OLBIA–RENATE 2-2
Olbia (4-3-1-2): Tornaghi; Arboleda, Emerson, Altare, Pisano; Pennington (71’ Lella), Ladinetti (82’′ Marigosu), Occhioni (46’ Cadili); Giandonato (71’ Biancu); Cocco (71’ Udoh), Ragatzu. A disp.: Van der Want, La Rosa, Della Bernardina, D’Agostino, Demarcus, Pitzalis, Cossu. All. Canzi
Renate (3-4-2-1): Gemello; Anghileri, Damonte, Possenti; Guglielmotti (87’ Merletti), Kabashi, Rada, Esposito; Galuppini (84’ Marano), Giovinco (69’ Ranieri); Maistrello (87’ De Sena). A disp.: Bagheria, Marafini, Sorrentino, Magli, Lakti, Confalonieri. All. Adamo (Mr. Diana squalificato)
Arbitro: Luigi Carella di Bari
Reti: 3′, 91’(rig.) Daniele Ragatzu, 10′ Kabashi, 59’’ Galuppini
Note: amm. Occhioni, Pennington e Pisano (O). Angoli: 4-0 Renate. Rec.: 1′+4′.
Sull’orlo del baratro, Daniele Ragatzu il divin esteta di Quartu, si riprende l’Olbia e la riporta nel sentiero interessante di un orizzonte meno scontato. Contro la prima della classe, si parte alla grande, grazie all’estro mai spento di Danielinho che al 3’ al limite dell’area costringe al fallo Damonte, e sul piazzato “anticipa” la monotona stangata di Emerson ed appoggia il suo delizioso interno destro sull’angolo alto della porta avversaria dove nessun “Gemello” al mondo sarebbe potuto arrivare. C’è il sole, e non fa neppure tanto freddo, sembra la giornata buona per divertirsi ed invece per tutti i rimanenti 43’ del primo tempo riscopriamo gli spettri dei “the Living Dead”. Un’Olbia spettrale, che partecipa alla rappresentazione “calcistica” di un Renate arioso, ispirato dalle giocate di un Kabashi, da sempre nostra apprezzata “bestia nera”, e da un dinamismo di squadra splendido contraltare di un’Olbia ferma al palo e bloccata in ogni angolo del rettangolo di gioco. Nell’azzardo, complicatissimo, di provare a trovare qualche barlume positivo, diciamo che qualche guizzo di Ragatzu e due o tre parate di Tornaghi sono stati i nostri unici segnali di… esistenza in vita. La cosa strana è che nonostante la immensità di occasioni prodotte da Kabashi e soci, i nerazzurri vanno in rete solo sul missile piazzato alle spalle di Tornaghi, comunque facilitato da un posizionamento della nostra difesa, a dir poco, scombinato. Canzi, prima cambia modulo, poi nella ripresa, dopo che Galuppini manda alle spalle di Tornaghi, l’ennesimo piazzato, stavolta persino deviato da una delle “strane” statuine piazzate a guardia della nostra rete, il mister, a spizzichi e bocconi, inserisce forze fresche e, nella ultima mezzora, l’Olbiabella da segnali di rinascita. Riprende vigore e concretezza il caracollare nel rettangolo di gioco di Pennington (bella ma fuori di poco la sua staffilata da fuori area al 65’), Cadili copre più e meglio i buchi della fascia rispetto al giovanissimo Occhioni, Udoh quantomeno esiste, rispetto allo spento Cocco, Ragatzu fa ammattire l’intera retroguardia avversaria con i suoi imprevedibili giri di valzer in ogni zona d’attacco. I minuti passano e, comunque, tutto sembra volger al peggio perché di fatto non tiriamo in porta, anche se “stranamente” diamo la sensazione di metter paura ad un Renate, ormai sulle gambe ed a corto di ossigeno. Il piccolo miracolo avviene allo scoccare del 90’ quando Anghileri si fa ipnotizzare dall’ennesimo gioco di prestigio dei piedi fatati di Danielinho e lo stende proprio all’angolo estremo dell’area di porta difesa da Gemello. Sull’esito del penalty, con il Ragatzu di Oggi nessun dubbio: il pareggio è servito: il Renate stecca la settima vittoria consecutiva, e l’Olbia, pardon, Ragatzu ci regala il terzo risultato utile consecutivo.
Ad Majora Ragazzi et nunc et semper OléOlbiaOlé,
Simprie.