Adda passà ‘a nuttata!
Olbia-Viterbese 1-2
Olbia: Ricci, Quaranta, Dametto, Pisano (89’ Ogunseye), Cotali, Pinna, Benedicic (57’ Murgia), Muroni, Feola, Capello (72’ Senesi), Kouko; A disp.: Van Der Want, Deiana, Iotti, Bilea, Geroni, Tetteh. All.: Simone Tiribocchi
Viterbese: Iannarilli, Pacciardi, Falcone, Jallow, Neglia (76’ Paolelli), Miceli, Pandolfi, Cardore, Varutti, Doninelli, Celiento; A disp.: Pini, D’Antonio, Cruciani, Tortolano, Micheli, Chiani, Battista, Sandomenico. All.: Rosolino Puccica
Arbitro: Fabio Natilla di Molfetta
Rete: 25’ Neglia, 64’ Kouko, 85’ Celiento.
Note: corner 6-5; amm. Kouko, Pisano, Neglia; corner 6-5; rec.: 1′ e 2′.
Senza fine, stramaledetto attimo senza fine.
Giù, sempre Più giù, sempre più a fondo… senza soluzione di continuità, senza più illusioni da inseguire.
Perché ogni partita, ogni sconfitta pur avendo un sapore diverso, motivazioni e dinamiche diverse, conferma implacabilmente il teorema che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
E così, in porta continuiamo ad insistere sul “sottil concierge”, l’impalpabile Ricci che mister Tiribocchi, con poco acume e complicata testardaggine, manda per l’ennesima volta nell’arena della prevedibilissima ira e contestazione dei tifosi incazzati, come capro espiatorio, di una situazione di cui ben altri, che non il giovane portiere, appaiono i responsabili. Davvero doloroso, pesante e gravoso il confronto tra Ricci e la curva mare, cui abbiamo dovuto assistere a fine gara. Una scena ed uno scontro che si sarebbero dovuti evitare. Non c’era alcun bisogno di questa infinita agonia, per capire che forse qualche turno di riposo avrebbe consentito al ragazzo di non doversi sobbarcare l’intero onere di un disastro che in Beretta a Carta ha ben più discutibili responsabili. Bastava guardar il pedigree del giovane lucchese, per constatare come nelle sue 86 gare, fin qui disputate nei vari campionati ufficiali, Ricci abbia subito 143 gol con una media di un gol ogni 52 minuti; uno score di 1,66 gol a partita. Questo il suo totalizzatore complessivo che (ci crederete?), arrivato ad Olbia ha saputo persino peggiorare con 24 subiti nelle 10 gare fin qui completate, con una media di 2,4 gol ad incontro e una rete subita ogni 37 minuti di gioco.
Detta semplice, semplice: oggi a portieri invertiti avremmo vinto noi. Ma, lo ripetiamo, non è Ricci il colpevole di questo psicodramma.
Eppoi, che dire di questi stramaledetti moduli di calcio così immodificabili che da mesi stiamo vedendo ragazzi come Quaranta od Ogunseye fare minutaggio e presenze inimmaginabili in qualsiasi altra squadra, mentre talenti naturali come Alessio Murgia o potenzialmente interessanti come Tetteh, affogano nella naftalina di una assurda panchina. Oggi, il nostro “el diez” di San Gavino Monreale in 23’ ha cambiato la partita, regalando assist, delizie e dinamicità in mezzo al campo, in cui per troppi inutili minuti di troppe partite abbiamo visto gente passeggiare stile calcetto dopolavoristico. Il Tir ha le sue grandi responsabilità, e quindi per quel che lo riguarda, si inventi qualcosa perché in questa Olbia giochi sempre e soltanto chi sa giocare.
Non c’è più tempo per gli ordini di scuderia, o i favoritismi verso procuratori più o meno inconfessabili. Magari non sarà così, ma questa è l’impressione che viene data.
E, comunque, l’Olbia viene prima di ogni altra cosa, anche di decisioni “disciplinari” in altri frangenti giustificabili ed esemplari. Nonostante le smentite, davvero poco convincenti, le voci di radio “spogliatoio” confermerebbero le punizioni di Ragatzu e Piredda per ragioni… comportamentali. E, sempre nell’ipotesi che queste voci fossero vere, qualcuno ci dovrebbe dire com’è che questi stessi ragazzi, in quanto dotati e indubitabilmente indispensabili alla causa, siano stati appena poche settimane fa privilegiati di una conferma biennale rifiutata, invece, a gente come Miceli o, giusto per non tacere niente, anche nelle epurazioni del recentissimo passato di campioni affidabili come Giglio, Molino, Gallo, Steri, Mastinu, Carboni. E, visto che così è, ci si faccia capire com’è che invece di fargli sputare sudore per la nostra sempre meno probabile salvezza, multandoli pesantemente nella pecunia, si sia deciso di farli riposare, rendendoli ancor più altezzosi della loro indispensabilità. Dubbi, domande, mancate risposte che offuscano la rabbia e lo sgomento legittimo di una tifoseria e di una piazza che vivono una condizione kafkiana di surreale impotenza per un presente “costruito” con palese superficialità ed un futuro che più nero ed angosciante non potrebbe apparire.
Eppure, anche questa 18ma scoppola (record negativo già eguagliato, di sconfitte in 35 stagioni serie C) ha detto qualcosa di positivo sul quale chi di dovere dovrebbe riflettere, per rendere il miracolo della sopravvivenza e del mantenimento della categoria più che possibile.
Un’ultima cosa: Ragazzi, comunque Grazie, grazie per il vostro cuore, per le vostre lacrime alla fine di una gara che (comunque la pensiate o comunque la pensiamo) non meritavate di perdere. Vedervi, a vent’anni, dare tutto di voi stessi per la maglia e la nostra storia; veder le vostre lacrime per non averla potuta difendere anche contro la cattiva sorte (un rigore negato, una traversa, due parate culose di Iannarilli, e qualche eccessivo grammo di sfiga in più) ci ha commosso.
No, voi non siete “coglioni” come la rabbia, pur legittima delle gradinate, ha intonato.
Voi, siete invece la nostra vera ed unica speranza che, sopra ogni altra cosa, ci fa credere che questo stramaledetto attimo senza fine sia arrivato al …capolinea.
Ad Majora Ragazzi, ora e sempre olèOlbiaolè.
Simprie.