ABBIAMO ANCORA TROPPA PAURA DEI NOSTRI SOGNI

Olbia-Lucchese 2-2
Olbia: Montaperto, Pinna, Dametto, Miceli, Cotali, Piredda (72’ Feola), Geroni, Muroni (80’ Auriemma), Cossu, Capello (90’ Auriemma), Kouko. A disp. Van Der Want, Carboni, Russo, Pisano, Feola, Murgia, Scanu, Quaranta, Senesi. All. Mignani
Lucchese: Di Masi, Florio Capuano, Mingazzini, Forte, Fanucchi (73’ Longobardi), Terrani (82’ De Feo), Bruccini, Martinez (60’ Merlonghi), Espeche, Cecchini. A disp. Nobile, Melli, Bagattini, Ballardini, Nolé, Bragadin. All. Galderisi
Arbitro: Marini di Trieste
Reti: 7′ Capello, 57’ Forte, 77’ Marco Piredda, 94’ Forte
Note: ammoniti Piredda, Montaperto, Feola, Longobardi; corner 3-6 per Lucchese.

La sfortuna è un abisso per i deboli. piredda
Troppe scuse, pochi alibi.
È andata come è andata, ed avremo la Fortuna di Incontrarci ancora…
Ma adesso sarebbe anche ora di sterzare.

E, poiché siamo d’accordo con il presidente Marino quando dice che “se nella graduatoria delle rose più fornite siamo quarti nel girone, non sarà per caso”, allora occorre dire che questa Olbia ha bisogno di essere sferzata e spronata, non coccolata con pannolini caldi e frasi di circostanza. Per chi ha visto la gara, gli ultimi minuti sono stati una specie di “aspettando Godot”, quello del teatro dell’assurdo, in cui la prima vittoria che hai atteso per oltre 90’ sai che non arriverà MAI.
Perché dall’altra parte della barricata, 11 incursori assaltano il fortino dell’area piccola di casa bianca e danno la netta sensazione che prima o poi avrebbero posto il pallone in meta. Poco conta che questa meta sia arrivata a tempo pressoché scaduto, o che Miceli (sempre in ritardo nei momenti decisivi con quel Forte che se ha quel cognome, ci sarà pure una ragione) probabilmente riceva un fallo.
La verità è che il 2-2 è un risultato meritato e giusto anche se, come tutte le cose, esso è anche il testa-croce di una stessa medaglia.
E il double-face dice con chiarezza che l’Olbia attuale, nonostante la indiscutibile consistenza del roster, necessità di una messa punto in tutti i reparti. Intanto in porta, dove il ragazzo di Lodi mostra in tutta evidenza dei limiti, magari anche solo di esperienza, nella custodia dell’area piccola, dove di fatto è in affanno e mai padrone del Suo Territorio. La sensazione è che chi siede in panchina offra, al momento, maggiori garanzie dell’attuale prima scelta di Mignani.
La difesa è chiaramente in ambasce quando viene aggredita. Non a caso, evidentemente, per tutto il precampionato si era parlato di nuovi rinforzi per l’asse centrale. Magari sarebbe anche utile che quel che si cercava venisse trovato. Sulle fasce, Pinna e Cotali ci sono piaciuti, ma solo a tratti, perché comunque, dalle loro aree di stazionamento troppi palloni sono arrivati verso il fronte avanzato della lucchesia, in quel traffico all’ora di punta dell’assalto finale.
A centrocampo cominciamo a ragionare dopo le sberle di Renate. Con Kocis Piredda che è assolutamente essenziale ed insostituibile (vista comunque l’assenza ingiustificata di Gallo) ma, purtroppo, sempre doverosamente sostituito per la sua bulimia verso il giallo disciplinare. Insomma con lui in campo, Geroni, Muroni e sant’Andrea di Fonsarda, sono i belli di giorno che tutti conosciamo. Ma con Piredda dentro rischiamo sempre di rimanere in 10. Ma, e purtroppo anche questo finora è un dato di fatto, anche quando lo sostituiamo restiamo in 10.
In avanti siamo piuttosto instabili e sterili alla prova dei fatti. Kouko, da punta avanzata, gira e balla quanto serve, ma attualmente sembra predestinato al voto di castità in zona gol. Capello segna ancora, ma sbaglia tanto anche lui. Si impegna a sufficienza, ma per sognare in grande in vuole ben altro.
Ecco, Sognare! Forse è proprio questo il problema.
Abbiamo fatto, e giustamente, proclami cautelativi e professione di umiltà come matricola e in quanto manipolo di giovani di potenziali e future “belle speranze”, ma tutti sappiamo che questa è la faccia snob della nostra personalità. Essere forti, come società e come organico, è una condizione che non può assolutamente farci star comodi nel guado della mediocrità.
Si tratta di capire se abbiamo la consapevolezza di sognare in grande oppure se ci accontentiamo di salvarci l’anima con le banalità di chi non è in grado di osare. Se non rischi, non sarai mai in grado di emozionare e correrai rischi anche maggiori.
Per questo, con affetto e passione vi auguro ancora e sempre….
Ad Majora ragazzi!
Coraggio, abbiate il coraggio di emozionarci…Insieme.
Simprie