…MA SOLO UN DERBY VINTO

AIUTA  A… VIVERE  MEGLIO

Cuneo-Olbia 0-0
Cuneo (4-3-3): Stancampiano; Sarzi Puttini, Conrotto, Di Filippo, Zigrossi; Zappella (66’ Baschirotto), Rosso (71’ Gerbaudo), Cristini M. (83’ Secondo); Dell’Agnello, Zamparo (71’ Galuppini), Schiavi. A disp.: Moschin, , Testoni, Genovese, Pellini, D’Agostino, Maresca,Testa, Boni,Bruschi. All.Viali.
Olbia(4-4-2): Aresti; Pinna, Leverbe, Iotti, Cotali; Vallocchia, Feola, Biancu (79’ Murgia), Muroni; Ragatzu, Senesi (67’ Silenzi). A disp.: Van der Want, Manca, Vasco, Dametto, Geroni, Pennington, Choe. All. Mereu.
Arbitro: De Angelis di Abbiate Grasso
Note: corner 5-3; amm. Feola, Vallocchia, Rosso, De Filippo; rec. 1’ e 3’. Spettatori 600 circa per un incasso di 2000 euro circa.
(foto dal sito Cuneocalcio)

Un pizzico di “culo”, fa bene al morale, muove la classifica e rasserena il futuro.
In questo “pazzerello” percorso di campionato, i nostri ragazzi ci hanno abituato a tutto ed al suo contrario. Pensate un po’, nelle prime 4 trasferte (Gavorrano, Carrarese, Pro Piacenza ed Arezzo) vincemmo per 3 volte, perdendo (bruttissimo 3-0) solo a Carrara. Dopo di allora, siamo “sprofondati” re per 9 volte consecutive; poi abbiamo vinto per la quarta volta, due trasferte fa, a Pistoia, perso a Siena in quella tormenta di neve, e finalmente… pareggiato, per la prima volta, oggi a Cuneo.
Insomma, al “Paschiero” siamo stati bravi a cancellare l’ultimo zero della nostra classifica, vale a dire i pareggi esterni. È un punto d’oro, perché tutto quel che muove la classifica di questi tempi è, grasso che cola, tutta serenità acquisita. Tanto più con la buona dote di punti messi in cascina, sempre più prossima alla salvezza agognata. Che è poi il nostro traguardo più ambito.
Tutto questo è il resoconto della parte buona di questi brutti (piuttosto brutti) 90’. Brutti soprattutto perché, quando ci mettiamo di impegno, riusciamo a rappresentare, purtroppo, anche il peggio di noi stessi. Nei primi 4 corner ci siamo ( e non è certo la prima volta) letteralmente “cagati sotto”. Non ci abbiamo capito niente, nel posizionamento e nelle marcature, e loro, assatanati come tutti gli avversari che ci incontrano e che conoscono questo nostro enorme difetto,, ci hanno castigato segnando per ben due volte (entrambe giustamente annullate) e in un’altra “scena” Aresti ha fatto il fenomeno negando loro, per due volte, il piacere del go: prima a Zigrossi (incornata) e subito dopo a Rosso (destro maligno da fuori area). E visto che, dopo tutto questo casotto iniziale, per lo meno, siamo stati attenti a “concedere” solo un altro corner ai piemontesi, abbiamo pensato di inventarci, da soli, la madre…. di tutte le cappellate.
Cose che non si vedono nemmeno su “scherzi a parte”.

Al 72’: Leverbe appoggia il pallone (in chiarissimo retropassaggio) ad Aresti che, di fatto, è solo nella sua area e potrebbe fare qualsiasi cosa, meno che raccogliere la palla con le mani. Ed invece è proprio questo il regalo che finiamo per fare ai nostri “amiconi” della Granda che, fortunatamente, da quattro passi sbagliano questo vero e proprio rigore “a due”, calciato da meno di 5 metri: Schiavi per Galluppini che calcia sicuro e preciso di sinistro, ma il suo tiro viene “respinto” dal compagno Dell’Angello che ci grazia da una punizione che, a quel punto, sarebbe stata ingiusta e insopportabilmente eccessiva.

Insomma, ci è andata bene, anzi benissimo.
Segno che anche le stelle benigne, ogni tanto, ogni tanto modificano le traiettorie e si ricordano di nostri giovani e bravi ragazzi. Ma, quest’oggi, a ben vedere, a parte (Aresti, Pinna, Cotali, Iotti, Vallocchia) quattro o cinque di loro, quasi tutti sono stati al di sotto della sufficienza. Tra i tanti il più evanescente è stato, purtroppo, proprio il più atteso. Parlo di Yuri Senesi che, mi duole sottolinearlo, non ne ha azzeccato una che una. Che non fosse la sua giornata lo si è capito dopo la prima dozzina di palloni (12 su 12) persi banalmente ed in maniera irritante. Mereu ha tardato troppo a sostituirlo e, sempre per correttezza, occorre dire che grazie a Silenzi siamo quantomeno rimasti più alti, abbiamo contrastato meglio sulle palle alte e non abbiamo pesantemente subito la loro assillante pressione.
La verità però è che Noi abbiamo una voragine immensa nel reparto offensivo. Siamo, oggettivamente, Ogun-dipendenti e non siamo in grado di sviluppare nessun altro tipo di gioco, se non quello che prevede i lanci lungi ed alti verso… un’area vuota. Ragatzu, anch’egli, appare sempre meno influente, perché non ha alcuna spalla con cui provare “a balbettare” anche una semplice ipotesi di dialogo calcistico. Ed allora, provo a chiedermi che senso hanno avuto le acquisizioni di tre (3, non uno) attaccanti di cui, a parte Silenzi, nonostante la palese diffidenza di Mereu, non vediamo neppure l’ombra. Che fine ha fatto Del Vecchio e che pesce è il Coreano Choe? Davvero siamo così palesemente “scarsi” lì davanti?


I segnali di preoccupazione ci sono tutti, specie alla vigilia di una gara contro i cugini smeraldini che di gente vocata a questo compito (il gol) molto più “convincente” della nostra, ne ha più che in abbondanza. E, detto tra di noi, prendere un’altra scoppola dai verdi-smeraldo, romperebbe (e molto) l’armonia e la fiducia in questa squadra. E, per capirci ancora meglio, romperebbe anche altro, molto altro.
Inoltre: personalmente non sono per niente convinto, di questi tempi, del perché si rinunci ad uno come Pennington. Non sono lontano dal vero nel ricordare che, nelle ultime apparizioni, è stato Lui, il Nostro più solerte e sagace protagonista nell’area di rigore avversaria. A Pistoia, per esempio, è stato il grimaldello decisivo per scardinare la difesa toscana. Biancu (che adoro) va più che bene, ma probabilmente, è ancora lui che andrebbe “centellinato” e non il Kangaroo di Terranoa che, proprio nel momento di suo maggior spolvero, viene invece spedito a scaldare la “panchina”.
Per dirla sempre più chiaramente, voglio ricordare che per TUTTI Noi l’Arzachena val “bene una messa”. 
Ed allora proviamo a non mandare in vacca questa “liturgia” laica della storia pallonara.
La “indimenticabile” e poco dignitosa figura barbina (e sto usando un eufemismo) fatta quel maledetto 29 ottobre scorso, nella “soiree de gala” nella quale noi fummo soltanto l’agnello sacrificale di un rito, il Derby, che nel calcio, conta sempre quasi e… forse… più di un campionato intero, non può né deve ripetersi.

Ragazzi, non lo meritate Voi, ma neppure Noi siamo in grado di sopportarlo.
Ed allora… Ad majora Ragazzi,
et nunc et semper OléOlbiaOLé,
Simprie