Olbia-Piacenza 2-3
Olbia (4-3-2-1): Tornaghi; Arboleda, Altare, Emerson, Cadili; Ladinetti (73’ Lella), Giandonato, Pennington (84’ Doratiotto); Ragatzu (78’ La Rosa), Biancu (84’ Belloni); Udoh (84’ Cocco); a disp.: Van der Want, Cabras, Demarcus, Secci, Putzu, Marigosu. All. Max Canzi.
Piacenza (3-4-2-1): Libertazzi; Tafa, Battistini (66’ Lamesta), Marchi; Simonetti (46’ Gonzi), Corbari, Palma, Visconti; Pedone, Galazzi (59’ Cesarini); Babbi (59’ De Respinis); a disp.: Stucchi, Martimbianco, Renolfi, Saputo, Cannistrà, Miceli, Maio, Scorza. All.: Cristiano Scazzola
Arbitro: Stefano Nicolini di Brescia
Reti: 35’ Cadili,54’ Ragatzu; 72’; 89’ Corbari; 96’ (rg) Palma
Note: angoli 8-4; amm.: Giandonato, Ladinetti (diffidato salta la prossima), Udoh, Arboleda (diffidato salta la prossima); Battistini, Palma, De Respinis. Rec.:+2+6’.

Una attesissima singolar tenzone, per non rimaner tramortiti dai bassifondi di classifica, arriva al fotofinish con la vittoria del Piacenza che, dallo 0-2 dei primi 60’, oltrepassa l’ostacolo Bianco e inanella una vittoria che è tutta una festa nel cammino di resurrezione impresso dal nuovo mister Scazzola. Eh sì, il nuovo allenatore ha saputo plasmare i suoi pur giovani ragazzi (24,6 la loro età media, contro i 26,5 dei nostri) rendendoli dei veri “assatanati” alla ricerca della… remuntada. 
La gara l’ha vinta il Piacenza perché, quest’inverno, ha stravolto l’assetto di squadra, cambiando una mezza dozzina di calciatori per poter disporre di una panchina lunga. E quanto siano importanti i rincalzi lo hanno mostrato i vari Gonzi, De Respinis, Lamesta e Cesarini. Ma soprattutto, decisiva è stata anche la decisione della Società di affidare un manipolo di giovani, ad una guida esperta come Cristiano Scazzola che, da un mese ha sostituito il giovane, pur bravo ma inesperto Alessandro Manzo (alla sua prima esperienza in una panchina del calcio professionistico). I risultati si sono visti immediatamente, in 5 gare 3 vittorie un pari ed una sconfitta (la prima di Scazzola) con il Pontedera. E, come abbiamo potuto ammirare (bon gré mal gré) al Nespoli, non hanno mollato l’osso fino a che non l’hanno… divorato del tutto. 
Insomma, da qualsiasi parte si voglia guardare questo ennesimo tonfo della nostra Olbia, non si può prescindere dai dati di fatto che, in vista di un finale di stagione che si annuncia sempre più problematico, ha ben poche frecce sul suo arco per risollevare le sue precarissime sorti di classifica. Per un’ora i bianchi hanno saputo imporre i loro ritmi e la loro pressione, grazie alla buona vena di Udoh (il migliore e più reattivo degli undici) e ad alcuni guizzi, Giandonato e Ladinetti su tutti, che ci hanno consentito di andare in vantaggio con ben 2 gol di differenza. Niente di trascendentale, ma comunque un bel e cospicuo vantaggio che, purtroppo, non siamo stati in grado di preservare. Con l’ingresso, tra i nostri avversari, dei nuovi entrati (Gonzi, sulla corsia di sinistra, De Respinis al centro e Lamesta a destra) l’Olbia si è sciolta come la neve al sole. Il tamtam verso Tornaghi è stato continuo, martellante e sempre più convincente ed alla fine. Persino, meritatamente vincente. Canzi ha tardato ad inserire La Rosa, (ancora una volta) lasciato a svenare nei pascoli tetri della panchina, ed ha sbagliato a lasciare Demarcus in panca, e a credere (ancora una volta) che l’ingresso di Cocco avesse potuto portare una qualche utilità. L’Olbia ha continuato a subire, minuto dopo minuto e (ancora una volta), la capitolazione è arrivata per un pasticcio del giovane e pur bravo Altare che, atterrando De Respinis, che rischiava di involarsi in area verso Tornaghi, ha concesso il rigore… velenoso per una sconfitta al triste sapor di fiele. 
E se all’andata il Piacenza ci aveva raggiunto all’ultimo giro di lancetta per un pareggio (anche allora) comunque meritato, stavolta ci sorpassa all’ultimo respiro utile. 
Un respiro che, per loro, sa tanto di rinascita e di salvezza oggettivamente raggiungibile. 
Per noi invece, è buio pesto e se è pur vero che, come diceva qualcuno, “del doman non v’è certezza”… quel che preoccupa davvero e drammaticamente è questo OGGI più che disarmante.
Siami Sani…Ragazzi e, comunque, sempre ad Majora…
Salvatore Zappadu