FIORENZUOLA-OLBIA 0-1
Fiorenzuola (4-3-3):
Battaiola; Danovaro, Quaini, Cavalli, Oddi (79’ Dimarco); Currarino (79’ Di Gesù), Piccinini (59’ Fiorini), Stronati; Sereni (59’ Morello), Mastroianni (73’ Scardina), Sartore. A disp.: Iselle, Sorzi, Coghetto, Frison, Bondioli, Bontempi, Giani, Egharevba. All. Tabbiani

Olbia (3-4-1-2): Sposito, Bellodi, Brignani, Emerson; Arboleda, La Rosa, Biancu (76’ Incerti), Travaglini; Ragatzu (89’ Sueva); Contini (59’ Dessena), Nanni (59’ Corti). A disp.: Van Der Want, Fabbri, Sperotto, König, Zanchetta, Babbi, Boganini. All. Occhiuzzi
Arbitro: Gianluca Renzi di Pesaro
Rete: 54’ Danielinho Ragatzu (rg)
Note: angoli 2-3; amm.: Ragatzu (va in diffida); Sereni, Quaini, Currarino, Emerson – In tribuna una bindighina di ciuanotti della curva mare che hanno incitato e sostenuto per tutta la gara i Bianchi, ammutolendo i non più di 300 spettatori del Fiorenzuola. Rec.: 0+6’.

70 mi dà Tanto
                                 WiWa
                                               Ragatzu per tutta la vita.

Di lui parliamo a fianco, perché nessuno più di lui merita questo riconoscimento.
Non era facile, per niente semplice, mettere dentro quel pallone.
Sia per la situazione psicologica che lui, i suoi compagni e tutto l’entourage tecnico, hanno vissuto nelle ultime 96 ore, sia per la grande responsabilità.
Non ha tremato, neppure quando Battaiola ha intuito la direzione, perché il suo destro era forte, scivoloso e pieno di tutta la rabbia del mondo.
Una volta tanto ci è andato tutto bene, senza sbavature tra i reparti e con un gruppo così unito per l’unico intento di farcela.
Non è stata una bella partita, perché se noi siamo incerottati, loro non godono migliore salute.
All’andata ci “soverchiarono” con un possesso palla a tutto campo e con la velocità di esecuzione.
Il 2-1 per loro era oggettivamente bugiardo nelle dimensioni, per quel che i ragazzi di Tabbiani avevano mostrato nel terreno di gioco.
Oggi tutt’altra musica.
Nella prestazione incolore dei padroni di casa hanno sicuramente pesato le ultime 4 partite perse in casa e, nonostante la tranquilla classifica di riferimento, il Fiorenzuola visto oggi è davvero una squadra ed un gruppo smarrito.
Sposito non ha toccato palla, qualche mischia, in una delle quali hanno sbattuto sulla traversa, qualche cross insidioso, per il resto buio pesto.
E se la difesa non ha tremato è anche merito della mediana di contenimento.
Noi non abbiamo fatto sfracelli, ma siamo stati ordinati, sul pezzo in ogni centimetro quadrato del campo e, con la sapiente regia di san Danielinho abbiamo costruito una cinquina di palle gol che solo l’imperizia di Nanni al 5°, il fuori misura nel diagonale bellissimo di Ragatzu un minuto dopo, ancora Nanni con un sinistro “molliccio” spreca  a tre metri da Battaiola; infine Corti nella più clamorosa di tutte le palle gol della giornata calcia alla “mindaffutto” il raddoppio rassicurante sicuramente più apprezzabile al 94’.
Bisognava vincere e ce l’abbiamo fatta, con sacrificio, attenzione e tanto merito.
Ed abbiamo goduto “a distanza” per la piacevolissima apoteosi finale con quel bellissimo e instancabile manipolo della “curva mare” che ha tinto di incitamento solo bianco, dal primo all’ultimo secondo il Pavesi impietrito e, di fatto, silenzioso e triste.
Ad Majora Ragatzi… ma questo è solo il primo gradino… adesso attendiamo l’Entella e vediamo di non inciampare nuovamente… nunc et semper OlèOlbiaOlè.
Tore Zappadu

DEDICATO A DANIELE
Alla sua 193ª gara in maglia bianca il divin esteta di Quartu ha messo in rete la sua 70ª marcatura. Una media del 36,27%, come dire 1 gol  ogni 2,7 partite. Il più GRANDE di tutti, nessuno come lui nei 18 campionati di serie C, in cui da solo ha messo a segno il 12% di tutti i gol (587 con il rigore di oggi). Sono passati poco meno di 3 lustri da quando a 17 anni, 5 mesi e 9 giorni esordi in serie A con la Rossoblu del Cagliari sostituendo Matri negli ultimi 15’ di Cagliari-Torino. Era il 1 marzo del 2009 e poco dopo, alla sua terza apparizione in Serie A, a Firenze, entrò in campo negli ultimi 6’, sempre al posto di Matri e, 3 minuti dopo, segna il suo primo gol tra i professionisti,  su assist di Jeda con quel tocco vellutato che ha “esposto” in tutti gli stadi italiani.
In quella prima stagione non era ancora arrivato a Cagliari Daniele Dessena, allora 22enne che giocava con la Sampdoria. I due Daniele si incontreranno nella stagione successiva, entrambi con la maglia del Cagliari, dove Dessena era già titolare e Ragaztu giocò con una certa continuità, con Mister Allegri, nelle ultime 9 .
Ma Dessena in quel Cagliari-Milan  (2-3 per i rossoneri) dell’aprile 2010 era in panchina ad assistere alle evoluzioni di Ragatzu, gasato perché per la prima volta titolare in casa si prese il vezzo di fare tunnel a Ronaldinho e di recuperare il gol iniziale di Boriello con una prodezza di destro su assist dell’altro grandissimo Daniele (Conti) di quel grande Cagliari.
Oggi Ragatzu e Dessena hanno ripreso a camminare assieme, a ruoli invertiti. Qui ad Olbia Danielinho è il padrone incontrastato del proscenio, protagonista assoluto di stagioni decisamente uniche ed inimitabili.
E Dessena, subentrato nel finale di una gara complicata e difficilissima com’è stata questo spareggio nel tunnel dell’oscurità in cui sia Noi che, negli ultimi tempi, anche Fiorenzuola siamo stati “carcerati”, ha dimostrato di poter essere più che utile alla causa della Salvezza nella stagione finora più deludente degli ultimi anni.