FANTASTICO

Viterbese-Olbia 0-3
Viterbese (4-3-1-2): Iannarilli; Pandolfi, Scardala, Dierna, Varutti; Cenciarelli (92’ Pacciardi), Cuffa, Marano (81’ Ansini); Belcastro (66’ Bernardo); Neglia, Diop. A disp. Pini, Pacciardi, Micheli, Fè, Corinti, Cardore, Mazzolli. All. Cornacchini.
Olbia (4-3-1-2): Carboni; Pisano, Miceli, Quaranta, Cotali; Enrico Geroni, Piredda (83’ Senesi), Muroni; Murgia (61’ Capello); Kouko, Ragatzu (71’ Tetteh). A disp.: Montaperto, Van der Want, Pinna, Russu, Delgado. All. Mignani.
Arbitro: Luca Massimi di Termoli.
Reti: 55’ Piredda; 62’ Ragatzu; 76’ Capello.
Note. Corner 8-3; Amm. Scardala, Cuffa, Marano (V), Kouko (O). Spettatori 1.100 circa. Tempi di recupero: 0’ pt.: 4’ st.

Immensi: uno per uno, Tutto per Tutti.
Se fate qualcosa degno di essere scritto, colui che scrive non avrà affanno a ricalcar sulla geronitastiera la poesia sublime di un trionfo che, la memoria non ci inganna, ha pochi precedenti nel ricordo di questo secondo millennio. All’Ombra dei fanciulli in fiore, piccoli miracoli crescono. Anche quelli di chi, dopo l’estasi di immagini empiree, ancora in trance agonistica, fatica persino nel provare a metter in fila pensieri e parole che raccontino di… nuova vita e nuovi giorni.
A dire il vero, gli indizi c’erano tutti. Maturavano di gara in gara ed oggi, con una rivale tosta e da cent’anni ostica (mai vinto prima d’ora al Rocchi nei 9 tentativi precedenti) abbiamo spiegato che è il viaggio, il cammino la nostra meta. Perché il futuro è il nostro progetto. Gli ostacoli nel percorso saranno tanti, così come le cadute, ma i giorni che Vi stanno davanti sono tutta la poesia, che il gioco più bello del mondo è in grado di esprimere.

Come oggi. Un, due, tre: tana! E non ce n’è per nessuno, neanche per la bandiera.
Una sonora lezione di calcio che 13 ragazzini, o meglio tre adulti (Pisano “bombetta”, Geronik e Kouko Duracell) e una spruzzata intensa e afrodisiaca di sempre verdi talenti, da far concorrenza ad un asilo, hanno saputo impartire agli avversari. Una “spruzzata” di juvenes, tutti sotto i 25 anni: un diciasettenne, 4 deghennoe, duos de Binti, poi un 21, un 22, e due da 25. Alla fin della fiera, parliamo di una media età di 22,14 anni contro una corazzata che, con i suoi 26,07 di media, ha al suo attivo mille mari e tanti marosi solcati, ma che oggi si è sorprendentemente arenata nelle piccole scogliere di una Terra Nuova, baciata da un orizzonte di cui è ancora complicato decifrarne i limiti.
L’atteggiamento è una piccola cosa che fa una grande differenza. Senza il nostro monarca regnante (sua Altezza il principe di Fonsarda, fermo al semaforo del quinto giallo) l’esordiente Michele ”Zeneize” Mignani, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, decide di sostituirlo con Alessio “el diez” Murgia, un talento che di anni ne ha appena compiuto 19, circa la metà del principe Andrea, ma che anche nella nobile e beata natività (san Gavino Monreale) appare geneticamente predestinato.
Nulla accade prima di un sogno. E per noi che, da sempre, avevamo sognato di vedere gli usci del nostro fortilizio presidiati dal Giovane Werther, è un sollievo vederlo svolazzare ad acchiappar palloni che, nelle sue grinfie, restan sempre bruchi e mai assurgono alla dignità di farfalle, per chi prova a spedirglieli dietro le spalle. Nel reparto, con lui non si passa, anche perché M&Mirko il Calabro ci ha messo poco ad arginare la indisponibilità del gemello Arborense Dametto con l’ausilio del corazziere teramano Quaranta di genia, diciannovenne di nascita e 185 cm di sontuosità. Sulle fasce su meri Frantzisku ed èl padrù Matteo non perdono un colpo ed, anzi, il Pisano di destra al 43’ ha l’occasione di metter dentro il sigillo preventivo del successivo trionfo.
In mezzo al campo i due instancabili fini dicitor di trame giocose e spensierate che, ci ardiscono a ipotizzare come i migliori in campo, tra i tanti più che ottimi compagni di viaggio: Ovviamente parliamo del Tandem Genorik-Kocis.
E che bello a vedersi anche il semper bonum M&Mattia d’Aristanis, sempre padrone del gioco e della fascia destra, sempre pericoloso nei cross verso l’area media e quella piccola a disposizione di Iannarelli.
Ragatzu, il profeta Daniele, che dio lo benedica, dopo un periodo di assestamento, con l’archivio certificato, e riposto in cantina, di quel che fu il suo passato prossimo, ha ripreso a scrivere la storia che lo restituirà allo scenario che la sua classe indiscutibile merita. Gol da favola ed una continuità che non può che trasportarlo nei pascoli di un futuro che potrà giocarsi negli agoni di altre categorie, anche (perché no?) con questa maglia e per questa bandiera. Finiamo con l’Alessandro Pianorese che, a suon di gol e di controllo del ruolo, che giochi tutto il tempo o per quel che gli viene donato, sta scalando le vette della graduatoria marcatori come, forse, manco lui avrebbe ipotizzato agli albori di questa nuova sp…edizione della sua carriera. Kouko non segna, ma se continua così, nessuno potrà schiodarlo da quel ruolo martellante di scassadifese che rende più agile e piacevole il compito a chi la rete è in grado di sfondarla. quando più ci torna comodo farlo. Come promesso nella giaculatoria iniziale, abbiamo parlato di tutti i protagonisti di questa crociata esaltante, lasciando per ultimi les deux enfant prodiges. Più convincente e proficuo tra i due, lo sbarbatello Joseph che lo Yuri capitolino. Ma probabilmente solo per quella dozzina di minuti in più che gli hanno consentito di entrar nella parte e di aver la sua fetta meritata di ribalta.
Grazie ragazzi, che il vostro talento accompagni il vostro cammino e che, bucando quanti più orizzonti possibili, siate in grado di costruire il vostro futuro e rendere gloria alla nostra veneranda amata Signora di maglia bianca vestuta.
Ad majora Piseddos, ed ora e sempre OlèOlbiaOlè,
Simprie