Olbia-Alessandria 0-0

Olbia (4-3-3): Marson; Pinna (90′ Pisano), Bellodi, Iotti, Cotali; Vallocchia, Muroni, Pennington (28′ Tetteh); Biancu (75′ Ceter), Ragatzu, Senesi. A disp. Crosta, Van Der Want, Pitzalis, Ogunseye, Cusumano, Martiniello, Cannas. All. M. Filippi.
Alessandria (3-5-2): Cucchietti; Sbampato (46′ Delvino), Prestia, Panizzi; Sartore, Gatto, Maltese (71′ Bellazzini), Gazzi, Badan; De Luca (71′ Talamo), Santini (88′ Rocco). A disp. Pop, Scatolini, Zogkos, Delvino, Gerace, Gjura, Fissore, Usel, Cottarelli. All. G. D’Agostino.
Arbitro: Francesco Meraviglia di Pistoia (Rondino-Testi)
Note: Ammoniti: Prestia(A), Panizzi(A), Santini (A), Cotali (O)

La notizia buona è che NON abbiamo perso, quella cattiva è che TUTTO va come prima, persino peggio di prima.
E non raccontiamoci che questo sia dovuto  al perché “abbiamo incontrato l’Alessandria“.
Oggi siamo stati surclassati da una squadra ben diversa dalla sua recente storia, una squadra costruita per un rinnovo decisivo e graduale ma che, allo stato, è ancora una giovane e scarna copia della corazzata degli anni scorsi. I piemontesi hanno schierato ben 9 under, di cui sei ’98, e solo due o tre “colonne” di conclamata esperienza. 
Eppure noi non siamo stati mai in partita.
Da un mese abbiamo preso a discendere su una china pericolosissima di involuzione, che non può assolutamente essere risolta con il “nessun dramma” consigliato dal nostro Presidente.
L’Olbia ha un male evidente a tutti, ed ancora più palese a chi la ama e sa che, queste esibizioni non possono essere il frutto del suo vero dna.
Due gare quasi simili, quella di oggi e quella di domenica a Cuneo.
Finite diversamente solo perché Talamo (il loro goleador dell’80’) ha “spizzato” sul filo del fuorigioco la palla decisiva.
Per il resto tutto esattamente uguale, con i nostri sempre più lenti, prevedibili, inconsistenti: un solo tiro in porta a Cuneo (Vallocchia su piazzato), uno solo, al 68′, contro i grigi (Vallocchia, su azione del tutto personale; nella foto).
Loro nel hanno scagliato una dozzina verso il bravo Marson.
Se questo basta a considerarsi soddisfatti e sereni in attesa di tempi migliori, non tocca a me dirlo, perché non conosco umori e valutazioni della società.
Di certo quel che si vede è una squadra che non trova più il bandolo della matassa. Anche per chi ha il compito di criticare, capire, consigliare non è gioco semplice se, sul rettangolo di gioco, si continua a vedere sempre lo stesso film, di cui non solo si conosce la trama, ma anche il deludente e scontato finale.
La squadra sembra soffrire della insostenibile pesantezza del non sapere essere e, anche per questa evidentissima “depressione tecnico-caratteriale”, pensare di affrontare il futuro in queste condizioni più che un scommessa azzardata, appare una professione di fede nei miracoli.

Magari il presidente ha ragione nel manifestare la sua proverbiale vocazione alla calma ed alla pazienza.
Lo ha espresso con chiarezza in quella sofferta dichiarazione (“nessun dramma!”) che, nell’intento, avrebbe dovuto rassicurare tutti dentro e fuori lo spogliatoio.
Così non è stato, così non vediamo che sia ed allora potrebbe venir utile un diverso, altrettanto sofferto, invito alla riflessione.
Forse una nuova fase di attenzione ai pericoli di questo modestissimo “status quo”, potrebbe essere mitigata, temperata se non risolta, dal nessun dorma!

Perché il tempo ed il calendario passano così in fretta che la discesa rischia di diventare inarrestabile.

Comunque Ragazzi, nunc et semper OléOlbiaOlé, e

…. Ad Majora.