MARTELLO SI,
MARTELLO NO …
IL CALCIO DEI CACHI
Non è da oggi che sono convinto della scarsa professionalità degli arbitri di serie C. E non sono il Solo.
Sia nel bene che nel male, quasi mai riescono a distinguere “pesi e misure” nelle frazioni di gioco. Rigori assegnati in maniera imbarazzante o non assegnati con assoluta risolutezza quand’anche il fallo difensivo o l’uscita del portiere sono in tutta evidenza sanzionabili.
Non c’è il Var, non valgono le immagini televisive, ma noi invece pensiamo di servirci proprio di queste per provare a confutare la aridità e la ingiustificabile disparità di trattamenti, ogni qualvolta che il direttore di gara redige quel suo INAPPELLABILE referto che è poi l’unica fonte del diritto calcistico, l’unica verità assoluta ancor più della Sacra Bibbia, del Corano o, più prosaicamente, persino dello stesso Codice Penale.
Nel Comunicato 190/DIV del 3 febbraio si legge:
GIOCATORI ESPULSI-SQUALIFICA PER TRE GARE EFFETTIVE:
-BLONDET EDOARDO (FERMANA)
Per avere al 49° minuto del secondo tempo, tenuto una condotta violenta nei confronti di un calciatore avversario in quanto, a gioco in movimento, durante un calcio d’angolo, colpiva con un pugno di forte intensità un calciatore avversario all’altezza dello zigomo, provocandone la sostituzione per le conseguenze dell’infortunio.
-LA ROSA LUCA (OLBIA)
Per avere al 34° minuto del secondo tempo, tenuto una condotta violenta nei confronti di una calciatore avversario in quanto, a gioco in movimento, nella contesa del pallone entrava in scivolata e con i tacchetti esposti lo colpiva sulla zona della caviglia CON VIGORIA SPROPORZIONATA.
Quindi, anche a costo di cadere nel ridicolo, per via della mia crassa ignoranza sui pesi e misure dei reati sportivi (i falli) e delle condanne (sanzioni) utilizzabili nelle diverse tipologie delle azioni gioco, mi chiedo sommessamente:
-Nel primo caso un giocatore “colpisce con un pugno di forte intensità un calciatore avversario all’altezza dello zigomo, provocandone la sostituzione per le conseguenze dell’infortunio”, il giocatore colpito si rialza dopo 1 minuto e 25’, e deve essere sostituito, il gioco si ferma per 2,45” minuti con l’espulsione del reo e la concessione di un calcio di rigore, e gli si comminano 3 giornate di squalifica.
-Nell’altro caso si parla di La Rosa che “nella contesa del pallone entrava in scivolata e con i tacchetti esposti lo colpiva sulla zona della caviglia CON VIGORIA SPROPORZIONATA”, il giocatore colpito si rialza dopo 35 secondi e nonostante l’intervento dei sanitari non esce neppure dal campo, il gioco si ferma complessivamente per 1 e 40 secondi solo perché l’arbitro si ferma per redigere il referto e il capitano Iotti tarda una decina di secondi a calciare il pallone, e gli si comminano 3 giornate di squalifica.
Nel primo caso, come si evince nella foto della zuffa in area, il “pallone” è l’unica cosa fuori dal gioco, nell’altro c’è una CONCLAMATA CONTESA del tutto ininfluente nel referto, perché lo scritto NON SPIEGA che i giocatori in scivolata (fotogramma sotto) che intervengono sulla palla sono due, il cosiddetto reo e la cosiddetta vittima.
Una la vittima che urla dal dolore (come è ormai uso consolidato nelle fila dell’Ancona) per accentuare la gravita della “entrata a martello”: così si usa dire nel calcio, quantomeno quando uno solo entra in scivolata su un avversario che non fa… la stessa cosa!
Comunque sia: 3 GIORNATE ad entrambi, perché tutt’e due hanno violato l’art. 38 C.G.S..
Ma se per Blondet si precisa che è stata “valutata la gravità della condotta e le conseguenze provocate all’avversario”, per La Rosa si scrive che vengono “considerate le modalità particolarmente pericolose della condotta e le conseguenze in danno dell’avversario (? Perché non scrive che queste “conseguenze” erano al massimo potenziali e soprattutto… NON CI SONO STATE!!)”.
Strano, perché per come sono andati i fatti in mezzo al campo, non è che Delcarro (l’avversario di La Rosa) non abbia utilizzato le stesse “modalità particolarmente pericolose” per la contesa della palla.
Ancora più strano è capire quali siano le “conseguenze in danno dell’avversario” che, non appena ha visto il rosso per La Rosa, si è alzato come un grillo, ha ritrovato magicamente persino la voce persa nell’urlo “straziante” per il lancinante dolore di una caviglia triturata e risanata, solo ed unicamente con la solita acqua benedetta dei rettangoli di gioco… ordinata da Lourdes.
Per completezza di informazione è giusto riannodare il filo di quel che, sempre con l’Ancona e sempre ai danni di La Rosa accadde all’andata.
Allora il referto dell’arbitro, per la consueta squalifica beffa delle 3 giornate, “Sentenziò”, in nome e per conto dell’art. 13 comma 2, con l’aggiunta del solito dell’art.38 C.G.S. che La Rosa aveva messo in atto… “condotta violenta ai danni del calciatore Faggioli colpendo a gioco fermo, con uno schiaffo sul volto l’avversario, mentre questo si trovava a terra (cosa che, come tutti sanno, non gli capita mai a Fagioli e compagni, soprattutto quando vogliono perder tempo essendo in vantaggio) a seguito di un contrasto di gioco”.
La cosa più straordinariamente beffarda, non è il fatto di aver tramutato in schiaffo un buffetto sulla guancia per convincerlo ad alzarsi e non perdere tempo, ma quella di aver percorso nel referto “insindacabile” una circumnavigazione verbosa raccontando che
“da una parte NON RISULTANO CONSEGUENZE A CARICO DELL’AVVERSARIO” (ma guarda un po’!) e “d’altra parte” aggiunge sua Eminenza il Refertante: “il colpo è stato inferto a gioco fermo, mentre l’avversario era a terra (meglio precisarlo perché non sia era capito) e, (udite udite….!) in una zona del corpo particolarmente delicata”.
A Roma dicono, Quindi Famo a Capisse:
-se uno stende l’avversario con un pugno e lo manda negli spogliatoi anzitempo prende 3 giornate, come colui che dà uno schiaffo sulla guancia senza alcuna conseguenza fisica;
-così come quando due avversari vanno sulla palla “contendendosi” la sfera (senza procurarsi l’un l’altro, alcun danno) con i piedi a martello, colui che Urla più forte prende i 3 punti, l’altro… 3 giornate di squalifica.
Pensate un po’, finalmente anche gli arbitri hanno scoperto che gli Schiaffi, veri o presunti che siano, si danno in… faccia.
La morale di questa novella è che LA ROSA non dovrà mai più affrontare l’Ancona Matta o Matelica che sia e farsi un tantino più furbo…
Giusto per completare il quadro con il nostro giocatore, corretto in campo quanto lo è fuori, mi va di ricordare come qualche settimana fa (alla 13’ giornata, in casa con la Carrarese) in occasione di un cross in area Kalaj travolge La Rosa colpendolo al volto e facendolo stramazzare al suolo in condizioni serie. Non ci fu grido né sceneggiata, e neanche punizione per nessuno,
La Rosa provò a rialzarsi e solo quando ricadde al suolo, decise si uscire sulla linea di fondo, per non disturbare la gara, prima che i sanitari gli corressero incontro. Uno sguardo dell’arbitro e la gara riprende con un fallo laterale a favore degli ospiti. Luca venne rattoppato con bende al viso per bloccare il sangue copioso, ma rientrò a giocare dopo 7 minuti.
Nella settimana fu operato, i sanitari gli rimisero in sesto il setto nasale e, volle riprendere il suo posto, da subito con la maschera protettiva, ma con il solito immenso pacifico agonismo di un grandissimo calciatore per Bene che, solo le insulse sceneggiate di giocatori, magari bravi, ma uomini piccoli stanno facendo di tutto per macchiarne la correttezza.
ALTRO STILE, ALTRA.. CUBA
Forza Luca,
Olbia ti vuole bene e sa BENISSIMO chi sei e quanto vali,
con affetto immutato, Tore.