OLBIA-COMO 3-0
Olbia (4-3-1-2): Tornaghi; Arboleda, Emerson, Altare (79’ Demarcus), Cadili; Pennington (76’ Belloni), La Rosa (76’ Ladinetti), Lella (85’ Occhioni); Biancu; Ragatzu (79’ Cocco), Udoh. A disp. Van der Want, Cabras, Secci, Marigosu, Gagliano. All. Canzi

Como (4-2-3-1): Facchin; Bovolon (71’ De Nuzzo), Bertoncini, Crescenzi, Iovine; Bellemo, Arrigoni (71’ H’Maidat); Cicconi (71’ Walker), Gatto, Daniels (62’ Terrani); Ferrari (84’ Castillion). A disp. Bolchini, Solini, Dkidak, Celeghin, Koffi. All. Gattuso
Arbitro: Mario Vigile di Cosenza
Reti: 57’ e 63’ Lella, 73’ Udoh
Note: corner 9-3 per Olbia; amm.: Altare (diffidato salta Lecco), Biancu (va in diffida), Lella (diffidato salta Lecco); H’Maidat; rec.: 0+3’.

Chi non ci crede, si ravveda, l’Olbia è decollata e…
non si ferma più!
In campo, contro la prima della classe, i 25 punti di differenza sono sembrati un’eresia del Calcio. Novantatre minuti giocati ed in campo si è vista una sola squadra, sicura, mai una balbuzie, anche quando, nel primo tempo, magari per timore reverenziale ha evitato di pungere.
Il Como che, fino ad oggi, era seduto comodamente nel ristorante della Serie B, deve riporre le stoviglie, rimandare il cenone e rimettersi in carreggiata per non disperdere un patrimonio che Gattuso ed i suoi avevano già dato per scontato.
Ma, a dirla tutta, questi sono solo problemi loro.
Per noi quel che conta è ciò che brilla nel cuore di uno scudetto 4 mori su tessuto bianco, e con la trireme di antico lignaggio che punta la prua al di là di Tavolara verso un puzzle che, tassello per tassello, ci potrebbe far comporre laudi che raccontano approdi di.. Beatitudine.
Basta ammirarli questi nostri uomini (5 over), questi nostri ragazzi (due ’97 e due ’98), questi nostri CIUANOTTI (7 millennials schierati) per capire che con loro in questa forma, non ci sono traguardi impossibili. Quattro gol buoni segnati, di cui solo 3 convalidati.
Eh sì, perché in questa strepitosa cavalcata BIANCA verso i Playoff per la Serie B, al 49’ su corner del Puma, accade che il primo colpo di testa di Pennington, ribattuto al di là della linea da Facchin ed il successivo tapin di Udoh respinto da dentro la rete da Cicconi, non vengano considerati buoni per un arbitro ed un segnalinee oggettivamente in confusione (ammoniva solo i nostri), in questo inizio di ripresa travolgente e colorato di un solo cangiante colore: il Bianco.
Pazienza, anche se è un vero peccato che la prima “macchina” del professionismo italiano sia ancora priva del GDS (Goal Decision System) che avrebbe tolto ogni dubbio e garantito un Poker che, sul campo, sarebbe stato più che meritato.
La ripresa: tutti i 48’, recuperi compresi, hanno messo in mostra il Valore stratosferico di una squadra che sta giocando a questi ritmi e con queste splendide geometrie di gioco, da 18 giorni, senza sosta ogni 72 ore.
E, non è ancora finita perché Domenica alle 15 ce la vedremo con il Lecco, poi giovedì 22 (finalmente l’ultimo recupero con la Juventus), per chiudere questo infernale tour de force, 72 ore dopo, per la penultima con il Novara in casa, per definire compiutamente il traguardo dei Playoff che questa OLBIASPECIAL dimostra di meritare sotto ogni punto di vista.
La “normalità” la ritroveremo solo nella settimana tra il Novara e l’ultima giornata quando andremo a Grosseto e, per quella sfida definitiva, arriveremo finalmente con sette giorni di riposo pieno come tutti gli altri.
L’enfasi vola alta per accorciare il futuro, anche nella tastiera del mio PC, ma sarebbe ingeneroso e poco professionale, cestinare questo successo meraviglioso, senza raccontare di ciascuno dei protagonisti. Partendo dal meno sudato e, probabilmente, anche più annoiato: Paolo Tornaghi che è sempre stato sul pezzo, ha ricevuto due piccole punture di spillo di Ferrari e Bovolon, senza alcuna serie pretesa. Tutto qui, per quel concerne il nostro numero UNO.
La difesa a 4 imbattibile, di questo straordinario spezzone stagionale, fors’anche perché ben protetta dall’insuperabile “fruschinaLa Rosa che, nella zona mediana del campo non lascia passare alcuno spiffero, è la solida base su cui stiamo costruendo il nostro futuro.
L’Olbia ha anche difeso stupendamente le fasce esterne del rettangolo di gioco: a destra con Arboleda (promosso con Lode) e Lella (interscambiabile con Pennington) a fargli da “complice” nel “massacro” calcistico dei seppur bravi, Iovine e Cicconi (chi l’ha visto?); a sinistra con Cadili (rientro senza alcuno scompenso) assistito benissimo da Pennington (interscambiabile con Lella), è stato davvero impossibile capire chi tra Daniels e Bovolon fosse rimasto in campo.
Nella Centrale difensiva, il capostazione Puma Borges Emerson è stato magnifico, in ogni frangente, eccetto quello che verso il 61’ lo vede protagonista in negativo di un leziosismo di troppo nel liberarsi del pallone che consente ai lariani l’unica ripartenza che avrebbe potuto impensierirci, almeno un pochino.
Ma è davvero complicato criticare un monumento come Emerson che oggi, a parte quel piccolo neo, non ha sbagliato un solo rilancio, come al 57’ quando scaraventa l’insidia sul piede sbilenco (almeno oggi è stato così) di Iovine e sulla sua corta respinta Biancu, ha il guizzo per servire il perfetto controtempo del destro di sua Eccellenza sir Nunzio Lella, principino delle Murge, protagonista senza pari di questa storica vittoria e del rilancio delle ambizioni della SUA Olbia.
Emerson, a dire il vero, oggi non aveva occhi che per il suo principino e così, al 63’ dall’angolo,  appoggia l’assist sulla testa dell’odierno Monarca Nunzio che, per un attimo si leva la corona, ed accompagna con nuca e folta chioma il pallone nella rete di Facchin per il meritatissimo raddoppio.
Un altro gigante di questa ritrovata ermeticità difensiva, è il colosso buono di Bergamo Alta, Giorgio Altare che non concede alcuno spazio a Ferrari e, costruisce, come sempre gli capita da diverse giornate in qua, l’ennesimo capolavoro della sua stagione. Peccato, per quella entrata dura a centrocampo e il giallo che, gli farà perdere la trasferta di Lecco, ma queste cose per uno della sua straripante solidità tecnico-fisica, capitano di sovente, soprattutto a fine stagione.
A centrocampo, davanti a La Rosa, è tardata un pochino la carburazione di Roberto Biancu, ma quando ha ingranato il pilota automatico, anche il Sassaresino in Ciabi ha messo in fila una serie di gesti tecnici di classe sopraffina che lo stanno maturando in maniera impressionante.
Oggi oltre all’assist per il raddoppio di Lella, ha saputo ritagliarsi un altro palcoscenico, “rubando” un piazzato a sua santità Emerson e scaldando mani e arterie di un Facchin stordito per l’arrembante assedio della sua ex squadra.
E da ultimo, ma non ultimi quei Due lì davanti.
Chi non ce li ha li vorrebbe, e chi ce li ha fa bene a tenerseli stretti: King Udoh, in pochissimo tempo, si è trasformato da pulcino delle palle perse, ad un micidiale matchwinner che da solo provoca incubi su tutto il fronte difensivo avversario. È in condizione atletica straordinaria!
Meravigliosa la sua ripartenza sul solito invito (sesto assist per lui) del cangurino-4Mori che, dopo tre quarti di gara “percorsa” a mille a l’ora, lascia in surplace fisico e mentale Bertoncini, ed entrato in area si beve in solo sorso, l’esperienza di Crescenzi e la forza indiscutibile di Facchin, nostro antico orgoglio, riprendendosi su di lui una rivincita con gli interessi, per quel rigore parato nella gara di andata.
Della comitiva di questa allegra brigata di predatori di successi, è parte strategica e indiscutibile anche il Divin profeta di Quartu, Danielinho Ragatzu che, forse tra tutti i protagonisti è quello che un po’ oggi, cosi come nel pari con la Giana, è stato meno incisivo del solito. Ha avuto il merito di “allargare” il suo raggio di azione a tutto campo, per “aprire” falle nel fortino predisposto da Gattuso, ma questo caracollare al di là del perimetro di tiro, gli ha concesso poche occasioni da finalizzare e, quando ci ha provato, qualche deviazione gli ha negato il sorriso.
In questa rappresentazione di assoluto splendore non possiamo tacere dell’apporto dei Fantastic Four: Ladinetti (bentornato, campione), Demarcus, Occhioni e Belloni. Proprio nel momento in cui, sarebbe stato logico attendersi il forcing finale della Capolista, i nostri millennial hanno corso e pressato come matti, senza dare respiro alla benché minima reazione dei lariani.
Un finale così travolgente e convincente anche sotto l’aspetto fisico, cui ha dato il suo apporto di esperienza anche Cocco, non può che confermarci su questa travolgente Primavera Bianca e sul cammino inarrestabile verso i Play… OFF LIMITLESS.
Ad Majora Ragazzi, nunc et semper OlèOlbiaOlè
Simprie.