Anche Silvano Morelli, ha completato il suo cammino terreno lasciando i suoi cari e la Sua Olbia, dopo 90 anni.
Lo sport ed i Biancolbiesi, perdono il “Signore del Calcio”, colui che con il suo talento cristallino fu “guida ed esempio” per tanti talenti di Terranoa vestiti di bianco.
Vederlo giocare era sul serio un piacere “aggiuntivo” allo spettacolo della gara: maestoso nella sua eleganza, non aveva bisogno di abbassare gli occhi sul pallone per poterlo “governare” al meglio grazie ad una tecnica sopraffina.
Era un mediano di “costruzione”, ma recuperava anche moltissimi palloni. Come calciatore ha vissuto due lustri importanti disputando più di 200 partite. Cominciò a farsi notare in IV serie, con lo Spezia nella stagione 1955-56, allenato  da Sergio Bertoni, già campione del mondo con gli Azzurri nel 1938.
Già in quella occasione, a 23 anni, fu, con 13 partite disputate, tra i 14 giocatori più utilizzati in un campionato di “riscossa” dello Spezia che fino all’ultimo contese la promozione in serie C al Siena.
Nessuna meraviglia dunque, quando nell’Olbia di Benedetti della sua prima stagione in maglia bianca, fu tra i principali protagonisti della seconda storica promozione in IV serie (serie D) con 19 presenze e 7 reti all’attivo. Silvano in quell’Olbia del 1956, fu il quarto goleador, dietro al concittadino maddalenino Scolafurru, a “popollo” Santoru ed al talento emergente olbiese Silverio Balzano.
Va detto che ben 5 di quelle reti Morelli le segnò dal dischetto perché, comunque, era davvero il più efficace in questo fondamentale.
L’anno dopo il suo cartellino, ancora dello Spezia, fu “acquistato” dalla Torres di Nino Costa, guidata da un bravissimo allenatore magiaro Mihail Kincses che da subito, arrivando secondi dopo la Squibb Roma, costruì le basi solide per ritornare in serie C.
Ed in serie C Morelli ed i suoi compagni  (Marzio Lepri, Alì Fogli, Sergio Sabatini, Giuseppe Cadè etc) ci arrivarono prepotentemente con un netto vantaggio (10 punti) sulla Nuova Cisterna giunta seconda.
Silvano Morelli fu fondamentale anche per quella “risalita” in serie C.
Dal ’57 al 60’ collezionò in rossoblu 71 partite segnando 5 reti, compresi i 3 rigori della prima stagione con cui, per l’appunto dal dischetto, detronizzò il Capitano Villa deputato fino ad allora come primo rigorista.
Anche a Tempio, con 55 presenze complessive, rischiò di consolidare la sua “fama” di porta fortuna, visto che la squadra arrivò prima con 44 punti, a pari merito con l’Empoli che, di fatto, fu avvantaggiato dalla vittoria (2-0) a tavolino al Nespoli nella gara conclusa vittoriosamente sul campo per 1-0 con rete di Misani.
Quel verdetto, comunque controverso, venne decretato per la intemperanza di un tifoso che con l’ombrello tentò (?) o forse riuscì a colpire Riccomini, capitano dell’Empoli, mentre batteva un fallo laterale.
Quel verdetto, di fatto e di diritto, portò alla retrocessione dell’Olbia, scavalcato grazie alla cancellazione dei 2 punti, dal Pontedera ed allo spareggio di Genova, tra Empoli e Tempio, per la promozione, raggiunta dai toscani con un netto 2-0.
Curiosamente in quelle due stagioni ”tempiesi”   Silvano disputò solo due delle 4 partite in programma contro l’Olbia, visto che fu presente nel pareggio (1-1) a Tempio del 1961 ed quello al Nespoli, sempre (1-1), nella stagione successiva.
Non fu della partita nel 3-1 per  noi nel marzo del 1962, né nella sconfitta (0-2) a Tempio nell’aprile del 1963.
Insomma con la maglia azzurra non vinse né perse mai contro la “sua” Olbia.
Cosa che, viceversa, gli era riuscita più che bene (3 vittorie e uno 0-0, su 4 confronti) nelle prime due stagioni in cui indossò la maglia rossoblu sempre contro l’Olbia.
Tiu Palleddu, conosceva bene il calciatore e l’uomo Morelli e alla sua prima assoluta (1963-64) come responsabile della panchina (nella stagione precedente della retrocessione, aveva sostituito Collesi nelle ultime gare) lo volle in Maglia Bianca per l’annata della risalita in serie D.
Morelli, da subito capitano, fece davvero un grande campionato, completando con “PruddedduDegortes e Nedo Bernardi, un centrocampo di interdizione e sostegno per un attacco (Misani, Botondi, Mario Carta) assolutamente deflagrante: 54 gol, per loro.
Morelli collezionò 29 presenze e 3 gol (2 rigori) e fu riconfermato anche la stagione successiva (1964-65), la ultima con i bianchi, in cui però disputò soltanto il girone di andata, timbrando 13 ticket e segnando la sua ultima rete in maglia bianca: il 13 dicembre del 1964 propiziando il 2-0 (seconda rete di Bruni) contro il Cuoio Pelli.
Con l’Olbia ha giocato 61 volte complessivamente, segnando 11 reti.
Nell’estate del 1965 comincia la sua avventura sportiva come allenatore con i Verdi del Tavolara, dove sarà maestro e mentore indimenticabile di dozzine di atleti terranoesi che, anche e soprattutto grazie a lui, faranno la storia del Calcio Olbiese.
Ecco, tra le tante istantanee che lo ritraggono con la divisa del SUO lavoro, abbiamo scelto proprio quella del suo Primo Tavolara dove, il Signore del Calcio Olbiese, fa da colonna portante per una nidiata di giovani talenti Olbiesi, tra i quali come simbolo di continuità e dedizione alla causa bianca si scorge anche un sedicenne  Pinuccio Petta, difensore indomito della nostra amata (301 presenze 8 gol) e sagace capitano di mille battaglie.

Grazie Silvano, grazie di Tutto… R.I.P
Tore Zappadu