Che bello rivedere il Signore del Calcio, agli onori della cronaca. Attilio Sorbi, come forse non tutti sanno è il “secondo” di Milena Bertolini, allenatrice di questo “miracolo italiano” che è diventata la Nazione Femminile dei mondiali del 2019.

Per Olbia, per l’Olbia il Signor Sorbi è l’icona più significativa della professionalità e competenza, capaci di saldarsi indissolubilmente con il cuore, l’empatia, l’anima più profonda di una maglia e di una città. È proprio Lui, il “nobile” condottiero di Cortona l’allenatore con cui la storia dell’Olbia vive, anche nel suo tragico dispiegarsi di eventi, i suoi più significativi “miti” della passione, entusiasmo “gioia e tragedia” del secolare gioco del pallone.
Non ricordo, in tutta onestà, di aver conosciuto un uomo di calcio più preparato ed attento di Sorbi.
Arrivò ad Olbia, la sua prima vera panchina di allenatore, grazie agli auspici di Franco Baldini (attuale “nemico” di Totti) da sempre amico di Bruno Selleri.
Fino all’ultimo (allora aveva 37 anni, eravamo a fine anni “novanta”), il giovane mister aveva titubato in quanto l’Olbia di Mauro Putzu, era appena retrocessa in serie D e non aveva la “certezza”  di poter essere ripescata. Cosa che fortunatamente avvenne e fu così che, nel ferragosto del 1997, cominciò il “nostro pezzo di strada” assieme a Mister Sorbi.
L’organico a sua disposizione era scarno, una dozzina di ragazzi, persino “rimpicciolito” rispetto a quello “retrocesso” l’anno prima; visto che erano andati via alcuni “pezzi buoni” come Loria, Siazzu, Del Signore, Laghi e Nicola Sanna.
Nonostante questo, partimmo più che dignitosamente, nelle prime 11 gare vincemmo 3 gare, ne pareggiammo 5 e ne perdemmo 3, nel girone di andata conquistammo 22 punti, ed eravamo tra le prime 10 in classifica.
Fatale fu proprio quella 11ma gara, quella in casa con Trapani e con il medico della mutua di Civitavecchia dr Dario Alario, con l’hobby del fischietto, attore protagonista di una “pièce” sportiva che, così la ricorda lo stesso Sorbi “Nonostante sia passato qualche anno, non ho ancora rimosso quella giornata. Anche perché mi ha condizionato la vita, soprattutto sotto l’aspetto professionale. Ricordo che l’arbitro Alario, a fine gara, aveva sbattuto fuori tutti; poi non posso dimenticare le sue violenze verbali, nonché il calcio da lui sferrato a Mauro Putzu e la successiva reazione con l’assalto nei suoi confronti.”
Finì male quella storia, di quel 16 novembre 1997, perché il giudice sportivo decretò: “Campo squalificato per oltre un anno (fino a tutto il dicembre 1998), otto punti di penalizzazione in classifica; Mauro Putzu, azionista di maggioranza del club, inibito per cinque anni; il medico sociale Settimo Nizzi sospeso fino al 30 giugno 1999; i dirigenti del club, Francesco Sotgiu e Giovanni Maria Scugugia fermati rispettivamente fino al 30 ottobre 1998 e fino al 30 giugno 1998.
Sul campo, conquistammo la salvezza (36 punti, 14ma posizione) ma la penalizzazione ci fece retrocedere.
Finì male quella storia di quel 16 novembre 1997, perché quella sera Bruno Selleri, lasciò la “Sua Olbia” per tentare il “viaggio dell’ultima trasferta” in quel di Parigi, ma quell’ultimo “maledetto” contrasto contro il maligno traditore, lo perse definitivamente e Bruno “carrapane” Selleri, ci “consegnò” il dolore e il rimpianto, ben più cocente di quell’amarissima sconfitta sportiva.
Con Mister Attilio Sorbi ci ritrovammo nell’anno del centenario, anche in quell’occasione la sua guida fu a cavallo di due annate, entrambe fortunatamente in serie C, e con gente come Cacciatore, Volpe, Polverino, Marotta, Nizzetto ed altri avemmo, comunque, anche modo di divertirci con serenità e, soprattutto, consolidare con il Signore del Calcio, quel rapporto di affetto e amicizia che, da queste parti, quando è così vero e solido, è anche… Per Sempre.

Ad Majora Attilio, meriti tutti i successi del mondo…
Tore Zappadu
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