Avete Vinto anche Voi:
Chi Lotta può Perdere,
ma la Sconfitta è solo di chi… lascia perdere.
Alessandria-Olbia 2-1
Alessandria: Vannucchi; Celjak, Gozzi, Piccolo, Barlocco; Marras (90′ Sosa), Cazzola, Mezavilla (67′ Nicco), Iocolano; Gonzalez, Bocalon (61′ Evacuo). A disp.: La Gorga, Manfrin, Rosso, Fischnaller, Sestu, Branca, Nava. All.: Braglia
Olbia: Ricci; Pinna, Dametto, Pisano, Quaranta, Cotali; Feola, Geroni (75′ Senesi), Piredda; Kouko (61′ Capello), Ragatzu (86’ Ogunseye). A disp.: Deiana, Murgia, Van Der Want, Tetteh, Benedicic. All.: Tiribocchi
Arbitro: Strippoli di Bari
Reti: 22′ Ragatzu (O), 42′ Mezavilla (A), 44′ Marras (A)
Note: Espulso: 55′ Quaranta (doppio giallo); ammoniti: Geroni; Angoli:8-2; Rec.: pt 1′, st 4′
Spettatori: Paganti 1.660; Abbonati 1.620.
Coraggio, ragazzi coraggio. Grazie per come ci avete provato, per quel che ci avete fatto provare in una sfida tanto impari. Non dimenticate mai che la partita è persa solo quando si smette di provare.
È vero, la lunga notte non è ancora passata; la settima “piaga” (facilmente preventivabile) è arrivata puntuale a scombussolare le nostre illusioni. Ma, stavolta (e finalmente!) sono più le cose apprezzabili, dell’amaro in bocca che questa sedicesima batosta ci lascia in eredità.
La scossa, quella del carattere e del cuore c’è stata, ed è stata un’evidente rottura con l’andazzo delle passate domeniche. Forse non è tutto merito di mister Tir, ma è certo che i leoncini scesi in campo al moccagatta sono sembrati lontani parenti degli svogliati tikitaka dei recentissimi trascorsi. E su questo il carattere del mister, deve pur aver avuto qualche influsso. Questa (con ulteriori e necessarie correzioni sul tema) è la strada per sortir fuori dal baratro.
Tutto bene dunque?
Non è esattamente così. Rimangano (purtroppo) le inquietanti certezze maturate in troppe “repliche” andate a male.
La prima riguarda la tragicommedia del custode della nostra rete. Ricci non è la soluzione; forse non lo è neppure VdW, ma con lui abbiamo qualche speranza in più di farla franca dalla “retrocessione” con cui (ci piaccia o no) dobbiamo cominciare a fare i nefasti conti.
Ancora: Iotti e Quaranta assieme, non fanno mezza scarpa di Miceli. Ora non è tempo per pensare a ciò che non hai, Pensa a quello che puoi fare con quello che c’è. Per cui, visto che il Mirko era un “lusso” che non potevamo permetterci, se proprio debbono giocare, sarebbe cosa sensata fargli fare qualche sciocchezza in meno, visti i danni che le loro ingenuità comportano per l’umore dei compagni e il risultato finale.
Ultima annotazione critica. È proprio necessario veder caracollare, anche se per pochi minuti, un lungagnone come Ogunseye, in mezzo al campo? A me non piace, e lo dico con tutto il rispetto dovuto ad un ragazzo che con un’inzuccata più unica che rara, ci ha persino regalato l’ultima (lontanissima) vittoria con Pontedera. Voglio però ricordare che l’Olbiacalcio non è né l’opera Fatebenefratelli, né una scuola Accademy per “rieducare” potenziali futuri prossimi (molto prossimi) calciatori.
Non è più tempo per esperimenti o sentimentalismi. E, in questo senso, abbiamo apprezzato mister Simone quando, vista la scarsità della panchina a disposizione (campagna “rinforzi” (?) invernale docet) per sostituire Geroni ha inserito Capello che, sarà pure l’ombra del pimpante attaccante del non lontano passato, ma quantomeno in fase difensiva fa meno danni dello sbandierato acquisto di un ex ragazzo prodigio di… Lubiana nativo.
Insomma la strada appena abbozzata è quella giusta, ma è ancora necessario completare questa fase tecnico-didattica del “far legna”; vale a dire non andare troppo per il sottile. Evitando (per esempio) di scoprirsi sfacciatamente per provare immediatamente a replicare (su corner) al pareggio (anch’esso su corner) dei primi della classe, in casa loro, consentendogli una ripartenza facile facile, in penosa nostra inferiorità numerica per un gol stramaledetto e pesantemente decisivo, che porta un nome ancora più “catartico” (Marras)… mezzosangue sardo. Non è mai un caso se un errore così macroscopico, diventa decisivo per una punizione (sconfitta) che va ben al di là dei nostri demeriti. Oddio, loro (i primi della classe) non hanno rubato niente, ma noi sì che gli abbiamo regalato DUE GOL DUE, perché anche il primo (vero Ricci?) è venuto da una cappellata fatta dentro l’area piccola da chi, ben prima del troppo decantato Mezzavilla (clicca su foto in alto a sinistra), avrebbe dovuto arpionare quella palla spiovente dall’angol calciata. Insomma se credete che io roda, per una sconfitta o un mancato e più equo pareggio, che, comunque la pensiate, poteva essere evitato, siete più che nel giusto. Mi rode, mi rode, mi rode…. E vorrei che non fossimo così polli da continuare a ripetere leggerezze come queste.
Perché (meglio tenerlo a mente) è questa la diversità tra il cavalcar le stalle o il dimorar nelle stalle.
Ad Majora ragazzi, riprovateci sempre, il futuro è vostro e non sarà tutto così nero…
Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione, OlèOlbiaOlè.
Simprie.