Pontedera-Olbia 3-2
Pontedera (3-5-2): Mazzini; Risaliti, Piana, Ropolo; Calcagni, Bernardini, Barba, Serena (83’ Giuliani), Mannini; Semprini (83’ Cigagna), Tommasini (88’ Negro). A disp: Sarri, Pavan, Benassai, Salvi, Bardini, Bruzzo, Balloni, Zaccanti, Danieli. All. Maraia.
Olbia (4-3-1-2): Van der Want (76’ Crosta); Mastino (90’ Verde), La Rosa, Dalla Bernardina, Pisano; Muroni, Biancu, Pennington (70’ Lella); Doratiotto (76’ Vallocchia); Parigi, Ogunseye; a disp.: Zyugaro, Manca, Miceli, Demarcus, Barone. All. Filippi
Arbitro: Costanza di Agrigento
Rweti 11′ Biancu, 32′ Piana, 44′ Pennington, 46′ Semprini; 63’ Tommasini Note: espulsi: 80’ Filippi per proteste; all’81’Risaliti per doppia ammonizione; ammoniti Biancu e il tecnico Filippi; angoli 5-1; spettatori 500 circa.
Ci vuole davvero impegno e dedizione per perdere partite come questa.
L’Olbia ce l’ha messa tutta ed è stata sul serio brava a riuscirci.
Non ricapiterà molto spesso, in questo girone, di trovarsi di fronte una squadra oggettivamente più debole della nostra, soprattutto per le pesantissime assenze di Caponi e De Cenco, e quindi… chi è causa del suo mal…
Fuori lo squalificato Pitzalis, Filippi anche per la scarsezza di alternative, decide di spostare Pisano a sinistra e utilizzare l’esordiente Mastino a destra.
Oggettivamente, non hanno convinto entrambi e soprattutto in occasione dell’unica “azione compiuta” dei giovanotti di Maraia, Mannini indisturbato sulla fascia sinistra e tapin facile facile di Tommasini, la “liquidità” della nostra “barriera” difensiva è apparsa a dir poco disarmante.
Così come non ha convinto la persistente decisione di rinunciare, ancora una volta, a Vallocchia nel modulo iniziale.
La sensazione sempre più consistente che, allo stato dell’arte, Fillippi debba riproporre lo schema vincente con Rieti in Coppa Italia: che prevedeva proprio il reatino (il pezzo più pregiato del nostro bigoncio) alla trequarti e Doratiotto a fare da “cavalier reggente ” a RobertOne.
L’accoppiata Parigi-Ogunseye appare troppo scontata e prevedibile, soprattutto per i limiti che impone, ai “movimenti” della nostra straripante punta di diamante. Non era stato semplice per l’ariete mantovano, nella scorsa stagione, convivere con Ceter, ancor meno convincente appare il “concubinato” con il pur bravo centravanti aretino.

E, comunque sia, se non avessimo, persino, fornito 5 corner 5 (sempre per balbettii difensivi) noi oggi non avremmo perso.
Perché la assoluta “inidoneità” difensiva sui calci d’angoli e sui piazzati, ormai diventata “neoplasia” manifesta anche più sprovveduti avversari, finisce per regalare agli stessi dei veri e propri rigori a… porta aperta.
Undici difensori nell’area piccola, nessuno marca nessuno e la nostra “zonetta miserella” è la migliore medicina per i malanni… degli altri. Il primo gol granata è stato segnato dal centrale 1,85 Luca Piana inerpicatosi, solo soletto al limite dell’area di rigore, a raccogliere il preciso invito dall’angolo destro di Calcagni. Stesso copione sul terzo e decisivo gol: Calcagni dall’angolo, Piana che svetta sempre indisturbato, VdW che, stavolta, respinge ma non nella maniera più opportuna, visto che “sa Boccia” “dondola” a palombella nei pressi della traversa, dove Tommasini è lesto a salire in groppa alle spalle di La Rosa ed imbucare la palla della vittoria.
Tutto qui il copione di una gara che, ai suoi esordi, aveva fatto sperare esito ben diverso.
Le prodezze di Biancu (eurogol su punizione da 25 metri) e Pennington (fendente maligno dall’altro lato del rettangolo di gioco, ma da uguale distanza), oltre alle diverse e pericolose incursioni di Ogunseye, oggi poco fortunato, e due ennesime bellissime chanches capitate una al 7’ (Doratiotto) l’altra al 36’ (Pisano) “spadellate” con inusuale gracilità sulle braccia di Mazzini, ci hanno illuso in maniera inversamente proporzionale all’incazzatura finale.
Filippi alla vigilia aveva “richiamato” la storia ricordando le troppe e tante infauste avventure nel territorio della Valdera; la sensazione, alla fine di una gara persa più per nostra incuria che per reale forza degli avversari, è quella che, probabilmente, nei prossimi 32 anni gare così “appetibili” da portare a casa, non ne capiteranno più.
Avvidecci sani, alla prossima.
Eh, comunque…
Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé…
Tore Zappadu