C’era da aspettarselo, il recupero della 9 giornata, Piacenza-Entella, ha sconvolto, grazie alla vittoria dei biancorossi, il senso e il valore delle ultime due partite di campionato.
E, in questo rush finale dal brivido, si inserisce anche la nostra vicenda stagionale, con una trasferta a Piacenza che, sulla carta già così proibitiva, rischia di diventare una sorta di rito “sacrificale” alla cavalcata della capoclassifica verso la serie B. Cionondimeno, questa “piccola” squadra bianca, tra gli alti e bassi di stagione ha saputo, ogni tanto, elevarsi al rango di protagonista proprio contro le squadre più blasonate.  Sono stati 18 su 32 complessivi (al netto della “farsa” Pro Piacenza) i punti conquistati dall’Olbia contro le squadre che occupano le posizioni di vertice e che faranno i playoff.
La doppia vittoria contro Carrarese e quella contro l’Entella, sono lì a testimoniare che sarà utile per il Piacenza non sottovalutare questo impegno.
Qualcuno, al proposito ha scritto: ”Sabato al “Garilli” arriverà l’Olbia, e il primo obiettivo degli uomini di Franzini deve essere quello di battere i sardi; poi, per poter dire completo il percorso, dovranno sperare in una sconfitta o in un pareggio dell’Entella, impegnata contro la Juventus U23.  Qualora il Piacenza vincesse, infatti, si porterebbe a quota 74, mentre l’Entella, pareggiando….
E in questo senso si prosegue disquisendo sullo “scontato” andamento del penultimo sabato nei rettangoli della terza serie, come qualcosa di “già scritto”.
Vedremo come andrà a finire, di sicuro Ragatzu e compagni non hanno alcuna voglia di considerarsi predestinati al ruolo di “agnello sacrificale” e quindi, com’è ovvio, se la giocheranno come sempre hanno provato a fare, contro chiunque.
Sta di fatto che questo Piacenza fa davvero paura, non tanto e non solo per via del primato in classifica, ma per come ha costruito squadra e percorso con l’intento di rientrare in quella serie B che una volta retrocessa, con vicende anche amministrative e giudiziarie (fallimento dopo tre aste andate deserte nel 2012) che portarono alla radiazione della società, e la costrinsero a “ripartire” dall’Eccellenza nella stagione 2012-13.
A distanza di 6 anni, alla terza stagione (com’è capitato a noi) il Piacenza è pronto per il grande salto. Il Piacenza ha conquistato sul campo, senza tener conto della farsa Pro Piacenza, ben 20 vittorie vere 8 pareggi e totalizzato 6 sconfitte, 50 i gol segnati, 29 quelli subiti e 68 punti conquistati (2 più dell’Entella). A ben guardare i risultati della capolista, emergono alcuni dati significati, per esempio il fatto che soltanto in 7 occasioni su 34 l’attacco sia rimasto all’asciutto, e questo è accaduto 5 delle 6 volte che ha perso e due volte con pareggi (Novara e Cuneo) ad “occhiali”. Di sicuro ha portato bene, anche la “ristrutturazione” del mercato invernale, quando in luogo dei, pur fortissimi, Romero e Pesenti, arrivano “el locho” Ferrari (10 gol all’attivo) e Terrani (2 gol) dal Perugia.

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La svolta, probabilmente, ha anche una data: il 31 dicembre 2018, alla 20 giornata, il Piacenza perde in casa per mano della Pro Vercelli che, con ampio merito, grazie ad un gol di Morra porta via i tre punti e la raggiunge “virtualmente” in testa alla classifica (vista la inutilità della vittoria di “pirro” contro la Pro Piacenza). Quella è anche l’ultima gara con il “vecchio organico”, ma è da quel momento in poi, che la cavalcata diventa pressoché inarrestabile: 11 vittorie (compreso il recupero di martedì)  5 pareggi una sola sconfitta (per l’appunto con l’Entella per 1-3 al Garilli). In pratica 38 punti in 16 gare una media di 2,37 punti per partita, contro la media precedente (fino a tutto dicembre 2018) di 1,7 punti in 19 gare. Da allora si segna anche di più 26 gol (1, 6 gol a partita) rispetto ai 24 gol in 19 gare (1,2 a partita) della prima parte del campionato. Ma soprattutto, funziona meglio il rapporto con la difesa, visto che a parte la sconfitta ed i 3 gol con Entella, una sola volta il Piace prende 2 gol in una sola gara (pari per 2-2 con Pisa) grazie anche al suo Fumagalli, esperto ed unico sempre presente portiere emiliano.  Cambia, in qualche maniera, anche il modo di segnare: Corradi per esempio, da gennaio in qua raddoppia esattamente la sua produttività in zona gol:  (4 gol e 4 assist, conto i due precedenti per entrambe la graduatorie).  A proposito di Gol, detto che nella rosa complessiva dei 25 giocatori impegnati (senza considerare il portiere) sono 19 quelli che andati a segno almeno una volta, la squadra di Franzini segna un po’ in tutti i modi, anche se il 20% dei gol sono i penalty realizzati, visto che degli 11 rigori assegnati, 10 sono andati a segno (unico errore Romero con Pistoiese), va detto che la maggior vena realizzativa avviene dentro l’area avversaria, visto che sono 18 i gol segnati dalla loro “pressione” tra i 16 metri, tra i quali (meglio che la nostra difesa non lo dimentichi) ci sono anche 6 reti propiziate dai corner. Gli altri 22 sono frutto di supremazia nei colpi di testa (5 volte) così come le ripartenze (5 reti) ci sono anche 2 bellissime azioni manovrate, 2 micidiali mancini di Corradi su piazzato 2 tapin decisivi. Il resto è arrivato da tiri dalla distanza, più o meno potenti, tra questi degno di menzione è il mondial-gol di Della Latta alla Carrarese (2-1 per Piacenza) segnato con una precisissima palombella, dal cerchio di metà campo e finito all’incrocio dei pali di Borra.

Buona partita a Tutti,
Tore Zappadu