Olbia-Palestrina 4-1
Olbia: Ruggiu; Malesa, Peana, Varrucciu, Masia; Di Gennaro, Simeoni (82’ Mellino); Kozely (91’ Doddo), Gallon (59’Molino), Aloia, Pozzebon; all. Giorico; a disp. Saraò, Farina, Albachisti, Capuano, Loddo, Pintus.
Palestrina: Buccheri; Pralini, Guglielmi, Lanni (65’ Greco), Covetti, Di Gioacchino (56’ Di Bagno), Fagioli, Anyadyke (56’ Della Penna), Gallaccio, Dul Del Rio, Mattogno. All. Cangiano; a disp. Di Stefano, Niola, Basciani, Rossi, Ruggiero.
Arbitro: Schirru di Nichelino
Reti: 4′ Aloia, 17′ Pozzebon, 18′ Mattogno, 62′ e 92’ Molino
Note: corner 3-2 per Palestrina; amm. Ruggiu, Varrucciu (diffidato salta Budoni), Aloia; Anyadyke, Dul Del Rio, Fagioli, Lanni, Covetti, Gallaccio; al 78’ espulsi per “equivoco” arbitrale Masia e Della Penna.
A meno di tre ore dall’inizio señor Mauro Jorico chiama il suo portierone Beppe Saraò e gli comunica che, per situazioni di emergenza “tecnico-regolamentare”, deve coprire la fascia sinistra bassa con Masia “fuori quota” e quindi ha deciso, a malincuore, di privarsi della sua solida prestazione e di far giocare Pippo da Dorgali, un ragazzone di 18 anni appena compiuti. Beppe è uomo vero ed ha pensato bene di ringraziare di cuore il suo mister perché gli ha spiegato la situazione e lui ha capito. Non così gli era capitato in carriera, con altri allenatori. E Saraò che è uomo vero, è stato vicino con il cuore e la passione al suo amico giovanottone di Dorgali tifando come forse mai aveva provato a fare, dalla panchina. E Pippo, che forse uomo fatto ancora non dovrebbe essere, ha tremato il giusto per una responsabilità immensa, anche se un po’ aveva capito quel che frullava nella testa del mister, quando martedì era stato pregato di togliersi la maschera che, portava a protezione in faccia, da 10 giorni per via della terza rottura del suo setto nasale. Dolore, paura, ansie non solo per un impegno così gravoso (sostituire il suo idolo Beppe), ma Ruggiu è ragazzo vero, ed ha fatto il suo dovere. E poi Daniele, il Molino da Ovilò, ragazzo dalle ancora insondate capacità tecniche, che, sin dal suo riapparire nella sua Olbia ha mostrato di che pasta sia fatta la sua innata classe, Lui, proprio lui costretto a stare in panchina. Scalpita, ma nel modo giusto, è uomo vero e quindi non discute le scelte, ma quando tocca a lui inventa, sbroglia, segna, risegna e dà spettacolo puro per la gioia di una tifoseria bianca, finalmente meno assente di altre volte. Anche lui vince la sua battaglia, si fa il segno della croce, piange e poi si spiega: “Chiedo giustizia per Domenico…” vigliaccamente e barbaramente ucciso alcuni mesi fa, in un agguato senza senso e probabilmente senza alcun movente effettivo. Domenico era suo padre, e Daniele, anche nella sua memoria, è uomo vero su cui tutti, compagni innanzi tutto, possono fare sempre affidamento. E, tra le storie di uomini e ragazzi per bene, chiudiamo con lui, il più imprevedibile di tutti e per tutti, il mister più fantasioso della compagnia. A chi gli chiede “mister perché gioca con 4 punte?” serafico risponde: “perché ne ho solo 4!”. Ed a chi gli ricorda che, in qualche momento della gara la squadra soffre, ribatte: “è il suo dovere, del resto non si vince senza fatica, eppoi in questo gioco chi fa un gol in più vince. Ed io gioco per farlo.”
Insomma questi ragazzi, questi uomini sono la metafora più abbordabile per spiegare una parabola calcistica, che ha portato finora una timida (un po’ è vero) e sottovalutata (sbagliato, tremendamente sbagliato) matricola ad abbattere ogni ostacolo che le impedisse la scalata verso il vertice altissimo della graduatoria. E se chiedete ad uno di loro, per esempio a capitan Diego (nostromo di mille battaglie) quali i traguardi che li aspettano lui, uomo vero ovviamente, controbatte: “non siamo nemmeno a metà dell’obiettivo, visto che per salvarci matematicamente servono almeno 45 punti”.
È questa la filosofia del meringhe-team di Terranoa. Nessuno può dire dove si potrà arrivare. Quel che è certo è che le battaglie e le guerre, anche quelle sportive, non si vincono se tra le tue “truppe” non hai uomini o ragazzi veri, in tutti i sensi non solo in quello calcistico.
E nell’Olbia, vivaddio questa merce preziosa, è non solo abbondante ma persino di ottima qualità.
Ad majora, Simprie