Olbia-Livorno 1-1
Olbia (3-5-2): Tornaghi; Pisano, Emerson, Altare; Arboleda, Pennington (71’ Biancu), Giandonato (85’ D’Agostino), Ladinetti (87’ Lella), Pitzalis (46’ Marigosu); Gagliano (80’ Udoh), Cocco. A disp.Barone, Cadili, Della Bernardina, La Rosa, Demarcus, Cossu, Occhioni, , Cocco. All. Canzi.
Livorno (4-3-3): Romboli; Parisi, Deverlan (75’ Marie Sainte), Di Gennaro, Nunziatini; Haoudi, Agazzi, Porcino, Murillo (85’ Pallecchi), Mazzeo, Marsura. A disp. Neri, Fremira, Canessa. All. Dal Canto. 
Arbitro: Federico Longo di Paola.
Reti: 65’ Mazzeo; 85’ Cocco.
Note corner: 9-8 per Olbia; amm.: Pitzalis, Ladinetti, Agazzi, Murillo.

A.A.A… Vittoria cercasi, perduta nei meandri di una noia letale, in un gioco inventato per farci divertire.

Comunque tranquilli, perché nessuno potrà spodestarci dal nostro posto privilegiato dell’ultima fila. Da quel luogo fatato, da dove (anche se sembra paradossale) è più semplice capire come debba essere il gioco del calcio. Un gioco fatto di azioni corali, di pressing, forcing, corsa e fraseggio, tiri in porta ed occasioni da rete da una parte e dall’altra. Per arrivare e, provarci con tutte le risorse a disposizione. Visto che noi non siamo buoni a “recitarlo” siamo giustamente ultimi (o giù di lì). E, quanto sembra, intendiamo continuare così. Con tutto il rispetto, mi sembra di rivivere l’epopea o, meglio l’aepope…(alla rovescia rende di più l’idea) di Tiribocchi. Ricordate? Sei gare, 5 sconfitte ed un solo pareggio: 14 gol subiti e 5 fatti. Penultimi in classifica a 4 giornate alla fine, eravamo nel vortice della retrocessione diretta. Poi arrivò Mastro Bernardo, che non fece grandi cose o cambiamenti stratosferici: di fatto la cosa più clamorosa fu quella di inserire VdW in porta… 3 vittorie ed un pari (10 punti clamorosi contro squadre fortissime) subimmo solo un gol ne segnammo 4… fu un piccolo immenso capolavoro.
Ma in quella squadra il nostro attacco era formato da gente come Capello, Kouko, Ragatzu e, quasi sempre in panchina, uno come Ogunseye che, nei 62’ complessivi che gli fece giocare il mister nelle ultime 3 gare, segno 2 dei suoi 3 gol in quella prima stagione, prima di esplodere con tutto il suo innegabile potenziale.
Oggi, se possibile, la situazione è ancora più “grucica”, perché nel cosiddetto panzer-Team abbiamo solo noccioli di “certezze trascorse e illusioni (speranze?) future” che, allo stato dei fatti,  non calcia mai in porta. Tre miseri gol fatti per (peggio mi sento) conquistare solo due striminziti punti in classifica, sono arrivati tutti su calci piazzati, per il resto… notte fonda.
E sono davvero queste notti domenicali che ci fanno paura. Per tornare al parallelo con la stagione del Miracolo Mereu, gran parte di quella riscossa avvenne perché oggettivamente occorreva pararsi il deretano con un portiere affidabile. Qui, ad onor del vero, non sembra proprio il caso (a parte la scoppola con Alessandria, dove il meno colpevole fu proprio Tornaghi) lui, il nostro numero 1 il suo “sporco” lavoro lo fa con molta dignità. Magari rimane da capire se, come oggi sulla triangolazione Marsusa-Porcino-Mazzeo (scaturita da uno dei tanti banali errori di misura di Ladinetti), la nostra corsia difensiva di destra sia davvero in grado di far ben il proprio lavoro a difesa della nostra porta.
Comunque, un dato è incontestabile: non vincere contro il Livorno di oggi (8 under in campo, per la impossibilità di tesserare i “pezzi da novanta” da tempo aggregati ad un rosa che, chissà mai, se si completerà), una compagine in una fase oggettiva di “insostenibile pesantezza del non-essere”, sull’orlo del baratro societario (in settimana si prevedono penalizzazioni per inadempimenti amministrativi), contro questa squadra comunque seria e dignitosa che ha ampiamente meritato il punto conquistato… noi siamo stati in grado di impegnarci in un incontro dopolavoristico, dove grinta, cuore, agonismo, per non parlar del gioco, hanno latitato come sempre finora.
Non ci siamo, non funziona quasi niente. Hai voglia di spiegare, di raccontare, con l’ausilio delle perifrastiche del linguaggio calcistico, la penuria di calcio giocato dai nostri giovani virgulti…
Tutto “chiacchiere e distintivo” recitava De Niro sul palcoscenico di un film memorabile che, manco a dirlo si intitolava “gli Intoccabili”. Se questi sono i risultati, le chiacchiere stanno a zero. Ci resta a malapena il… distintivo.
E quindi per onorarlo, forse sarebbe più opportuno cambiare musica. Mettete in campo 11 leoni, gente con il coltello fra i denti, selezionando e spronando i migliori. Ed invece qualcuno di questi ha scaldato il culo in panchina quest’oggi, qualche altro è stato sostituito proprio quando occorreva tutto il suo carisma “aussie”.
Per il resto poco da raccontare, su questa noiosa e ripetitiva rappresentazione del poco o niente. Ad ogni puntata, la sua pena… Avanti la prossima..
Ad Maiora, ragazzi… comunque mai e poi mai, peggio di così,
Simprie.