EVITATA LA BEFFA CONTRO L’ANZIOLAVINIO

Anziolavinio 3-2
Olbia: Sannino; Ravot, Del Rio, Peana, De Cicco (62’ Khalì); Steri, Barone, Capuano; Molino (74’ Masia);  Oggiano , Mastinu (58’ La 5Cava); all.: Scotto; a disp.: Saraò; Varrucciu, Loddo, Budroni, Taras, Murgia.
Anziolavinio: Rizzaro; Succi, Ugolini, Di Dionisio, Tomei; Guida; Mortaroli (68’ Drago),Nanni (74’ Buonocore), Lauri (61’ Metta); Alfonsi; Tulli; all. Venturi; a disp.: Galassi; Zigulich, Franci, Lupi.
Arbitro: Degli Esposti di Bologna.
Reti: 55’ e 60’ Oggiano; 70’ Molino, 71’ Drago; 76’ Tulli
Note: al 32’ Rizzaro para un rigore a Molino; espulsi: 76’ Succi per doppia ammonizione; al 92’ Ravot rosso diretto per fallo su un avversario. Amm.: Molino (va in diffida); Peana (diffidato salta Ostia Mare); Ugolini; Di Dionisio. Corner: 3-5 per Anzio.

Il primo autogol viene fuori da una delle scarse palle (persino moscia) che qualcuno (in questo caso Succi) manda in area, il pallone è spiovente, Sannino (finalmente) è in plastica uscita nella sua area, in perfetto orario, non disturbato da nessuno, facile presa…manco per niente. Si lascia sfuggire la palla, dopo che sembra averla arpionata, e che, ovviamente, carambola sul piede di Drago che si regala un gol che mai avrebbe pensato di fare. La seconda viene dall’ultimo dei calci d’angoli concessi agli ospiti. Memori delle precedenti lezioni i difensori (Peana, su tutti, registra arretrato superbo) hanno fino a quel momento presidiato ogni angolo dell’area, piccola o grande che fosse e non hanno mai rischiato la capitolazione neppure sui piazzati. A quel punto, però sul 3-1, i portodanzesi credono nel miracolo e si buttano tutti davanti a raccattare quel che arriva, l’unico imperturbabile resta Sannino che, stando alle regole tramandate nel calcio dai tempi di adamo ed eva, dovrebbe essere il padrone dell’area piccola. Il bravo ragazzo di Livorno, evidentemente scosso dalla precedente “svista”, preferisce anche stavolta stare dentro la sua porta e il pallone calciato da Alfonsi invece che sulle mani di Sannino, in ipotetica uscita, spizza sulla testa del più alto di tutti (Tulli, fino a quel momento ininfluente) e finisce ovviamente dentro il sacco.
Questo è quanto di brutto ci ha regalato questo match. Da parte nostra, dopo un primo tempo dove abbiamo stentato a prendere in mano le redini del gioco ed imporlo, anche perché, forse per via del caldo, camminavamo invece che correre, e che comunque ci ha regalato la grande occasione di Molino dagli undici metri fermato da uno stupendo Rizzaro (Bugiardi e calunniatori quelli che dicono che lui gioca perché è il figlio del presidente); nel secondo si cambia spartito e ritmo. Elenchiamoli soltanto gli acuti: 3 reti, una più bella dell’altra; 4 altre stupende parate salva rete di Rizzaro: su Oggiano due, su Steri e su Molino; palo di Ravot; altre 4 splendide occasioni (fallite a porta aperta o a tu per tu col portiere) per Oggiano, La Cava, Masia (clamorosissima), Ravot. Insomma una sarabanda musicale che, in qualsiasi altra occasione avrebbe portato 6/7 gol al bottino del gruppo; ed il fatto che non sia avvenuto (ed è già capitato altre volte) è segno di debolezza che, chi si candida per le parti alte della Classifica, non può permettersi ancora a lungo.
Detto tutto ciò, prendiamo atto che stavolta la beffa non è arrivata; l’Anziolavinio perde perché ha giocato meno bene; e noi vinciamo con merito perché giochiamo e costruiamo meglio. Ma, anche per noi, il tempo del cantiere e delle sperimentazioni è finito: 13 gol in saccoccia nella nostra retroguardia sono un peccato mortale che, alla vigilia della traversata per Ostia Mare, va confessato e mondato per il passato e per tutto il calendario che resta da giocare. In fondo, non dobbiamo neppure andare a Lourdes a chiedere indulgenza o attendere miracoli, visto che in casa, magari con qualche pater-ave-gloria e piccoli sacrifici, abbiamo la soluzione migliore a portata di mano.
Ad Majora ragazzi; e sempre Olè Olbia Olè!
Tore Zappadu