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ANDREA PEANA- Alghero- 12 febbraio 1986
Stagione Squadra Serie Gare Minuti Gol Sq
2005-06 Cagliari Prim 20 nd 2 nd
2006-07 Cagliari A
gen-07 Triestina B 7 310
2007-08 Triestina B 7 450
gen2008 Crotone C1 7 567
2008-09 Portosum. C1 11 509 1
gen2009 Alghero C2 6 407
2009-10 Alghero C2 19 1272 1
2010-11 Castiadas D 12
180 4 1
dic2010 Alghero IIA 13 804
2011-12 S.M.La Palma
Pro. 14 1253 5 1
2012-13 Alghero Ecc 27
2260 3 3
2013-14 Olbia D 32 2842 3
2014-15 Olbia D 23 1896 2
ANDREA, Achel jove català:

Anem, anem, anant!

Il domani ci sfugge, il passato ci spaventa, il presente ci trattiene. Tanto più se fai il giocatore di pallone e, per giunta, hai 20 anni e ti capita, giocando in campionato di serie B a Torino contro la Juve, di avere la palla buona e rischiare di far gol a Buffon; oppure quando a Marassi contro il Genoa vieni eletto miglior giocatore Sky della partita, anche se persa. Quella squadra era la Triestina, quel giocatore Andrea Peana, Achel jove català, che la sua buona chanche, nel mondo delle alchimie pallonare, l’ha pura avuta ma, come tanti, se l’è vista dilapidare tra gli appettiti e le fauci voraci di procuratori, d.s. e d.g. e faccendieri di ogni risma, vocati al soldo piuttosto che al talento. Questo ieri.

Andrea oggi: uomo fatto e giocatore affidabile, non si guarda indietro e, quando lo fa chiacchierando con noi, non ha rimpianti.
Per esempio, non si è mai pentito di aver scelto il pallone rispetto all’atletica anche se, a 13 anni a Firenze, si laureò campione nazionale allievi nei 60 metri ad ostacoli. E così quando il suo coach gli chiese di scegliere fra le due discipline, Andrea sposò il calcio. Tra alti e bassi e con unariitratti costante, la sua bravura e serietà professionale.
Può anche essere che il suo tormento calcistico più complicato sia già alle spalle: nella stagione 2011-12 aveva pressochè compiuto il suo cursus honorum nel gioco più bello del mondo; dopo un buon girone di andata nell’ultima stagione dell’Alghero in serie C, Peana condivide la crisi di identità della sua squadra nel periodo sabbatico e sembra destinato al tramonto sportivo.

Ha un sussulto, riprende a giocare, tanto per non star fermo troppo al palo, giusto a tre mesi dalla fine del campionato di Promozione partecipando attivamente al successo e relativo salto di categoria in eccellenza del Santa Maria La Palma, altra squadra della sua città che, poi, assumerà un ruolo decisivo per la rinascita della società storica e gloriosa dell’Alghero.

Nel frattempo, Andrea ha comunque svoltato l’angolo: proprio in quel periodo decide di ripartiree con gli studi. Gli fa gioco il fatto che nel suo svernare a “casteddu” da adolescente era risucito a diplomarsi ragioniere senza perdere un solo anno di riparazione, grazie alla “complicità” con Luigi Pinna, il sodale di tante battaglie calcistiche ed umane in quel di Cagliari quando militavano nelle giovanili.

Rispolvera quel pezzo di carta e si iscrive in Scienze Politiche, laurea triennale in Amministrazione, avendo già passato il guado: iscritto al terzo anno, ha superato 11 esami e ha messo in conto di finire almeno entro il primo fuori corso. Lo scorso anno, grazie alla scelta di Giorico e la chiamata dell’Olbia, chiese ed ottenne un po’ di flessibilità negli allenamenti (alla fine ne saltò due soltanto) per non perdere lezioni e turni d’esame. “Quest’anno –ci dice- è un po’ più complicato, perchè pensiamo di giocarcela fino alla fine anche in termini di competitività, anche se non stiamo attraversando un bel presente”.

Buon tempo e mal tempo, non dura tutto il tempo.

Ed al proposito, Andrea ha una sua idea: “lo scorso anno, da matricole, vincemmo sei delle prime sette partite; quest’anno siamo più temuti, non sorprendiamo più nessuno e da parte nostra abbiamo ancora problemi di assestamento complessivo, credo comunque che presto usciremo da questa fase difficile.
Non ha ancora deciso cosa farà da grande, anche perchè questa esperienza di bianco vestita, gli ha ridato una seconda giovinezza. “non so cosa mi aspetta, ma qui ho ripreso il gusto del gioco, della competizione e del sentirmi parte di un progetto; siamo calciatori che ci conosciamo da tanti anni e che, per la prima volta, siamo tutti insieme, per provare a realizzare un sogno per questa gloriosa maglia che merita palcoscenici più consoni. Non so se ce la faremo, ma sentiamo molto la responsabilità di rappresenta una bella fetta del calcio sardo. Di sicuro ce la metteremo tutta.”
In campo, ha spesso il carisma ed i difetti dell’intellettuale che ragiona con la testa anche quando è costretto a sbattacchiare il pallone oltre gli eucaliptus.

Lui non rinuncia mai ad essere se stesso, a recitare il ruolo di talento innegabile, fottuto dai predoni del calcio che continuano a imperversare nello scenario del povero pallone italico che, se può, non sbatacchia la sfera, la accarezza, la lusinga e la utilizza per dominarla. Lo ripete spesso: non sa cosa sarà il domani: ma intanto affina le armi, e divora il presente, non lieve di queste ore, perchè da fine pensatore sa che “adda passà ‘a nuttata.”
Perchè il domani è come una commedia, conta poco che sia reale o meno, l’importante è come lo reciti! Ed Andrea lo vuol attraversare da fiero e coraggioso protagonista.
Simprie