Recupero della 32ª giornata
JUVENTUS U23-OLBIA 1-1
Juventus u23 (4-3-2-1): Israel; Di Pardo, Dragusin, Alcibiade, Anzolin (72’ De Marino); Fagioli, Peeters (72’ Compagnon), Ranocchia (60’ Leone); Aké, Rafia (77’ Vrioni); Brighenti (60’ Marques). A disp: Nocchi, Bucosse, , Gozzi, Barbieri, Delli Carri, Troiano, Dabo. All: Lamberto Zauli
Olbia (4-3-1-2): Tornaghi; Arboleda (87’ Demarcus), Altare, Emerson, Cadili; Ladinetti, La Rosa (28’ Occhioni), Lella (82’ Cocco); Biancu; Ragatzu, Udoh. A disp: Van Der Want, Giandonato, Cocco, Belloni, Marigosu, Occhioni, Secci, Gagliano, Cabras. All: Max Canzi
Arbitro: Andrea Ancora di Roma 1
Reti: 48’ Biancu; 81’ Arboleda (autogol)
Note: 8-3; amm.: Lella, Cocco, De Marino; rec.: 1’+4’.
Dal 27 marzo ad oggi 22 aprile, questa OLBIASPECIAL ha disputato 8 partite, perdendone una (Albinoleffe) vincendone 4, pareggiando 3. Ventisette giorni, 10 gare, una partita ogni 72 ore e, ancora manca la Nona Sfida quella più importante del nuovo Millennio, dopo appena 70 ore e 25 minuti dal fischio finale di Alessandria, ci giochiamo tutte le nostre speranze ed i nostri legittimi sogni nella sfida contro il Novara.
Un Novara che dal 28 marzo, sfida vinta con Grosseto, a domenica 25 contro di noi al Nespoli, avrà giocato SOLO 4 gare, la metà esatta del nostro calvario sportivo nello stesso arco temporale, e davvero questo non è un aspetto irrilevante.
Così come NON è stato senza conseguenze, veder i nostri immensi e amati eroi di Granata vestiti, stravolti dalla fatica, stanchi da morire, ma rimanere sul pezzo e meritare ampiamente di non venir sconfitti da una squadra che, magnificata e viziata oltre ogni limite, ha deambulato con il pallone calciando in porta non più di 5 volte e, segnando su autorete, per una deviazione decisiva di Arboleda, bravissimo come sempre, ma stremato più che mai in questa triste (innanzitutto per lui) circostanza.
Un’autorete alla Pennington (con Giorgione e l’Albinoleffe) che allora ci costò molto di più e che, questa volta, per fortuna non ci ha portato a soccombere. Perché con due traverse colpite e con non poche ripartenze interrotte o finite male per oggettiva carenza di ossigeno di un Udoh ancora supergalattico, questa Olbia avrebbe meritato ampiamente di portarsi a casa i 3 punti.
A proposito del colore Granata della nostra divisa odierna, lasciatemi dire che oggi, su un campo (Moccagatta) serio ed importante della gloriosa provincia Italiana, questa è stata una sfida che, piaccia o no ai milioni di tifosi rispettabili della Madama, ha assunto un qualche valore epico, quasi un derby tra le casacche bianconere e i colori dei cugini poveri (il Toro); uno scontro allegorico, ben oltre la sfida per i playoff, tra la Grande Juve con mire di Super Lega e di Sprezzante prosopopea per quel “calcio minore”, che sul rettangolo di gioco, era orgogliosamente e dignitosamente rappresentato dai nostri epigoni, i quali non da soli, ma come tutti gli altri del girone, giocano e sudano soprattutto per la pagnotta di calciatori senza troppi privilegi o paracadute.
La Giuve23 dei piccoli lord, di tanti euri vestiti, impegnati a “esibirsi” con mille facilitazioni consentite dal regolamento della Legapro, in un campionato dove tutti gli altri devono rispettare altre regole ed altri parametri, sembra davvero il cristallo Swarovsky, in un prato dove giocano solo…”comuni mortali”.
È un tasto che troppi non vogliono né sentire, né correggere, ma non posso non constare l’anomalia, una delle mille legate a questa seconda squadra bianconera in un campionato dei “normali”, di quel che è successo nei “cambi” dalla panchina. Cinque cambi per loro, assolutamente compatibili con le straripanti disponibilità di uomini nel roster: oggi 12 uomini (la lista ne prevede al massimo per l’appunto 23), nonostante abbiano lasciato a casa altrettanti componenti di questa Rosa a disposizione di Zauli, per Covid, per indisponibilità fisica, o per “disponibilità” della lista di Serie A, quella della Juve di Pirlo.
Dei nostri 10, due i portieri di riserva, un paio di Over, uno disponibile solo di nome (Giandonato), e l’altro (Cocco) buono al 100%; gli altri: 6 ragazzi che “sommati” fanno 136 anni in 6 (19,2 di media anni) con punta o limitata esperienza da… esordienti.
Anche per i Bianconeri, giocavano “ragazzi” di 20anni come Akè (però acquistato dal Marsiglia per 8 milioni) e per sostituite Brighenti entra Marques, 19 anni, ma anch’egli “comprato” per 8,2 milioni di euro dall’Espanol.
Mister Zauli recita il suo magnificat dicendo che la sua Juventus merita ampiamente i playoff; ovviamente si dimentica di vedere come, per sedersi alla mini-serie (non certo una superLega) della C, alla SUA Juve siano stati confezionati “piatti caldi” e ponti d’oro, come quello di giocare sempre e comunque con “due mazzi di carte” (per esempio, due e più rose a stagione) a disposizione, mentre tutti gli altri debbono arrabattarsi, soprattutto in questo periodo di pandemia, per far quadrare il pranzo… con la cena.
Più volte, anche in maniera stucchevole la telecamera di Eleven sport ci ha “deliziato” nella visione delle ansie di un Pavel Nevdev, evidentemente preoccupato, per la ingloriosa figuraccia rimediata, per esempio, dal gioiellino bianconero Fagioli, soprattutto, se messa a confronto con la spettacolare esibizione di quel fenomeno chiamato Roberto Biancu.
Oggi, il sassaresino in ciabi, ha collezionato l’ennesima perla di una stagione che sta consacrando, in maniera esponenziale, la sua crescita e tenuta atletica, nel calcio ad alto livello. Sulla sua tecnica e la classe nessuno aveva dubbi, ma adesso, il BIANCU di oggi, onnipresente ed onnipotente in ogni parte del campo, in ogni fase di gioco, ha anche le “palle” per prendersi la squadra per mano e condurla laddove nessuno di noi aveva mai pensato di poter arrivare.
Il suo gol da fuori è l’ennesima perla di un ragazzo che, piaccia o no a chi continua a ritenerlo un talento mai sbocciato, da 4 anni senza soluzione di continuità (come lui in Rosa solo l’altro Cangurino 4mori, Nicholas Pennington) sta onorando con 107 presenze, 10 gol e 10 assist, una maglia Bianca (quella di oggi era Granata, solo per far dispetto alla Giuve spocchiosa) che ormai diventata la sua seconda pelle.
Quando esordì (ad Arezzo vittoria per noi, gol di Ogunseye), dopo un brutto infortunio alla caviglia, aveva 17 anni, 9 mesi e 20 giorni; rilevando negli ultimi minuti proprio Pennington (più “vecchio” di lui di un anno, aveva già due maturato presenze).era chiaro a tutti che non sarebbe stato una meteora. Adesso, di anni ne ha appena compiuti 21, e tocca a lui come e più di questo gruppo davvero eroico, portarci in quel pezzo di cielo che si chiama Playoff.
Abbiamo di fronte gli ostacoli più difficili, ma, va detto, che una volta tanto sono ostacoli veri, “normali” come noi, e sono più che convinto che, da qualche tempo a questa parte, sono più gli altri ad aver paura di noi che non il contrario.
Mai il detto Tutti per uno, Uno per tutti è stato così adeguato ad esprimere la forza di questo entusiasmante sodalizio che sta rappresentando a così alto livello i nostri colori. Per questo l’Augurio più grande che facciamo a loro ed a tutti noi è che il guaio muscolare di Luca La Rosa, non gli impedisca di continuare questa scalata verso il Sogno più grande e importante della carriera sua e di tutti i suoi compagni. Noi non siamo la Giuve e non possiamo perdere anche un altro tassello ancora, uno così importante come Luca; il resto lo farà il campo e le due ultime sfide decisive per il dentro o fuori.
Intanto meglio non dimenticare quanto sia davvero Bello Guardare solo davanti a Noi e, a due gare dalla fine, non avere più alcun problema di curarci di quel che accade dietro, alle nostre spalle, nella lotta per sopravvivere… perché noi, siamo li davanti, interessati alla zona alte della CLASSIFICA, a due soli passi dal… paradiso calcistico.
Ad majora Ragazzi, nunc et semper Olè Olbia Olè,
Simprie.