IL CAMPIONE inimitabile dei miei Sogni di Ragazzo, L’UOMO pubblico più riservato e serio che nessun Gossip ha mai potuto scalfire, IL SARDO più iconico e libero che la STORIA targata 4MORI debba onorare è passato a “miglior vita” per traslocare, come Stella esplosiva, nel CIELO del firmamento celeste.
Mai nessuno come lui, ogni tifoso del Calcio ha le sue icone i suoi idoli, Gigi aveva il dono di essere IDOLO PER TUTTI.
Ed Oggi tutti ne ricorderanno le gesta, immortalandone immagini e racconti.
Di LUI ho avuto la fortuna Immensa di conservarne alcuni personalissimi, grazie al rapporto che papà Mario, giornalista RAI aveva intrapreso e consolidato con Giggi.
Il primo fu un omaggio di un biglietto, per la partita Italia-Svizzera che si giocava a Cagliari alla vigilia di Natale del 1967, per le qualificazioni europee che poi vincemmo con il lancio della “monetina” nella finale con la Jugoslavia. Mentre mio padre faceva il suo lavoro io arrivai ai cancelli dello stadio Amsicora molto prima che venissero aperti, pur se avevo in mano un posto centralissimo e garantito.

Quando occupai il mio “sedile” n° 520, eravamo ancora in pochi e, comunque ero circondato da tante piccole bandierine svizzere che con un suono più “stridulo” che efficace gridavano ripetutamente solo “suizziland”. Ricordo l’entrata in campo di Albertosi, Burgnich, Facchetti, Ferrini, Bercellino, Picchi, Domenghini, Rivera, Mazzola, Juliano e LUI… RIVA.
Vincemmo 4-0 e GIGGI segnò il secondo gol, Mazzola e Domenghini (2) gli altri, ma di lui mi rimase impresso un sinistro micidiale, nel finale di gara di cui tutti sentimmo il “rombo” che mise fuori gioco, il loro portiere che nel respingere la minaccia si fece male e fu sostituito.
Il secondo ricordo è quando, sempre a mio padre, consegnò le 11 maglie del Cagliari che papà portò ai detenuti sardi di San Vittore che, per il tramite di Mesina, avevano espresso il desiderio avere per indossarle nei “scontri sportivi” che venivano organizzati tra i reclusi.
Anche in quella occasione, da Sardo inestirpabile, pur condannando il Banditismo in tutte le sue forme, riteneva giusto che, nell’espiazione della pena, anche i reclusi avessero diritto a rivendicarne una corretta e legale Sardità.
Non so davvero se esista un “cerimoniale” legislativo per indire un Lutto Regionale, ma mai come in questo caso questo “rituale” sarebbe più che doveroso.
Così come la Nazionale Italiana dovrebbe rendere “indisponibile” la maglia azzurra numero 11, perché nessuno come GIGGI, nelle prestazioni, nei gol ed anche con grandissimi sacrifici fisici, l’ha mai saputa onorare di più.
E mai nessun altro lo potrà fare al suo livello.

Adiosu, in Kelu che sias…
Barore Zappadu fizzu ‘e Mario.