OLBIA-ANCONA  MATELICA  1-2
Olbia (3-4-1-2): Ciocci, Boccia (10′ Pisano), Emerson, Travaglini; Arboleda, La Rosa, Lella, Renault (10′ Pinna S.); Biancu (82′ Chierico); Ragatzu, Udoh (82′ Mancini). A disp.: Van Der Want, Sanna, Giandonato, Ladinetti, Perseu, Occhioni, Saira, Manca. All. Canzi.
Ancona Matelica (4-3-3): Avella, Noce, Masetti, Iotti, Di Renzo; Palesi (58′ Delcarro), Gasperi, Iannoni; Rolfini, Faggioli (65’Moretti), Sereni (65′ Del Sole). A disp.: Canullo, Vitali, Tofanari, Bianconi, Ruani, Maurizii, D’Eramo, Papa, Vrioni. All. Colavitto
Arbitro: Fabio Rosario Luongo di Napoli
Reti: 68’ e 74’ Rolfini; 91’ Ragatzu
Note: corner 6-5; amm.: Renault, Gasperi, Faggioli, Avella; all’80’ takcle  in scivolata tra La Rosa e Delcarro, nessuno si fa male, ma l’arbitro vicino all’azione giudica “piede a martello” per il giocatore bianco che comunque aveva  colpito il pallone. Rec.: +2’+5’

C.v.d.: Così, sui libri di matematica si completava la soluzione dei teoremi.
Il Come Volevasi Dimostrare, vale anche nel calcio.
Anche oggi, un Ancona sparagnino, brutto a vedersi, succube delle “manovre avvolgenti” di un’Olbia più “leziosa” che affamata, ripete lo stesso risultato dell’andata prendendosi i 3 punti senza fare alcuna fatica.
Allora ci pensarono Ciocci ed Emerson a regalare le palle gol ad un Moretti nient’affatto trascendentale.
Oggi, a dire il vero, lo show lo ha messo in mostra un ispirato Rolfini che prima in splendida rovesciata, poi in tapin sulla spizzata di Iannone in un piazzato (la solita quaresima difensiva) di Del Sole.  
Una sconfitta che va al di là dei meriti dei nostri avversari, ma anche molto più in là dei nostri demeriti.
Non si può davvero dire che Danielinho e gli altri non ci abbiano provato.
Nella dozzina di “sconfinamenti” verso la porta di Avella, non sono state poche le occasioni sprecate o non finalizzate senza sfruttare “l’attimo fuggente” da Lella, La Rosa, Biancu, lo stesso Ragatzu.
Su tutte grida vendetta al cospetto del dio del pallone, il fallito tapin di Udoh al 59’ sull’assist meglio riuscito ad un Arboleda in evidente crescita di condizione.
Di sicuro gli infortuni di Boccia e Renault, ad inizio gara, ci hanno privato di alcune “certezze” importanti che, questo perenne cantiere dell’Olbia ogni tanto riesce a costruire. Sta di fatto che se si perde una partita in cui abbiamo menato la danza, senza soluzione di continuità, per più di 2/3 di gara, qualche domanda dobbiamo pur farcela.
La solita “menata” della “prestazione” in contrasto con il risultato, a questo punto della stagione, diventa più che stucchevole.
Vero è che abbiamo una difesa colabrodo che, ad ogni spiffero degli avversari, dà sempre la sensazione di poter prendere gol.
E questa “precondizione” è drammaticamente fatale quando si incontrano squadre come l’Ancona che, nei 68’ prima del loro vantaggio, pur subendo la nostra “avvolgente” strategia, hanno dato sempre la sensazione contraria, cioè quella di poter “sventare” ogni attacco.
Un altro dato di fatto è che né Avella, né tantomeno Ciocci abbiano fatto alcuna parata.
Pericoli sì (soprattutto per il portiere napoletano) ma tiri in porta… nix. Solo che Avella in 16 gare, di gol ne ha subito 16, Ciocci nelle sue 16 presenze ha raccolto 26 palloni dalla sua rete, dieci di più.
Senza niente togliere al talento del giovane esordiente (anche per questo inesperto) portiere cagliaritano, davvero non è facile capire la “reclusione” panchinara di Van der Want che durante l’assenza di Ciocci (per via dell’infortunio) ha svolto più che bene il suo compito.
Per esser ancora più chiari, il rendimento di Ciocci, nel nostro girone è meno “peggio”  unicamente di altri due portieri:
-il Giusti di un Montevarchi in caduta libera (15 gare 33 gol, di cui 5 subiti proprio questo pomeriggio in quel di Chiavari con l’Entella, con cui sverneremo noi domenica prossima al Nespoli);
-l’altro è  Daga della Viterbese che in 11 gare ha rimediato 24 reti (anche lui più di 2 a partita) e che, ovviamente, dopo l’acquisto dal Seregno dell’esperto Fumagalli che, stando  all’esperienza ed ai numeri (24 gare e 24 reti subite nella stagione)  ed a quel che è accaduto  prima a Cesena (0-0) e questo pomeriggio ad Imola con lo 0-3 a favore dei laziali, sembra più che in grado di contribuire e non poco alla “rinascita” dei giallorossi laziali.
Mi sbaglierò, ma credo di condividere lo spirito che da sempre alberga nell’Olbia di Marino in cui non si fanno “figli o figliastri”.
Se per tutti i calciatori vale la regola delle pari opportunità, meglio fare di necessità virtù.
E magari chieder consiglio, a Mister Mereu quando, da novello Cincinnato, fu chiamato a “salvare” un’Olbia, relegata nel fondo classifica ad appena 4 giornate dalla fine, decisamente “affogata” mani e piedi nell’ inferno dei playoff.
Il grande Mastro Bernardo,  rimotivò i ragazzi, li lascio tutti al loro posto meno UNO…. perché… chiamò VdW l’Olandolbiese tra i pali… a “presidiare” il fortino.
Tutti sappiamo come andò a finire il rush-finale di quelle 4 gare, in quell’autentico miracolo con  un pari per 1-1 con la Carrarese e 3 vittorie senza subire reti, a Pistoia, in casa col Siena ed l’ultima ad Arezzo.
Ad Majora Ragazzi, ora e sempre OlèOlbiaOlè
Tore Zappadu