UN IMBECILLE MACCHIA
LA SPORTIVITA’ DI RIETI

Cristina, ti chiediamo scusa.
E chiediamo scusa anche a tutte le Cristine, i Federico, le mogli i padri e i parenti “stanieri” dei nostri protagonisti in maglia bianca. Chiediamo scusa per ieri e per domani, per oggi e per allora perché Noi, Olbiesi e 4Mori, abbiamo una colpa incancellabile: Siamo sardi.
E, credimi, anche ed oggi soprattutto nello sport questa condizione Non è Mai stata facile, né lo sarà. Chi dei Nostri ce la fa, deve compiere un salto ad ostacoli, ben più alto di tutti gli altri coetanei del continente. Penso per esempio a Fabio Aru che a 14 anni ha lasciato, la sua famiglia, la sua casa a Villacidro per consentirsi di diventare un campione ed un simbolo per tutta l’Italia.
E penso a tutti gli sforzi economici aggiuntivi che le squadre sarde debbono affrontare per giocare alla “pari” con le avversarie del continente e quanta rabbia queste stesse avversarie (non tutte la verità) abbiano per dover affrontare anch’esse almeno una volta a stagione uguale “sacrificio” nella traversata al rovescio.
E penso a tutte le volte che ci chiamavano “banditi”, “pastori”, “colonia”…
Insomma Cristina, sappi che Noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle il “razzismo” idiota di chi ha sempre pensato che la relazione tra Noi e l’Italia fosse, come dire, un “vuoto a perdere” a nostro svantaggio. Fortunatamente questo “clima” va scemando e, fors’anche perché molti “italiani” e tanti altri di ogni parte del mondo, nel tempo e soprattutto in estate, hanno avuto modo di conoscerci ed apprezzarci per quel che siamo (con pregi e difetti), più spesso di prima oggi riceviamo reciproca considerazione anche nei nostri valori sportivi oltre che umani e sociali.
Ma, purtroppo, la madre dei cretini è sempre incinta e quel Cretino in giubbotto rosso (che va individuato subito e, vista l’età, condannato al daspo perpetuo) è probabilmente un caso isolato persino a Rieti. Il suo “delinquenti” rivolto a tuo marito Alessio, ai suoi compagni di squadra ed a tutti gli olbiesi e sardi, è probabilmente una sua tipica aggettivazione verbale che magari rivolge a se stesso ogni mattina quando si rade.
Grazie al cielo non sono rimasti in tanti, i cretini e gli antisportivi.

Cristina, tutti Noi Olbiesi ed i4Mori ti siamo vicini e, adesso, ti chiediamo scusa anche per quell’imbecille, isolato e violento che non merita più alcuna attenzione (a parte quella giudiziaria), ma nel contempo ti chiediamo di continuare a seguire con la simpatia e la signorilità di sempre il tuo Alessio e la nostra squadra.
Anche tu, non so per quanto tempo ancora, da qualche anno sei un po’ Sarda. E credimi, non è una malattia. Questa pelle e questa condizione è una cosa che, più passa il tempo, e più ti dà la netta sensazione di avere radici salde, storia umana ed eroica, cultura e umanità specifiche, da condividere con chi è capace di vedere e capire.
Sardi vuol dire Essere, non Avere…
Credimi è proprio così, anche e ancor di più quando anche per pigiare sui tasti del pc, lo devi fare a tremila chilometri di distanza perché hai dovuto lasciare la Tua Isola per consentirti di ritrovare la serenità economica, come hanno fatto i miei nonni, mio padre. i miei figli e migliaia di nostri fratelli sardi accumunati dalla stessa identica e meravigliosa identità.
Un Abbraccio forte a te, Alessio e papà Federico, con affetto Tore
prima
trese
due
quatro