OLBIA-GUBBIO 0-0
Olbia (3-5-2): Gelmi; Brignani, Travaglini, Fabbri; Gabrieli (82’ Boganini), La Rosa (82’ Babbi), Incerti (90’ Emerson), Ragatzu, Renault (46’ Occhioni); Sueva (82’ König), Contini; a disp.: Van der Want, Finocchi, Sanna. All. Occhiuzzi.
Gubbio (4-2-3-1): Di Gennaro; Corsinelli, Redolfi (46’ Portanova), Signorini, Bonini; Toscano, Rosaia; Spina (62’ Morelli), Arena (78’ Vitale), Mbagoku (62’ Bontà); Vazquez (74’ Artistico); a disp.: Meneghetti, Semeraro, Tazzer, Francofonte, Di Stefano. All.: Braglia.
Arbitro: Daniele Virgilio di Trapani.
Reti: 6’ e 32’ Arena, 41’’ Spina, 46’ Contini.
Note: angoli 1-4; amm. La Rosa; rec.: +3’+5’.
BASTAAA!!!
Ennesima lezione di calcio, ennesima figura barbina dei nostri ragazzi, mal guidati e mal assortiti dalla panchina: tutto sbagliato, TUTTO DA RIFARE!
Al netto di tutte le giustificazioni (l’indubbia forza dell’avversario, la risicata rosa di una squadra in perenne “terapia intensiva da infortunistica”, il morale obiettivamente e costantemente sotto i tacchetti) non abbiamo alcun antidoto per combattere l’assoluta carenza di schemi, gioco e idee.
Il possesso palla è la fase più deprimente del nostro “non gioco”, non sappiamo cosa fare con il pallone tra i piedi, sulle seconde palle siamo sempre in ritardo, in fase di interdizione sulle ripartenze avversarie lasciamo buchi e spazi liberi su ogni fascia della nostra area difensiva.
Il risultato è assolutamente bugiardo, visto che lo strapotere eugubino poteva concludersi con una mattanza di almeno una mezza dozzina di gol: errori macroscopici nelle conclusioni di Mbagoku (51’), Spina (59’), oltre al palo di Vitale (84’) ed alla prodezza di Gelmi, decisivo di piede ancora su Vitale e un’ altra mezza dozzina di insidiose azioni.
E NOI?!!!?
Siamo sempre e solo i primatisti delle mille palle buttate nel vento del … nulla, in qualche caso persino delle comiche (?!?) quando, in solitaria, inciampiamo su noi stessi con il pallone tra i piedi.
La squadra ha “assimilato” tanti difetti già nella costruzione dell’organico ed in più, lo ripetiamo, non ha né capo né coda sul piano del gioco e della personalità; da tempo nel rettangolo di gioco siamo spettatori “comunque pagati” per assistere allo strapotere indiscutibile di ogni avversario.
L’unica cosa sulla quale ci sentiamo di “raccordarci” con la Società è sul silenzio Stampa.
Visto che, in attesa di un chiaro ed evidente atto di discontinuità con questo inesorabile e deprimente “andamento tragico”, chiudiamo anche noi questa “cronaca” e ci adeguiamo con un altrettanto “deciso e compassionale” NOSTRO SILENZIO STAMPA.
Alla prossima, magari sperando nell’intercessione di San Simplicio e della Madonna di Cabu Abbas,
Tore Zappadu