volta sarebbe bello vederli commettere anche per gli avversari.

Ragazzi anche questa è andata; questo pomeriggio mi è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno (ah sì, Oggiano è capocannoniere del girone e Ostiamare ha bloccato al sua fuga iniziale)… beh, non è proprio tutto da buttare…. E proviamo a suonare come sappiamo, domenica prossima a Sora. Non sarà facile, ma avete tutti i mezzi per farcela.
Ad majora ragazzi.
Simprie