PIACENZA-OLBIA 1-1
Piacenza (4-3-3): Vettorel; Simonetti, Battistini, Bruzzone, Visconti (84’ Lamesta); Corbari, Miceli (64’ Corradi), Galazzi (54’ Palma); Ghisleni (54’ Villanova), Siani (54’ Babbi), Gonzi.  A disp.: Stucchi, Martimbianco, Renolfi, D’Iglio, Losa, Saputo, Casali. All. Manzo (in panchina Lunardon).
Olbia (3-5-2): Tornaghi; La Rosa, Emerson, Altare; Demarcus (32’ Cadili), Lella (72’ Pennington), Giandonato, Ladinetti, Pisano; Gagliano (72’ Udoh), Cocco. A disp.: Van Der Want, Dalla Bernardina, D’Agostino, Biancu, Arboleda, Marigosu, Cossu.. All. Canzi
Arbitro: Marco Emmanuele sez. di Pisa
Reti: 38’ Altare; 89’ Corradi
Note: corner 12-2; amm.: Cadili, Tornaghi e Lunardon

Giusto dirlo con tutta la chiarezza possibile: è giusto il pareggio, perché se avessimo preso i 3 punti sarebbe stato un antipaticissimo… furto sportivo, di cui non andare per niente fieri. Non è vero che i punti non hanno odore, quindi meglio uscire delusi per la mancata vittoria che non fieri di averla vinta senza merito.
Gli ultimi 20’ della gara sono stati un vero assedio, noi completamente succubi della foga e dell’agonismo di una squadra giovanissima che, con le unghie e con i denti, ha raggiunto il pari meritatissimo.
Per parte nostra abbiamo messo dentro tanto carattere e tanta voglia di vincere, ma con strumenti e un “non gioco” che ad ogni folata degli avversari ci costringeva ad affidarci ai miracoli dei singoli. Ed oggi abbiamo avuto alcuni piccoli grandi eroi di quel nostro disperato “arrocco” asfissiante e senza soluzione di continuità.
Cominciamo da Tornaghi… Grandissimo, immenso e quadrupla razione di applausi per almeno 5 interventi all’ultimo respiro, in due casi (il sette colpito dal Visconti a fine secondo tempo e la rovesciata sul palo di Bruzzone al 77’) è stato aiutato dal “culo” che è comunque ben accetto, protettore laico dei Bravi e dei duri a morire. E Tornaghi ed i suoi compagni di reparto lo sono stati davvero. Perché non si possono dimenticare i salvataggi all’ultimo millimetro. Tutti a un dipresso della linea di porta ed in sequenza tre nel primo tempo di La Rosa al 20’, Pisano al 23’ ed un minuto dopo Altare; e nel secondo oltre alle 5 paratisssime di Tornagon, anche il bellissimo rinvio di Pennington al 79’ durante l’assedio massacrante del Piacenza.
Portiamo a casa un punto, e questo rimarrà nel libri di storia del calcio, ma questa prestazione aumenta a dismisura tutti i dubbi che questo infausto avvio di torneo è riuscito a trasmetterci.
Di sicuro non si può imputare la mancanza di impegno del gruppo, ma quanti giri di campo senza meta, quante corse a vuoto, quanti passaggi scalcinati (persino quelli più ravvicinati), quanti rinvii alla “abbasso il parroco”.
Ne avessimo azzeccata una di… ripartenza, o di azione corale o di tutto quello che volete voi.
Alla fine portiamo a casa il quarto gol su piazzato, grazie ad una buona esecuzione di Ladinetti (oggi meno evanescente del solito, quantomeno nei primi 60’) ed una perfetta inzuccata di Altare. Qualche segnale interessante c’è anche stato, almeno agli inizi quando  al 5’ su incursione di Demarcus, Gagliano stecca il pallone sul portiere e Ladinetti si mangia il tapin decisivo; poi anche Lella al 36’ imita il compagno e si fa ipnotizzare da Vettorel.
Poi più niente, a parte il gol e gli snervanti movimenti, sempre fuori tempo, di Gagliano e di Cocco. Giandonato da buon ex e da giocatore di vaglia ha fatto ben più della sua parte, ma i suoi lanci veloci e invitanti non una volta vengono sfruttati da un attacco che, allo stato dell’arte, l’Olbia di questi tempi dimostra di non possedere. E quando è entrato Udoh (in pieno assalto alla diligenza dei lombardi) abbiamo saputo persino saputo fare peggio. Il ragazzo entra al 72’ ed esattamente 17’ dopo tocca, purtroppo il primo pallone, provando inutilmente a metter il piede dove non sarebbe stato necessario perché l’appoggio lungo linea di Palma era fuori misura e sarebbe uscito senza colpo ferie. Lui invece lo tocca appena, ed è corner… il 12°… l’ultimo in favore degli scatenati diavoli rossi di Manzo…  il più inutile e pericoloso… quello dolorosamente decisivo. Batte Palma ed il suo tiro spizzato da uno dei nostri finisce sui piedi di Corradi  ai limite dell’area, dove sosta come osservatore (?) proprio Udoh che, più che opporsi, sembra far da spettatore alla magnifica bordata che, oggettivamente, rimette le cose a posto da un punto di vista sportivo e consegna il meritatissimo e sudato pareggio ai nostri avversari.
Ed a noi tanti, ma proprio tanti motivi su cui riflettere.
Ad Maiora Ragazzi, ci avete messo il cuore, avete lottato ad armi impari contro avversari “assatanati”, ma non è stato sufficiente a portar via la prima vittoria, ma voi per primi sapete che si può e si deve giocare meglio, molto meglio di così, con affetto
Simprie.