OLBIA-SIENA 0-0
Olbia (3-4-1-2): Ciocci, Brignani (78’ Boccia), Pisano, Emerson; Renault (62’ Ladinetti), La Rosa (84’ Mancini), Chierico (62’ Lella), Travaglini; Biancu; Ragatzu, Udoh; a disp.: Van der Want, Pinna, Giandonato, Perseu, Belloni, Occhioni, Saira, Manca. All.: Canzi
Siena (3-4-3): Lanni; Guillaumier, Dumbravanu, Crescenzi; Laverone, Cardoselli, Pezzella (80’ Bani), Favalli; Guberti, Ardemagni (80’ Fabbro), Caccavallo; a disp.: Mataloni, Bastianello, Terigi, Farcas, Zaccone, Bianchi, Meli,. All: Padalino
Arbitro: Luca Zucchetti di Foligno
Note: angoli 3-3; amm. Emerson (va in diffida), Brignani, Chierico, Ladinetti; Ardemagni; rec.:0+3’.
Parecchio complicato tentar di giocare al calcio e, per noi, scriverci sopra con questo ultimo (speriamo) codazzo invernale,.
Tanto più per due squadre che a fine stagione si ritrovano a recriminar sui trascorsi perduti, con l’ansia di non potersi permettere ulteriori batoste.
Insomma pioggia e vento, hanno frantumato qualsiasi illusione di raggranellar sorrisi o punti vittoria.
Qualcosina in più l’Olbia, grazie al fatto che ha nel suo seno, un Ragatzu capace di danzar col pallone anche sulla cresta del mare.
Due palle gol invitanti e preziosissime, al 2’ per Udoh ed al 31’ per La Rosa non sono andate a buon fine, la prima per merito di Lanni in uscita salvifica, la seconda per la mira non perfetta della capoccia di Luchino da Olbia, sempre più a suo agio nei panni del Gladiator Massimo duro a morire.
Per il resto, niente da segnalare… sia dall’una che dall’altra sponda.
Olbia e Siena, debbono rimandare ancora una l’appuntamento con i … sogni di gloria.
A 37 punti, nella terra di mezzo, dove i confini tra il sorriso e il pianto, sono sempre più labili.
Allo stato dei fatti uno 0-0 che non serve a nessuno, perché entrambe le squadre ci sono arrivate sbagliando la rincorsa e le opportunità per ritrovarsi laddove, l’organico e i programmi della vigilia, avevamo promesso di arrivare.
Per quel che ci riguarda, stiamo concludendo la stagione, senza essere riusciti a vincere mai due partite di fila.
È pur vero che mancano ancora 5 opportunità, ma se, alla fine, non ci riuscisse la “doppietta”, sarebbe la prima volta che questo capita nel sessennio della gestione di Marino.
Ed, a memoria mia, nei 9 anni di Pintus, ci capitò solo nel 1973-74 quando retrocedemmo.
Siamo ancora in tempo per inanellare uno di quei filotti di “fine stagione” che nel 2016-17 (Mereu docet), nel 2019-20 con Brevi e lo scorso con lo stesso Canzi, ci hanno consentito recuperare la “credibilità” sportiva accantonata durante il percorso.
Il Teramo, l’avversario di domenica, non è semplicemente una delle 5 finali che ci restano per rispettare gli obiettivi della vigilia, ma è molto, molto di più perché, essendo di fatto l’ultima spiaggia per abbandonare la palude dei playout, ed il primo gradino per ritentare l’assalto al “pianerottolo” dei playoff.
La linea rossa tra il fallimento del traguardo e la suggestione del trionfo, è così invisibile che non possiamo assolutamente continuare a vivacchiarci sopra.
Ad Majora Ragazzi, il cammino verso l’Arcobaleno è ancora ricco di ostacoli, ma non possiamo perdere la rotta.. 15 punti a diposizione non sono una chimera.
Quel che è certo, è che l’inverno è finito, e, come dicevano “li nostri antichi”: “chena ea e chena entu, finit puru s’iscalmentu”.
Simprie