Riceviamo e pubblichiamo, nella rubrica “Punto e Virgola”, questa nota del nostro collaboratore Ponziano. Lo facciamo per provare a stemperare i toni e raccontarci anche qualche mezza verità.
Siamo primi, e non solo in classifica. Abbiamo anche il primato sui rigori a sfavore 5, più un altro ripetuto per un grossolano errore tecnico dell’arbitro, contro il Sora. E fanno 6. Abbiamo collezionato finora 13 giornate di squalifica e, anche qui, siamo imbattibili: Primi. Giocoforza, siamo anche gli UNICI che non abbiamo mai potuto schierare la stessa formazione iniziale in due partite di fila.
Ancora: abbiamo collezionato 26 ammonizioni, anche se qui siamo secondi al Budoni e Selargius che ne hanno totalizzato 31 a testa. Siamo secondi, stavolta dietro il Portotorres che ne ha 5, anche come giocatori espulsi dal campo, 4 in 8 partite..
Di riffa o di raffa l’Olbia non ha mai concluso una gara come l’ha cominciata, vale a dire 11 contro 11. Dalla nostra parte (più spesso) o dalla parte degli avversari (talvolta a nostro vantaggio), qualcuno è stato sempre cacciato prima del 90’.
Insomma, diciamocela tutta, finora non abbiamo avuto vita né facile né semplice.
Eppure c’è chi, come mister Sanna del Porto Torres arriva a dichiarare: “…a Olbia siamo dovuti rimanere in 9 uomini per perdere, e ci tengo a precisare che i galluresi godono di una “spinta” per il blasone: diciamo che sono aiutati, e non solo contro di noi.”
Della serie: Facciamoci del Male.
Se non fosse per gli ultimi eventi, non sarebbe stato nemmeno utile controbattere le stronzate (ho cercato un sinonimo gentile, ma non mi è venuto nient’altro e me ne scuso) dello sconvolto allenatore turritano che, appunto, motivi per essere depresso né ha già di suoi in abbondanza. Ma quel che qui interessa analizzare è il “clima”, comunque la si veda, piuttosto problematico che Tutte le squadre Sarde (blasonate o no),e non solo noi primi o i turritani ultimi, abbiamo finora affrontato in questo primo quarto di campionato.
Senza tanti sofismi, proviamo a far parlare i numeri che, da soli, dicono molto più di tanti ragionamenti: avendo 6 partecipanti su 18 noi rappresentiamo il 33% del totale, ma prendiamo il 41% delle ammonizioni, il 36% delle espulsioni, il 44,12% delle squalifiche totali. Insomma, qualcosa da registrare ci sarà di sicuro. Se nel Lazio c’è chi, e forse a ragione, si lamenta di qualche segnalinee sardo di troppo nella nostre gare interne (per dirla tutta anche noi preferiremmo sempre i continentali, per tutta una serie di ragioni storiche e scaramantiche) non è che debba essere dato per scontato che il commissario di campo, in Sardegna, debba sempre essere un romano.
Per dircela tutta, anche i nostri ragazzi debbono darsi una regolata e mantenere un comportamento esemplare, a prova non solo di fischietto ma anche degli innegabili pregiudizi che, non pochi arbitri, hanno finora avuto nei nostri confronti. Quel che è successo domenica tra Masia e Della Penna è nient’altro che una stupidata uguale a mille che ne avvengono su tutti i campi ogni domenica. Della Penna ha simulato per tentare il rigore e Masia gliene ha dette di cotte e di crude; i due ragazzi non si sono mai toccati. Ma visto l’alterco verbale sono intervenuti in diversi, creando alcuni secondi (secondi, solo secondi non minuti od ore) di confusione e qualche innocuo spintone, mai però fra i due protagonisti.
Il risultato?
Eccolo nel referto, del medico dietista Fabio Schirru palestrato di Torino: MASIA MARIO (Olbia) 5 Giornate:
Per avere colpito con una manata al volto un calciatore avversario che si trovava a terra a seguito di un contrasto di gioco. Per avere, nella circostanza, rivolto al medesimo espressioni gravemente offensive determinando un principio di rissa sedata a fatica. Alla notifica del provvedimento disciplinare tentava di avvicinarsi al Direttore di gara con atteggiamento minaccioso, senza tuttavia riuscirvi per il tempestivo intervento dei compagni di squadra.
DELLA PENNA CLAUDIO (Palestrina) 3 Giornate: Per avere a gioco fermo colpito con una violenta manata al volto un calciatore avversario che poco prima si era reso autore di condotta violenta e minacciosa nei confronti di un compagno di squadra.
Mario Masia ci ha confessato di aver detto qualche parolaccia di troppo, insomma le espressioni gravemente offensive (parliamo di vaffa e di pezzo di m..). Sbagliato e da condannare, ma, mai e poi mai né lui o qualcuno (che non sia l’arbitro o il commissario di campo capitolino) di tutti quelli che hanno assistito alla partita avrebbe potuto credere che per questa “stupidata” (perché di questo si è trattato), arrivassero 8 giornate complessive di squalifica.
Così, per finirla con i numeri, esattamente come abbiamo cominciato, questo episodio per certi aspetti ridicolo, rappresenta da solo l’8% di tutte le squalifiche comminate nelle 72 partite fin qui disputate disputate. Una enormità statistica e disciplinare, manco si fossero affrontati con le scimitarre.
E tutto questo, per qualche vaffa di troppo.
E pensare che qualcuno, con i vaffa day elargiti con prodigalità e senza parsimonia ha eletto, appena qualche mese fa, mezzo parlamento italiano.
Eh, sì: così va il mondo. A quelli li chiamano onorevoli; a Mario e Claudio, i due protagonisti di questa piccola “tragedia” sportiva, gli impediscono di giocare al gioco più bello del mondo, per una marea di domeniche e li mettono in castigo (giustamente) anche le stesse società per cui sono tesserati.
…alla prossima.
Ponziano