Alessandria-Olbia 3-3

Alessandria (3-5-2): Valentini, Sciacca (87’ Prestia), Cosenza, Dossena, Eleuteri, Suljic (78’ Di Quinzio), Celia, Casarini, Chiarello (65’ Gazzi), Eusepi, Arrighini (78’ Sartore). A disp.: Marietta, Gilli, Castellano, Gerace, Giura, Pandolfi, Crisanto, M’Hamsi. All.: Marco Martini
Olbia(3-5-2): Crosta, La Rosa, Gozzi (86’ Verde), Altare, Demarcus (56’ Mastino), Lella (56’ Biancu), Giandonato, Pennington, Pisano (76’ Zugaro), Parigi (56’ Cocco), Ogunseye. A disp.: Van der Want, Dalla Bernardina, Pitzalis, Belloni, Vallocchia.
Arbitro: Federico Longo di Paola
Reti: 50’ Casarini (A), 63’ e 79’ Eusepi (A), 69’ Biancu, 82’ Altare, 90’ Pennington
Note: corner 4-5 per Olbia; amm.: Demarcus, Altare, Pennington, Mastino, Verde, Chiarello; rec.:0/+4’.

“Se stai attraversando l’inferno, fallo a testa alta.”

Ed oggi che, calcisticamente parlando, l’Olbia tocca per la prima volta negli ultimi 4 anni l’inferno sportivo, con l’ultimo posto in solitudine in una classifica che continua ad essere come lo specchio nero della Regina Grimilde, la strega cattiva di Biancaneve, perché inflessibilmente ci racconta che siamo davvero i più brutti del reame, proprio oggi, questi “ciuanotti” vestiti di bianco sono stati commoventi e ci hanno riappacificato con la speranza che non tutto sia perduto.
Nelle ultime due gare abbiamo racimolato appena un punto, abbiamo subito 5 gol e ne abbiamo segnati 4, è vero, un solo punto in classifica e tante ragioni per non vedere alcuna luce nel tunnel in cui siamo piombati da 21 gare a questa parte, senza vittorie, senza sorrisi, senza certezze.
Eppure… continuo a credere che ci sia davvero qualcosa di nuovo sotto il sole.
Non si può giocare come stiamo facendo da qualche tempo a questa parte e… non vincere mai.
 Sarò un illuso, ma non è detto che debba sempre andarci di traverso quell’urlo che Tutti Noi Anime Bianche abbiamo in petto e non vediamo l’ora di esternarlo e, perché no, ricominciare a sorridere.
Inutile dire che tutto, anche le cose peggiori che riusciamo ad esprimere in campo, dipendono SOLO da noi. Che non si può essere così precisi e puntuali nel condurre tutte le fasi di gioco nei primi 45’ eppoi, non appena usciti dagli spogliatoi, consentiamo a Celia una cavalcata sulla corsia di sinistra, del tutto a pascolo brado e, nel contempo, lasciamo che Casarini entri dalla porta principale per il tapin di testa, senza neppure dover chiedere permesso… 
Una caratteristica che, anche in questa maledetta stagione, abbiamo comunque consolidato è che non ci stanchiamo mai di fare sempre le stesse cose; siamo persistenti, pervicaci e monotonamente…POLLI.
Ventidue volte su 23 abbiamo sempre preso gol (spesso anche più di uno) e per 20 volte abbiamo subito per primi… poi ci è toccato di rimontare, questo invece purtroppo non tanto spesso.
Questo splendido 3-3 mi ha ricordato quello mancato per un pelo a Carrara. Quando dal possibile 3-3 con Vallocchia che spreca l’occasione del pari… finimmo per subire l’onta del 4 definitivo gol, per una sconfitta, allora comunque più che meritata.
Ho ricordato Carrara perché anche allora, due delle nostre giovanissime certezze, guidarono la riscossa: Biancu e Pennington, allora come oggi sono stati determinanti nel raggiungere e posizionarsi su uno scalino che ha ancora tante rampe da scalare… ma, è innegabile, questo è davvero un NUOVO inizio. E di buone nuove ce ne sono anche altre, perché un Giandonato ed un Altare così possono davvero fare la differenza. Piccoli, ma confortanti segnali persino, dai pochi minuti, giocati da Cocco. Se il nostro immenso RobertONe all’83’ invece di calciare sul portiere da posizione impossibile avesse servito Cocco tutto solo nell’area piccola, adesso parleremo di un altro film. Insomma motivi per non disperare ce ne sono a sufficienza.
Ma non possiamo essere renitenti e resilienti solo qualche volta… Ogni domenica è la Volta Buona!
“Se stai attraversando l’inferno, fallo a testa alta.”
Oggi abbiamo recuperato la credibilità, domenica prendiamoci i 3 punti.
Confesso che, dopo la gioia (senza urlo però) per il tocco del Cangurino di Terranoa, ho guardato con molta attenzione la gara Como-Renate, per studiare meglio la nostra prossima avversaria che poi è, una di quelle da sempre posizionata nelle alte sfere della classifica. Renate ha la seconda miglior difesa del girone ed il 4 miglior attacco. Eppure quel che ha dimostrato il Como, assaccarrando letteralmente l’avversario, è qualcosa che mi incita all’ottimismo.
Per tutto l’incontro, a parte alcune occasioni su piazzati o corner, il Renate non è riuscito a costruire una sola azione degna di nota; qualche ripartenza con i suoi uomini migliori, ma davvero poca cosa. Di contro il Como ha corso, pressato e aggredito con tutti i suoi uomini senza dare mai respiro ai più titolati avversari. Ha avuto almeno una mezza dozzina di occasioni per segnare, alla fine ha vinto per 2-0 nel modo, probabilmente per quella legge del contrappasso che pur esiste anche nel calcio, più “allegorico” che si potesse sperare. Due calci di rigore, evidentissimi persino per l’occhio ferito di Polifemo, contro l’unica squadra di tutta la serie C che finora non ne aveva subito neppure uno, e se ne era invece accaparrati 6 e non tutti così limpidi e cristallini. Insomma, basterebbe che Olbia Bella facesse anche la metà di quel che hanno fatto Ganz e compagni, per ridarci il sorriso e un colorito più sgargiante rispetto a questo bianco pallido che ci portiamo addosso da….millenovecentosessantaquattro minuti (supplementari compresi).

Che poi tradotti in giorni, al 2 febbraio prossimo, saranno esattamente 147 giorni, visto che il nostro calvario è cominciato l’8 di settembre… sarebbe davvero ora chiudere i conti con questo con questa migragna.

Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé,

Tore Zappadu