LUCCHESE-OLBIA 1-1
Lucchese (3-5-2): Biggeri; Panariello, Solcia, Pellegrini; Panati (70’ Benassi), Nannelli, Meucci, Zennaro (90’ Kosovan), Adamoli (70’ Maestrelli); Bianchi (92’ Scalzi), Petrovic. A disp. Pozzer, Lo Curto, Della Bernardina, Bartolomei, Forciniti, De Vito, Galardi. All. Lopez.
Olbia (4-3-1-2): Tornaghi; Arboleda (87’ La Rosa), Altare, Emerson, Cadili; Pennigton (70’ Lella, Giandonato, Ladinetti (87’ Occhioni), Biancu (83’ Doratiotto); Ragatzu, Cocco (70’ Udoh). A disp. Van Der Want, Demarcus, Marigosu, Secci, Cabras. All. Canzi.
Arbitro: Davide Moriconi di Roma
Reti: 10’ Ragatzu; 52’ Panati
Note: corner 1-2; amm. Meucci, Giandonato, Panariello; rec.: 0;+6’.

Il sole è calato sul crinale di questa ennesima delusione

Due punti persi e, per l’ennesima volta, ci si domanda il perché.
Davvero insoddisfacente la solita tiritera degli “errori di concentrazione”, degli episodi sfortunati e del “dominio” delle redini del gioco. Pareggiare una gara che avevamo messo in cassaforte grazie alla classe cristallina di un Ragatzu che, in qualsiasi altra squadra militasse, farebbe vincere il campionato di serie C, significa semplicemente buttare alle ortiche tutte le … chiacchiere sulla continuità e sull’uscita dai playout.

Cominciamo dal peggio.
E cioè da quando, nella purtroppo deleteria  incursione della fascia destra difensiva (sulla quale l’asse Arboleda-Pennintgon, ha avuto più di qualche peccato da farsi perdonare) proprio il nostro grande Cangurino 4mori compie un fallo più sciocco che inutile, in una posizione che dire, drammatica, è semplicemente un eufemismo.
La preparazione dell’evento diventa una scena da “Striscia lo Striscione”… due dei nostri vanno a “reggere il moccolo” ai pali difesi (?) da uno stralunato Tornaghi che si fa beffare, su un tiro assolutamente prendibile, centrale, non potente anche se la deviazione (forse Altare?) influisce di poco sulla traiettoria.
Sembra uno scherzo, ma è successo davvero. Ogni tanto la nostra Olbia se ne inventa una. Ricordate quando Filippi spediva quattro o 5 dei nostri a saltellare davanti al portiere avversario, sulle posizioni a favore? Ma davvero davvero, possiamo inventarci dabbenaggini di questo tipo a 11 giornate dalla fine di un campionato che ci vede, settimana dopo settimana, SEMPRE sull’orlo del baratro?
Dopo il peggio arriva la riflessione sulle cose “scontate” che, evidentemente, nella nostra Olbia non lo sono.
Squadra che vince non si cambia!” questa è una delle massime che l’antica storia del calcio si tramanda da generazioni di Allenatori. Ma, ad Olbia, probabilmente perché a “vincere” siamo poco abituati, cambiamo registro e “rivediamo” con ritocchi decisivi proprio il reparto (la difesa) che per la prima volta avrebbe potuto completare due record:
– quello di fare finalmente, in questo campionato, un filotto di 3 gare senza subire reti
– e di vincere per la prima volta, nella nostra storia in quel di Lucca.
Ma anche durante l’incontro, qualche intervento più immediato della nostra panca, sarebbe stato a dir poco gradito. Non ci vuole una vista lunga per capire che Cocco, il quale dopo la stupenda produttività vista contro Pro Sesto, dalla mezzora in poi di questa sfida ha ricominciato a caracollare senza efficacia  e senza meta. Un solo spunto in tutta la gara (sempre e solo di testa al 17’ quando da distanza ravvicinata, Biggeri si supera per negarli la quinta soddisfazione in questa stagione) ma poi davvero poco altro e, soprattutto, quando nei primi 15’ della ripresa non tocchiamo “cinque”, perché non inserire da subito Udoh?
Di sicuro ci pensiamo 10’ di troppo, perché quando il nostro King entra in campo, la Lucchese scompare e gioca soltanto a perder tempo, ribattere i nostri tentativi (peraltro scarni ed infruttuosi) di recuperare il “tesoro” perduto, e portarsi a casa quel n punto che aveva creduto improbabile.
Peccato davvero peccato, non aver sfruttato questa bellissima occasione per metter il becco fuori della Zona Rossa. Sarebbe stato un meraviglioso regalo nel giorno in cui persino Tutta la Sardegna, è ridiventata… Bianca.
Battute a parte, adesso ce la “rivedremo” ancora una volta con il Como. Inutile sofisticare sul fatto che sia la prima della classe. Perché se è vero che il Como non è quello dell’andata, è anche vero che i Lariani sia ieri contro la Pro Patria, sia a Lecco, hanno mostrato di risentire il peso della pressione e, soprattutto per noi, un più invitante “stato confusionale”.
All’andata, anche allora, buttammo via due punti.
Meglio ricordarlo: fu un 2-2 in cui per l’individualismo di Udoh che “rubato” il pallone a Ragatzu si fece parare banalmente il rigore da Facchin, sprecammo il colpo del KO. Noi segnammo con una bella incursione di Giandonato il cui cross venne messo in “autogol” da Bovolon e con il primo rigore, quello del pareggio, segnato stupendamente nostro primo rigorista di mestiere… Sempre Lui
Ed ancora, per utilizzare al meglio i ricordi, non possiamo dimenticare che proprio Ragatzu ebbe un’occasione d’oro con incursione lanciata e pressoché solitaria verso la porta di Facchin che, però, non è esattamente Livieri ed in quel caso, il nostro bomber, sbaglio la mira. Per non scordare niente… meglio ripensare anche ai loro due gol: entrambi propiziati dal nostro fronte difensivo di destra, dove Gatto e Iovine, a tratti riuscivano a fare quel volevano. Ed anche allora, La Rosa rimase per 90’ in panchina.

Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlè,
Simprie.