RECANATESE-OLBIA 4-1
RECANATESE (4-4-2): Meli; Longobardi, Peretti, Ricci, Veltri (79’ Manè); Senigagliesi (58’ Ferretti), Prisco, Carpani, Lipari; Sbaffo, Melchiorri (85’ Morrone). A disp.: Tiberi, Moscolo, Quacquarelli, Gomez, Marinacci, Mane, Canonici. All. Giacomo Pagliari
OLBIA (4-2-3-1): Rinaldi, Zallu, Bellodi (85’ Palomba), Motolese, Fabbri; Dessena, Mameli (63’ Zanchetta); Contini (63’ Cavuoti), Biancu (85’ Corti), Ragatzu; Nanni (85’ Scapin). A disp.: Palmisani, Van Der Want, La Rosa, Incerti, Arboleda, Bellodi. All. Leandro Greco
Arbitro: Alessandro Silvestri di Roma1
Reti: 71’ e 84’ Sbaffo; 75’ Ferretti; 82’ Dessena; 91’ Morrone
Note: angoli 4-5; amm.: Dessena, Peretti, Motolese (salta la prossima con Sestri Lev.); re.:0+5’
Ci hanno fatto Neri peggio, molto peggio della Brutta maglia che abbiamo indossato.
Una gara già scritta, dall’esordio prima del fischio con in mano la lista degli schieramenti.
Senza Montebugnoli, per problemi fisici, il nostro mister lascia fuori inopinatamente anche Arboleda dalla fascia di pertinenza.
A centrocampo si ripropone il duo Mameli-Dessena.
Per 70’ si gioca, da entrambe le barricate, con tanta attenzione a non fare danni in difesa, anche se il gioco vero lo “azzardano” solo e sempre i padroni di casa, perché sulle fasce tra i nostri e i loro due tandem Veltri e Lipari a destra e Longobardi-Senigagliesi a destra non c’è storia che tenga.
In copertura sembra reggere meglio Fabbri sulla sinistra di Zallu a destra, quantomeno per 70′, ma grazie anche ai ritmi blandi della gara, comunque non rischiamo molto.
A centrocampo, con Prisco, Carpani e soprattutto Sbaffo, siamo palesemente in svantaggio, Dessena fa il suo, come da esperienza, ma deve subito sprecare un fallo da giallo dopo appena 20’ che ne limita l’irruenza; Mameli regge botta nei contrasti, ma è timido e poco propenso al rischio e non riesce mai a “costruire” proposte di gioco per gli avanti.
In pratica accade che noi non tiriamo mai in porta seppur in alcune fortuite occasioni: Nanni dopo appena trenta secondi manda fuori di testa e al 28’ calcia debole sul piede di Peretti; Biancu al 28’ fa lo stesso sul piede di Ricci e Ragatzu??
Già, Ragatzu una sola volta al 31’ calcia male (anche a lui può accadere) un bel cross di Contini; per il resto il nostro impareggiabile Deghe sembra “spaesato” decisamente fuori contesto come fosse il Quinto del Quartetto di Kudera descritto ne l’Insostenibile leggerezza dell’Essere.
Ma, se noi non esistiamo in fase offensiva non è che i giallorossi facciano sfracelli. Cionondimeno, magari solo per abitudine, come dal Pagliari pensiero, non smettono mai di calciare verso Rinaldi: Prisco alto al 4’; Melchiorri di testa si mangia un assist al bacio di Lipari; un minuto dopo proprio Lipari riceve da Sbaffo e calcia rasoterra e Rinaldi blocca; 24’ Sbaffo fa le prove tecniche di “marcatura” e spara alto da oltre 40 metri; 34’ Melchiorri di testa colpisce la traversa, è offside, ma il rischio è stato grosso; 64’ altro tiraccio di Sbaffo, fuori di poco. Insomma loro non dimenticano mai di concludere un’azione che iniziano; noi sfilacciamo il gioco, perdendo di vista l’essenziale pesantezza dell’incapacità di Fare Gol.
E chissà perché, dopo il primo gol (al 71’ Destro a giro dal limite di Sbaffo, in rete al 4° tentativo) è l’ingresso di Cavuoti che ci restituisce un briciolo di verve perché è lui e solo lui che comunque prova a tirare verso Meli: al 68’ il suo sinistro è deviato è ci procuriamo il 4 angolo; all’82’ ancora il suo sinistro ci garantisce il quinto corner su cui dimezziamo lo svantaggio, grazie alla testa perfetta di Dessena su bell’assist di Biancu, 1-2 per pochi secondi.
Ma se è al centro che noi balbettiamo nei fraseggi è sulle fasce che loro ci fanno a “zigottu”, visto che siamo così bravi da concedergli praterie su cui scorrazzare e raccogliere tutti i frutti del gioco:
-75’ Veltri incontrastato si beve tutta la fascia destra e arrivato all’altezza della linea di fondo serve un assist che consente a Ferretti di siglare il suo primo gol stagionale, visto che non segnava dal 1 aprile scorso nell’1-1 contro la Reggiana: 2-0
-84’ stavolta è Ferretti che, sempre da destra, serve un delizioso pallone al “passero solitario” Sbaffo che, assolutamente indisturbato imita CR7 e ci infila come pifferi di montagna: 3-1
-91’ come una allegra compagnia di amici che festeggiano una domenica speciale i ragazzi di Pagliari invertono i ruoli, per arrivare allo stesso risultato, perché adesso tocca a Sbaffo servire con classe ed arte sopraffina l’assist per Morrone che in scivolata mette dentro il suo terzo gol stagionale: 4-1.
Strana vicenda quella dei cosiddetti rincalzi: loro inseriscono due punte di riserva, negli ultimi minuti e, manco a dirlo fanno gol e, badate bene, non è la prima volta che questo succede.
Noi che, anche coi rincalzi, non ci facciamo mai mancare niente, non perdiamo mai  l’occasione di inserire le due punte di riserva 11 volte per Scapin e 7(+13 lo scorso anno) Corti per scampoli più o meno lunghi di partite ed è, sempre e immancabilmente… Subito Serapalchi no toccani boccia!
Vista la pesantissima FIGURACCIA all’ombra dell’ermo colle, mi permetto due ultime considerazioni.
Lo scorso anno iniziammo il campionato “senza Arboleda” richiamato a fuor di popolo e le cose cambiarono dal giorno alla notte, anche quando lo impiegavamo a sinistra per i vari infortuni su quella fascia.
Arboleda Riserva è un reato contro il buon senso.
Senza più alcun dubbio Leandro Greco considera la presenza in campo di La Rosa inutile quando gioca Dessena, considerandolo erroneamente un suo doppione; la verità è che, sia sulle fasce ed ancor di più in mediana abbiamo bisogno di gente che contrasti e limiti il gioco degli avversari.
Nelle ultime 4 gare, contro Juve, Dessena affiancato da Incerti si è dovuto fare in “quattro” (rimediando anche un doppio Giallo) per chiudere i troppi buchi nel reparto, e comunque anche lì abbiamo preso 3 pappine.

Nella gara successiva con Pineto, nonostante la squalifica di Dessena, La Rosa ha retto bene la ennesima prova d’esame e, putacaso, abbiamo persino vinto.
Contro Lucchese l’esordio di Mameli in coppia con Dessena ha dato segni di speranza (per il giovane talento) per il futuro, ma di porta avversaria (?), non abbiamo mai e ripeto mai visto nemmeno l’ombra.

Ed Oggi???

Con tutto il doveroso rispetto Mister Greco, sono sicuro che avrà modo di spiegarci e rendicontare motivazioni e giustificazioni di questa DISFATTA.
A Noi, resta solo il compito di dirle con tutta onestà e sincerità che questo Salto di Qualità, da noi tanto atteso e da lei tanto decantato, derivante dal lavoro settimanale di insieme così proficuo e prodigo di obiettivi potenziali, NEI FATTI non riusciamo  davvero ad apprezzarlo.
È come la parabola del Godot di Becket che Aspettando, Aspettando non solo il Godot non arriva mai… ma, si dice che, nell’inutile attesa hanno persino smesso di rappresentarlo… in teatro.

INSOMMA UNO a QUATTRO stramaledettamente, INDIGESTO
Siami Sani,
Tore Zappadu