Questo è il sesto appuntamento con la Reggiana, nelle nostre ottanta stagioni di partecipazione ai campionati nazionali. Finora il Bilancio delle sfide è a vantaggio degli emiliani, con 2 vittorie per loro: il 2-0 nei minuti finali della gara di andata ed il catastrofico 6-1 dell’aprile del 1978, con la quaterna ai nostri danni di una scatenato Sergio Bagatti, nella veste di ex indigesto (ovviamente per noi) con la maglia amaranto numero 11.
Noi vincemmo soltanto la prima sfida, quella del novembre 1976 per 2-1 al Nespoli con reti di Giuliano Niccolai, pareggio di Luigi Podestà per loro, e ad inizio ripresa gol vincente di Gianni Baldi per noi. In quella prima stagione di scontri tra le nostre squadre, fu pareggio a Reggio Emilia per 1-1, con un gol di Claudio Cianchetti al 77’ e tre minuti dopo sempre Luigi Podestà un difensore centrale che, con la Reggiana giocò 66 partite in 3 stagioni recuperò il pari, segnando 6 gol dei 13 totali in carriera, quasi tutti su colpi di testa nei calci d’angolo. Il secondo pari fu a reti inviolate, nella sfida di andata del novembre 1977, quando al Nespoli, la nostra difesa seppe reggere l’urto con Bagatti (13 gol in quella stagione), Vaccario (8) e Neri (5), piuttosto pimpanti anche in quella sfida.
Cinque soli confronti diretti, molto più numerosi e di grande spessore gli incroci di maglie tra i protagonisti delle due squadre.
A Cominciare da Lui, il mito più prestigioso e inossidabile della nostra storia Calcistica: Gustavo Giagnoni.
Il mister del colbacco, da ragazzo scopre la sua “vocazione” calcistica in… seminario.
Lo raccontava con quel suo disincantato sorriso a mezza bocca, soprattutto quando parlava della sua meravigliosa “nobiltà” familiare. Gustavo era ottavo di tredici figli, il padre Basilio, ma soprattutto sua madre Assunta erano convinti della sua inclinazione religiosa, tanto da mandarlo in seminario a Tempio, dove tra i libri e le preghiere, impara anche a giocare al calcio nel cortile della istituzione religiosa.
Al suo rientro ad Olbia, con il definitivo abbandono della tonaca, al campetto dello sterrato seminariale, sostituisce gli spiazzi aperti tra i vicoli del borgo di Olbia, per giocare a pallone con i fratelli Dionisio ed Alberto, i suoi amici Egidio Podda, Marino Spano, Bruno Garrucciu e Tonino “Stangalunga” sempre schierato, sopratutto nelle sfide de “sa calvonera”, nel ruolo di portiere.
L’Olbia che supera con grande difficoltà la “auto-sospensione” (problemi economici) da tutti i campionati nelle stagioni dall’estate ’49 a quella del 1951, ricomincia a calcare i campi di calcio proprio da quel manipolo di “piseddos” e qualche importante rentrée di prestigio di calciatori emigrati in varie compagini sarde negli anni postbellici.
Gustavo ha 19 anni, 7 mesi e 19 giorni quando a La Maddalena indossa (con una sconfitta per 1-2, contro il Cral Marina) per la prima volta la maglia bianca. Giocherà un filotto di 56 partite consecutive, tutte le partite dei due campionati, comprensiva della prima promozione in serie D del 1953.
In quel torneo prestigioso con tante squadre importanti Foggia, Avellino, Cavese, Puteolana, Nocerina, Frosinone) giocherà invece solo 19 partite in maniera saltuaria, in quanto era di leva all’aeronautica militare di Cagliari, con due mesi di “trasferimento” a Trapani, e riprese a giocare quando finalmente fu trasferito all’Idroscalo di Olbia.
Ma le sue prestazioni, 19 in tutto, seppur saltuarie, lo fecero conoscere anche in campo nazionale.
Probabilmente fu l’ultima maglia bianca indossata, il 18 aprile del 1954, contro la Turris che convinse i “talent scout” di allora, ad accasare al Fabbrico Landini prima ed, immediatamente dopo, alla Reggiana quella mezzala piuttosto moderna che in una sola gara aveva messo quattro palloni alle spalle del portiere Priore della Turris di Torre Annunziata.
Per chiudere questo doveroso ricordo del Mito Gustavo, prendo in prestito un frammento dal calcioitaliastory.it dove qualche intenditore ha scritto qualcosa che, a mio avviso, ne ritrae il suo grande valore come calciatore di talento, prima ancora che Allenatore di chiara fama: «Nato ad Olbia il 23 marzo 1932, Gustavo Giagnoni inizia ad imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica all’inizio degli anni ’60 come sapiente regista di quello che tutti chiamano “Brasilmantova”. Dopo aver militato nell’Olbia e nella Reggiana, ai virgiliani regala dieci anni di grande calcio stabilendo un legame indissolubile con l’intera città.»
Gustavo fu il primo intreccio tra i due “colori”, ma dopo lui Tanti Altri.
Tra questi Tanti, celebriamo subito altri due “eroi olbiesi doc” della nostra epopea, di cui abbiamo avuto modo di parlare già in altre occasioni (Sergio Bagatti) o di parlare nel prossimo presente (Ernesto Truddaiu). Di loro sinteticamente proponiamo le due Nespoline che ne vogliono tramandano ab Aeternum la memoria.
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Degli altri, esponiamo le note salienti dei due intrecci Bianco–Amaranto:
Luigi Buglioni, pisano del 1938 (10 gare in serie B con Reggiana) da noi, 31 presenze ed 1 gol nel 1970-71 di De Petrillo;
Giorgio Carrera nato a Pavia nel 1955, tre stagioni a Reggio in serie B (53 presenze ed 1 gol) da noi nel 1986-87, 30 presenze e 4 gol;
Ermanno Beccati, ferrarese di Cologna Berra, classe 1952, a Reggio in B (18 presenze, 5 gol) subito dopo il triennio ad Olbia 1971/73 con 72 presenze e 13 gol);
Luciano Boggian, veneto di Cologna Veneta, attaccante del 1954, arrivò ad Olbia direttamente dalla Reggiana (11 presenze, 2 reti) nella stagione 1977-78 in 27 gare segnò 2 volte;
Gianluca Berti, nato a Firenze nel 1970, nel 1990-91 è in B ad Olbia con il record di 34 gare e 15 gol subiti, a Reggiana nel 1998 in serie B 25 gare, 19 reti subite e 12 clean sheet;
Con Berti a Reggio, quantomeno fino a dicembre in quella serie B del 1998, era in rosa anche Armando Pantanelli, torinese del 1971 che, ad inizio stagione difese la porta amaranto per 4 giornate, subendo 6 reti, prima di passare all’Andria. Pantanelli ad Olbia arrivò una stagione dopo Berti con uno score di: 34 partite e 22 reti subite;
Altro portiere importante è stato Davide Facchin, nato nel 1987 a San Donà di Piave, esordisce tra i professionisti ad Olbia nel 2007-08,. Compie 33 presenze subendo 47 gol; a Reggio in serie (30 partite, compresi i playoff, 31 gol subiti e 10 clean sheet);
Attaccante di vaglia è stato anche Nunzio Falco, modenese di Castelfranco Emilia, classe 1973, con la Reggiana in serie A nel 1994 (11 presenze); a d Olbia in C2 per due stagioni e mezza dal 2003 al dicembre del 2005: 75 presenze, 21 gol;
Simone Marini, un furetto campidanese del 1981, gioca nella Reggiana nel 2001-02, 13 partite un gol; da noi viene nel mercato di gennaio del 2005 e nelle 12 presenze fu un elemento importantissimo nella sfida playout con la doppia sfida con il città di Jesolo;
Omar Campana, difensore classe 1975, ennesimo emiliano “intrecciato alla maglia bianca, ad Olbia nel 2007, era Rusconi, arriva nel mercato estivo e colleziona 12 presenze, a Reggio nel 2003-04 chiude con 31 ticket;
Diego Di Gennaro, è il 4° Olbiese doc, che veste Reggiana: accade nelle due stagioni 2006-07 e la successiva, sempre in C2, complessivamente 61 presenze e 2 gol; ad Olbia il talentuoso centrocampista è uno degli “eletti” centenari con 137 presenze e 7 gol;
Antonino Bonvissuto, palermitano del 1985, su suggerimento di Pergolizzi, arriva nel 2004-05, gioca solo il girone di andata più che discretamente (19 presenze e 3 marcature), anche a Reggio disputerà solo il girone di andata in prima divisione nel 2012, totalizzando 13 presenze ed 1 gol;
Fabrizio Cacciatore, torinese del 1986, “nasce”, professionalmente parlando, ad Olbia quando nel 2005-06 completa la stagione la sua prima brillante stagione calcistica, con 32 gare, passando (sempre in C2) l’anno successivo alla Reggiana.
Altri intrecci di prestigio, per alcuni giovani attaccanti: il giovane palermitano Antonino Bonvissuto, arriva ad Olbia su consiglio di Pergolizzi, gioca in C2 un buon girone di andata 19 presenze e 3 reti nel 2004, ed arriva a Reggio nel 2012, anche lì solo per una metà stagioni (13 gare 1 gol);
Damien Florian, 1987 veneziano, ad Olbia dal gennaio 2009, 10 gare in tutto, a Reggio, in prima divisione nel 2008 aveva inciso di più con 2 reti e 14 presenze complessive.
Marco Cuoghi, modenese del 1987, comincia da giovane a Reggi, dove tra il 2005 e il 2006 entra in campo 7 volte; ad Olbia in seconda divisione nel 2009-2010 (l’ultimo prima della… Rinascita)timbra 8 cartellini e segna anche 1 gol.
Christian Silenzi a Reggio nel 2015 con 7 presenze , ad Olbia nel 2017 (14 gare, 1 gol);
Infine la triade dell’era Marino, in cui tre atleti di indubbio valore, hanno vestito ed indossato le due maglie ed onorato le nostre storie:
Paolo Dametto, jolly difensivo del 1993,a 20 anni arriva a Reggio, in 1ª divisione disputa 25 incontri, mentre ad Olbia dal gennaio del 2015 all’estate del 2017 arriva alle 79 con 2 gol all’attivo;
Simone Gozzi, classe 1987 di fatto è l’unico Reggiano doc, ad aver indossato la maglia bianca, nella stagione del Covid fiu davvero decisivo per la salvezza all’ultimo respiro contro Giana, giocò 23 partite, mentre proprio nella SUA Reggiana aveva iniziato a 17 anni in C2 disputando in due stagioni 64 gare segnando anche due reti;
Mattia Muroni, è il presente visto che, per la prima volta al Nespoli si presenta da avversario con la maglia amaranto, di cui è uno dei primi cambi a disposizione di Aimo Diana, con cui ad oggi ha collezionato 18 presenze su 25, di cui due da titolare, ad Olbia resta per sempre uno dei più apprezzati centenari con la maglia Bianca, visto che ha totalizzato 118 presenze ed 1 gol.
Tore Zappadu.