OLBIA-ENTELLA 2-3
Olbia (3-5-2): Ciocci, Brignani, (67’ Pinna S.) Pisano, Emerson; Arboleda, Giandonato (67’ Ladinetti), Chierico (60’ Biancu), Lella (82’ Occhioni), Travaglini; Ragatzu, Udoh (82’ Saira). A disp.: Barone, Van der Want, Sanna, Perseu, Belloni, Mancini, Manca; all.: Canzi.
Entella (4-3-1-2): Borra, Cleur, Coppolaro, Silvestre, Pavic; Dessena, Rada (53’ Lipani), Karić (81’ Morosini), Schenetti (70’ Palmieri), Merkaj, Magrassi (81’ Lescano). A disp.: Siaulys, Barlocco, Pellizzer, Chiosa, Sadiky, Paolucci, Meazzi; all.: Volpe
Arbitro: Marco Saia di Palermo
Reti: 26’ Schenetti; 32’ Udoh, 55’ e 91′ Merkaj , 73′ Ragatzu.
Note: corner 7-1; amm. Rada, Emerson (diffidato salta il Gubbio); rec.:0+3’.
La “banda del buco” colpisce ancora. Tre gol sul groppone: uno su tiro la lontano, l’altro su angolo, il terzo sugli sviluppi di un piazzato dai 35 metri, in cui difensori e portiere hanno tutti giocato a… nascondino, consentendo a Morosini lasciato solo a sinistra di calciare a botta sicura, il nostro portiere che si tuffa dopo che il pallone lo ha già superato, e la palla che arriva facile per il tapin di Merkaj per la sua doppietta ed il gol vittoria dei suoi.
E NOI… rivediamo i Fantasmi della mediocrità.
Nelle ultime quattro, da quando abbiamo accantonato Maarten in panchina, abbiamo vinto di misura solo su Lucchese, perso le altre tre incassando 8 gol. E quel che fa più male è constatare con amarezza che, lì davanti in queste ultime 4 gare abbiamo comunque segnato 4 gol, con Ragatzu che è tornato ad essere il “deus ex machina” di questa Olbia, purtroppo, in caduta libera nel suo “retrotreno”.
Davvero inspiegabile, come un “equilibrio” difensivo, così faticosamente trovato tra la 14ª e la 20ª, sette partite con Van Der Want in porta, 2 vittorie, tre pareggi e 2 sconfitte di cui una quella “derubata” dal Siena è stata frutto di madornali errori arbitrali.
Con Van der Want in porta 7 reti in 7 gare e 3 gare su 7 sono finite senza subire gol.
Davvero complicato capire quali siano i criteri di “scelta” per quel ruolo che, non sarà un caso, viene chiamato per l’appunto “estremo difensore”.
Personalmente continuo a non capire e, quindi, prometto solennemente che non ne parlerò più… giochi chi giochi, prenderò atto di quel che passa lo staff, e mi adeguerò sperando di avere torto marcio e rimangiarmi “volentieri” quel che vado scrivendo non da oggi.
Per adesso non possiamo che provare a digerire la solita nauseabonda delusione.
Con una squadra che (a parte la giornataccia col Modena) ha sempre dimostrato di non essere secondi a nessuno, siamo arrivati alla 12ª sconfitta stagionale dopo 24 gare disputate (ne perdiamo una, ogni due) esattamente come 2 anni fa, quando alla 24ª giornata, allora eravamo persino ultimi, da soli in fondo alla classifica.
Oggi ci va meglio perché abbiamo vinto (finora) un po’ di più, ma la situazione si fa davvero via via sempre più complicata.
A parlare della gara, non si fa molta fatica, visto che il canovaccio è sempre lo stesso: noi proviamo a menar la danza, giro palla, spesso efficiente, qualche sortita interessante anche davanti a Borra, alla fine calciamo anche 8 angoli, senza alcun effetto, a loro ne basta uno per punirci.
Abbiamo colpito un palo il divin esteta Ragatzu, abbiamo avuto anche due buoni piazzati che sprechiamo sulla barriera. Insomma occasioni per passare riusciamo a costruirle, anche grazie al rientro di Arboleda, ma con questa retroguardia, dovremmo imparare a vincere come facevamo nel finale dello scorso anno: quando ci siamo divertiti segnando 5 o 3 a seconda delle necessità.
A guardar bene nel primo e nel terzo gol abbiamo consentito agli avversari di manovrare la palla a proprio piacimento. Con noi spettatori consentendo, nel primo, a Schenetti (assolutamente padrone del centrocampo) per due volte di provarci e, alla seconda di riuscirci con merito. Nel gol vittoria del finale nessuno marcava nessuno, dando l’impressione che non attendessimo altro che si potesse scampare il pericolo, magari per grazia ricevuta, ma Morosini e Merkaj non sono stati così misericordiosi.
In difesa NON GIOCHIAMO MAI CON TRANQUILLITA’.
In avanti, da 5 anni a questa parte, dopo 24 gare abbiamo fatto 30 reti (con un solo rigore a disposizione) che sono il record in questo “parziale” di campionato nel quiquiennio; l’unica volta che abbiamo fatto un po’ meglio fu nella prima stagione di questo ciclo (2016-17): dopo 24 gare avevamo incamerato 31 gol a favore, uno in più di oggi, ma con 4 rigori in più.
Insomma, il malato cronico è la difesa.
Corriamo ai ripari prima che la sopraggiunta depressione diventi incubo e che la situazione diventi assolutamente irreparabile.
Ad Majora sempre e comunque,
Tore Zappadu