VIS PESARO-OLBIA 2-1
Vis Pesaro (4-3-3): Farroni; Rossoni, Tonucci, Bakayoko, Zoia; Aucelli (66’ Ghazoini), Coppola, Di Paola (58‘ Astrologo); Fedato (58’ Ngom), Cannavò (90’ Sanogo), Pucciarelli (66’ Valdifiori) – A disp.: Campani, Nina, Sosa, Borsoi, Venerandi, Garau, Gega. All. Oscar Brevi.
Olbia (3-4-1-2): Sposito; Brignani, Bellodi, Emerson (70’ König); Fabbri, La Rosa (88′ Incerti), Biancu, Sperotto (56′ Arboleda); Ragatzu; Contini (70’ Babbi), Nanni- a disp.: Van der Want, Gabrieli, Secci, Occhioni, Zanchetta, Sueva. All.: Occhiuzzi.
Arbitro: Carlo Rinaldi di Bassano del Grappa
Reti: 26’ Di Paola, 90’ Ngom; 93’ Ragatzu.
Note: angoli 4-7 per Olbia; espulsi: al 73’ Biancu per doppia ammonizione; nel finale Brevi allenatore Vis; amm.: Zoia, Farroni, La Rosa (diffidato salta il Rimini), Ngom; rec.:+2’+7’.
Loro non vincevano in casa dal 6 di ottobre, ma l’Olbia è riuscita a rianimare una “squadra” di morti (calcisticamente parlando) al di là di ogni sacrosanto demerito per la Vis più brutta del campionato.
Continua così, la maledizione Vis per l’Olbia. Non abbiamo mai vinto contro di loro e, sugli 8 confronti fin qui disputati, oggi abbiamo collezionato la 5 sconfitta, la più bruciante, ingiusta ed indigesta di tutte le altre.
Ci abbiamo sicuramente messo del nostro (come sempre) per facilitargli il compito, ma questo stile da “Fatebenefratelli della resurrezione” degli estinti dovrà pur avere un termine.
Torniamo con le ossa rotte, non solo per il risultato e per la classifica, ma anche per le conseguenze di un nervosismo ed una “rabbia” mal indirizzata che continuiamo a tirarci addosso da soli: con Rimini non avremo né Biancu, né La Rosa e, senza mezzi termini, entrambi se la sono cercata mettendo, di fatto, la squadra in pesantissimo deficit di qualità per il prossimo incontro.
Nel mercato poi, non battiamo un chiodo, e se non arriva qualcuno lì al centro del campo ed in avanti, siamo davvero male in arnese nella parte più determinante dello schieramento.
E pensare che lo scorso anno, oltre al tandem attuale, avevamo opzioni di gente come Giandonato (20 gare e 5 gol con la Fermana quest’anno) e Ladinetti (sempre titolare nel Pontedera fino a metà dicembre, bloccato da un infortunio).
E persino Luca Chirico (ora al Foggia) ci avrebbe fatto più che comodo, visto che nell’Olbia che conquistò i Playoff disputò 34 partite e ben 1695’ segnando un gol.
Noi, dopo il “tonfo” di Minala, l’eterna assenza di Palesi, disponiamo solo ed esclusivamente di giovani virgulti inesperti ed acerbi per la categoria.
Quello che spaventa del “disastro” odierno è proprio l’incertezza sul come e con chi uscirne.
Per dirne una, quest’oggi la soddisfazione più dolce l’hanno provata tutti i tifosi olbiesi all’ingresso in campo di Arboleda che, anche in questo scampolo di gara è riuscito a far capire alla Direzione Sportiva della società quanto sbagliata e, non poco, sia stata campagna del mercato estivo il peggiore in assoluto della gestione Marino.
Oggi stiamo pagando uno scotto salatissimo da cui sarà difficile uscirne.
Se non siamo in grado di vincere una partita come questa, contro una così deprimente avversaria (sia all’andata che al ritorno) vuol dire che più di qualcosa non torna nei conti di un bilancio che ci vede sempre ad annaspare nel fondo del tunnel chiamato retrocessione.
Oggi in occasione del primo gol, abbiamo consentito a 4 uomini (Zoia che ha iniziato l’azione, Aucelli che ha crossato per la testa di Fedato che spizza l’assist al destro vincente di Di Paola) di fare Bingo senza esser marcati da alcuno dei nostri.
Tutti e quattro liberi di fare quel che vogliono anche dentro l’area.
E questo del gol di vantaggio regalato agli avversari è una costante dell’Olbia di Occhiuzzi.
In 22 gare, se escludiamo i quattro 0-0, la vittoria con Pontedera nella prima di campionato e il successo di Imola, in TUTTE le altre 16 partite abbiamo SEMPRE dovuto subire il gol o i gols dello svantaggio e, quel che è peggio, una sola volta (con Montevarchi la settimana scorsa) siamo riusciti a recuperarla e vincerla.
Oggi, al netto delle nostre indiscutibili carenze, pur non abbiamo brillato nel primo tempo, dove i nostri centrali difensivi e i due di centrocampo non riuscivano a calibrare un passaggio giusto neppure per grazia ricevuta, siamo stati dominatori della ripresa, anche in 10, con un costante possesso palla, magari sterile, viste le non tantissime occasioni, ma comunque degno di miglior sorte, soprattutto per il solito immenso Danilienho, per il quale stento a trovar aggettivi consoni, ma che da solo vale 10/11mi della squadra.
Ma, come tacere, che se nelle poche occasioni che riusciamo a creare, i nostri attaccanti, anche a porta sguarnita calciano verso le tribune, ci sarà una qualche ragione?
Questa partita non l’hanno vinta loro, gliela abbiamo regalata noi.
E, tanto per intenderci, come ho detto domenica arriva il Rimini che, a vederlo giocare di questi tempi, non è molto lontano dalla Vis di oggi.
Da tre giornate non batte colpo e prende botte…
Che si fa? Si continua con la politica del Fatebenefratelli o proviamo a dare una direzione diversa a questa Nostra desolante stagione?
Ad Majora Ragatzi e come sempre OlèOlbiaOlè,
Tore Zappadu.