Il 17 marzo del 1974 si disputava la 25ª giornata della serie C ed a Calangianus, dove l’Olbia giocava le gare casalinghe per indisponibilità del Nespoli assoggettato  a totale maquillage per il manto erboso, va in scena il 28° Derby di campionato tra Olbia-Torres.
La situazione delle due squadre è piuttosto complicata: visto che solo il Prato, con 9 punti è dietro l’Olbia con 17 e la Torres con 16; poco più avanti le precedono Empoli e Viareggio a 21 punti.
Insomma ci si gioca molto di più del campanile.
All’andata un colpo di testa di Gelli nei primi minuti della gara consegnò ai rossoblu la vittoria e i 2 punti.
La  Torres era guidata per il secondo anno consecutivo da Vanni Sanna ed aveva un organico niente male che, proprio in quella stagione, schierava per la prima volta i gemelli Piga.
Sulla nostra panchina, a Calangianus il nostro mister era Luigi Milan, vecchia gloria calcistica della Fiorentina, ma non altrettanto carisma come allenatore.
Milan aveva rilevato la panchina di Antonio Colomban che 2 anni prima aveva riportato la Torres in serie C.
Era la prima volta che Olbia e Torres si “scambiavano” gli allenatori, ma per noi non andò bene.
Elio Pintus, che stimava tantissimo Colomban, decise comunque di sostituirlo dopo la 15ª giornata per via delle 7 sconfitte subite e i miseri 12 punti raccolti.
Comunque sia, a Calangianus la gara fu più che combattuta e dopo un primo tempo a reti inviolate, passammo in vantaggio con Ermanno Beccati (in doppia cifra con 11 gol in questa stagione), raggiunti da un tiro dal limite di Mario Piga, ripassammo in vantaggio con un colpo di testa di Sergio Bagatti a 5’ minuti dalla fine, ma l’arrembaggio degli uomini di Sanna riportò in parità il match a 2’ dal termine, stavolta è un tapin di Marco Piga (10 gol alla sua prima stagione di C) a chiudere in pareggio una partita che se, vinta, probabilmente avrebbe potuto cambiare le sorti quella stagione che ci vide retrocedere con Viareggio e Prato.
Di quella sfida abbiamo una curiosa istantanea con il nostro capitano “Pelè” Marongiu, ancora con qualche capello in testa e con degli insoliti baffoni, letteralmente accerchiato da mezza squadra rossoblu, ed i suoi.

La Torres chiuse quel campionato al 14° posto, con appena 3 punti più di noi ed in coabitazione con Montevarchi, Ravenna ed Empoli.
D’estate da noi arrivò Feliciano Orazi e, non solo riprendemmo in nostro posto in serie C, ma cambiò anche musica mah…
non prima di aver riaffrontato la Torres in Coppa Italia, in un doppio confronto vinto al Nespoli per 1-0 con rete Marongiu e perso  con un roboante 1-5 all’Acquedotto in una notte in cui accadde di tutto e che passò alla storia per quel rigore a due calciato dai gemelli-tremendi di Palau.
Ero presente quella notte e in tanti, non solo io, rimanemmo perplessi pensando che il passaggio di Marco a Mario per battere almeno una volta la porta dei Bianchi, visto che lui aveva già consumato la sua tripletta, potesse essere fuori del regolamento.
Anche Di Carlo, che era in porta per l’espulsione di Planetta il nostro portiere, rimase basito, totalmente impietrito sulla linea di porta.
Tutto valido, tutto nella norma e, seppur precursori di un modo inusuale di calciare il rigore, non rimasero più soli, perché da allora questa è un’opzione che in diverse occasioni si è vista nei campi di calcio.
Quel maledetto 1-5, per noi segnò Marongiu, è rimasto nella memoria collettiva, anche perché è tuttora la più sonante scoppola che, dal dopoguerra in qua, sia maturata nelle nostre sfide.
Va anche detto che, in quella gara, i gol sono arrivati a grappolo e, manco a dirlo, potevano persino essere di più, perché persino Di Carlo che non era proprio il “portiere” più adatto, sventò un paio di minacce, ma tutto avvenne grazie al fatto, non certo trascurabile che noi finimmo la  gara in 8 uomini per via di 3 espulsioni maturate da partire dai primi 15′.
Vanni Sanna a fine gara riconobbe che: Si è assistito ad una partita di calcio solo nei primi minuti di gioco, cioè quando si era ad armi pari.
Chiosando anche sul fatto che nell’Olbia: “Non si è salvato nessuno. Hanno sentito troppo la partita e questo è stato un errore che alla fine è costato ben tre espulsioni. Troppo nervosi, ed era una partita di Coppa Italia mentre sembrava che per loro in gioco fosse la “Coppa dei Campioni”.  
Al di là della personale ed incondizionata stima che ho sempre nutrito per Vanni Sanna, come allenatore ed uomo, sono convinto che, in quella occasione, anche al Mister sia sfuggito il “peso” che una sfida infinita com’è sempre stata Olbia-Torres possa non essere vissuta come se fosse la Coppa dei Campioni.
Perché, indipendentemente dall’esito finale e dalla doverosa correttezza e rispetto in campo, in questo DERBY Tutti i Protagonisti entrano nel rettangolo di gioco, come se fosse la Coppa dei Campioni.
Comunque, in quella fase eliminatoria di Coppa a tre, oltre Noi e la Torres anche la Nuorese, passammo noi ai sedicesimi di finale dove battemmo il Grosseto, eppoi agli ottavi, eliminando il Montevarchi, ed ancora più avanti fino ai quarti di finale, perdendo ai rigori col Campobasso.
Di fatto, nelle 10 partite disputate nei tempi regolamentari perdemmo solo in quel 5-1, vincendone  5 pareggiandone 4, la nostra eliminazione a Campobasso (3-4 per loro i rigore realizzati) arrivò dopo due 1-1 c al Nespoli ed in trasferta.
Visto che siamo, non sembri fuori luogo ricordare che quella Coppa Italia fu vinta dal Sorrento, anche grazie alle prestazioni di Vittorio Petta, centravanti del Sorrento proveniente dalla Torres, ma nato e cresciuto ad Olbia.
Insomma un “pezzo” importante di Olbia-Torres, quel trofeo lo aveva pure innalzato nel cielo della Vittoria.
Ad Majora,
Tore Zappadu