ALESSANDRIA-OLBIA 1-1
Alessandria (4-4-2):
Marietta; Rota (84’ Baldi), Checchi, Sini, Nunzella; Lombardi (72’ Ghiozzi), Nichetti, Speranza, Gazoul (89’ Nepi); Galeandro (89’ Pellegrini), Martignago (84’ Rizzo). A disp.: Dyzeni, Rossi, Podda, Costanzo, Mionic, Perseu, Bellucci, Ascoli. – All. Fabio Rebuffi.

Olbia (3-4-1-2): Gelmi; Brignani, Bellodi, Travaglini; Fabbri (46’ Sueva), Incerti, Minala (46’ La Rosa), Mordini (69’ Emerson); Biancu (88’ König); Ragatzu, Contini (94’ Babbi). A disp.: Wan Der Want, Renault, Occhioni, Boganini, Gabrieli. -All. Roberto Occhiuzzi. 
Arbitro: Giorgio Bozzetto di Bergamo.
Reti: 26’ Gazoul; 47’ Ragatzu (rig).
Note: angoli 6-7; amm. Travaglini, Contini, Nichetti; rec.:+2’+3’.

Un Punto per Uno, fa Contenti… NESSUNO.

Siamo sempre lì, al fondo valle della classifica.
E, soprattutto stavolta, le recriminazioni per la vittoria fallita, fanno più male della gioia oggettiva per aver scampato l’ennesima battuta di arresto.

LA SOLITA SOLFA

Primo tempo in perfetto stile Occhiuzzi che alla vigilia (“andiamo ad Alessandria per vincere!”) rinnova i consueti proclami bellicosi e al fischio dell’arbitro, va in scena l’altrettanto consueto “assalto al..niente” dei suoi ragazzi, con la riproposizione di Minala e Incerti al centro della mediana e il rientro di Contini, unica soluzione abbordabile per il reparto offensivo.
Primi 10’ nessun tiro in porta, secondi e terzi 10’, ancora niente: 32’ primo ed unico “affondo” dai 25 metri, del solito Biancu, Marietta devia in corner il tiro comunque non insidiosissimo del nostro 21… poi fino al 47’… ancora e sempre il consueto…NIENTE di NIENTE.
Al 26’ da un’ennesima incursione sulla fascia destra (Gazoul che salta Fabbri) Brignani interviene e devia in angolo, calcia Sini di giustezza per la testa del 18enne marocchino che alla sua 9 apparizione segna il suo primo gol tra i professionisti che, tra l’altro interrompe, l’astinenza della sua squadra che durava da 4 partite… (come sempre noi siamo magnanini e bravi a… rigenerare gli altri).
Comunque Zero a 1, per noi, con una debole Alessandria, apparsa copia sbiadita, rispetto ai  tantissimi “undici” con cui storicamente ci siamo  dovuti confrontare perdendo di sicuro più spesso che  no, ma sempre con prestazioni più che dignitose.

CAMBIA LA MUSICA

Al rientro in campo, FINALMENTE un cambio di registro, nelle abitudini più o meno scontate del mister che interviene subito con due cambi: La Rosa al posto di Minala (ennesima prova melensa del camerunense) e Sueva che rileva Fabbri, quest’oggi piuttosto intorpidito soprattutto in alcuni allarmanti svarioni difensivi.
In altre due sole occasioni (Rimini e Fiorenzuola) anche per via di primi tempi ugualmente negativi e decisivi in quelle due sconfitte, Occhiuzzi aveva “osato” rivedere ad inizio ripresa, le sue sempiterne “certezze” pervicacemente immutabili in tutte le altre gare.
Comunque sia, una buona e, ripetiamo finalmente, fortunata e tempestiva decisione, perché da un lato La Rosa, già dai primi 5’ di gioco tocca il doppio dei palloni “non giocati” da Minala nel èprimo tempo, e Sueva sulla fascia si mostra subito più aggressivo. pimpante ed efficace di Fabbri.
E poi… ARRIVA, anche quel pizzico di sorte finalmente “propizia” quando, nell’ennesimo contrasto del ritrovato Robertino Biancu all’interno dell’area avversaria, Speranza tocca sfacciatamente con la mano un pallone che il nostro trequartista si stava apparecchiando per un altro tentativo verso la rete.
Sul rigore Danielinho docet (insegna) e Marietta clamat (piange): destro a mezzaltezza imparabile per i suoi guantoni, ed incrocio del pali centrato per l’agognato pareggio .
È il 65° gioiello  del nostro goleador principe in tutta la nostra storia in Serie C: 65 reti in 183 gare con 15.104 minuti giocati, raccontano di un gol ogni 2 partite e mezza.
Un calciatore con la sua classe, il suo rendimento e la sua perseveranza nel garantirci “solidi” bottini di gol ogni stagione, rendono questo bene prezioso, incomparabile e decisamente fuori posto… nei bassifondi della classifica.
Insomma il pari e i due innesti cambiano la partita e l’Alessandria appare quella che, in effetti sembra essere sin dall’avvio del campionato:  una squadra mal assortita e decisamente stonata rispetto al blasone e la indiscutibile tradizione di nobiltà nel calcio professionistico che si rispetti. Siamo bravi, in tante occasioni a mettere alle corde i Grigi, ma sempre deboli, impauriti e indecisi nel concludere a rete.
Giochiamo solo Noi eppure, come sempre, le opportunità più prossime al gol siamo sempre Noi a regalarle agli avversari:
-58’ Gelmi pasticcia su un rinvio, Martignago acciuffa il “regalo” e, defilato sulla fascia destra, si invola solitario verso la porta, sul suo diagonale violento Gelmi ripara all’errore deviando in corner;
-71’ sugli sviluppi del loro sesto angolo, Galeandro, abbandonato dai nostri centrali, ha l’unica chance trovandosi tutto solo all’altezza del dischetto ma, fortunatamente per noi, cicca pallone e raddoppio.
Per nostro conto, la più invitante opportunità la recuperiamo, nel finale:
-al 91’ quando Incerti (dignitosa la sua prova, seppur con non poche ombre) prova ad imitare (e purtroppo ci riesce) l’erroraccio di Galeandro, dall’altezza del dischetto, mandando all’aria il gol della vittoria con un sinistro sbilenco e fuori misura, che di fatto ruba la “sciabolata al destro” ad un “incazzatissimo” La Rosa, potenzialmente più opportuno e, quasi sicuramente, più risolutivo del suo tiraccio.
Peccato, davvero un peccato non aver rotto l’incantesimo e ritrovarci, soltanto, con un punticino flebile flebile che non cambia di una virgola il nostro cammino claustrofobico di… penitenza, nel baratro di un presente che è ancora impossibile da dimenticare.
Ma anche e, soprattutto, per questo per questo, nunc et semper: Ad Majora Ragazzi!
OlèOlbiaOlè
Tore Zappadu